Del podcasting ho gia’ parlato, ma ad esempio non ho detto un uso molto carino che mi e’ venuto in mente proprio ora:

Pensiamo al Parlamento e a quanti interventi sono registrati e sono tenuti quotidianamente:
la tecnologia e il Web in generale potrebbe e dovrebbe esserci d’aiuto per tenerci informati e controllori ( perche’ no ) di quello che accade nella politica italiana..

Quindi perche’ non rendere disponibili gli interventi principali tramite un feed RSS e files MP3 degli interventi stessi? [ podcasting ]
Chi volesse potrebbe ascoltarsi quello che vuole mentre guida o mentre e’ in treno o quando gli capita… non male,no?

Tornando a noi, volevo puntare l’attenzione su una cosa che ha fatto discutere parecchio in questi giorni: il supporto al podcasting di ITunes e di Apple e il come questo interagisce con RSS…

Sembra che a quanto pare quelli della Apple non abbiano compreso appieno il siginficato e il funzionamento di RSS, sperando che non l’abbiano fatto di proposito, vediamo perche’…

Trasformare standard a proprio rischio e pericolo

Quello che accade con RSS e’ che uno standard che e’ divenuto famoso e che ha gia’ problemi interni ( le versioni non RDF based e la versione 2 ) di lettura venga poi incompreso da un gigante del settore come Apple suona a dir poco strano…
A che pro poi?

…Apple di fatto starebbe operando “come se avesse reinventato la ruota per far apparire l’invenzione come sua. In aggiunta a questo il tipo di document type definition (DTD) XML usato in RSS 2.0 che si trova in iTunes dimostra che non hanno realmente capito come funziona un XML, come funziona RSS e come lavora la comunità RSS.

Apple sta operando come nell’era della guerra dei browser, quando qualcuno decideva di inventare tag proprietari senza avere nessuna garanzia che questi fossero interpretati da tutti i navigatori.
Non è questa la prima volta che Apple usa uno standard per ampliare la propria offerta, ma è sorprendente che questo accada con RSS, uno standard che sta avendo un corretto supporto anche da parte di altri produttori, come ad esempio Microsoft”.

Parole di Dave Winer, il creatore dello standard RSS2…

Tra le altre voci che ho inserito merita di essere citata quella di Edd Dumbill, che sintetizza per punti gli aspetti discutibili della cosa…

[ prendo solo quelli considerati negativi ]

First up, the namespace, http://www.itunes.com/DTDs/Podcast-1.0.dtd.
Apparently DTD as a namespace, containing a version number in the name. Almost always a bad idea. Versioning and namespaces are a complex mix, and limiting future flexibility by changing the namespace with each revision can be a bad idea. Try resolving that URI, and you get redirected to an HTML page.** Verdict: poor**.
[…]

Next up, there’s a bunch of replicated Dublin Core type metadata, all in the iTunes namespace: owner, name, email, author, keywords. It would have been nice if existing conventions for dc:publisher, dc:creator etc. could have been re-used.
That way RSS feeds won’t get cluttered with multiple redundant elements. Nevertheless, I can see why iTunes might want all this stuff completely disambiguated. They don’t imagine finding RSS in the wild and adding it to the iTunes store, instead they expect people to create RSS with the express purpose of lodging it with iTunes. Verdict: so-so.
[…]
Categorisation within the iTunes store is handled by the itunes:category element. You have to see this markup to believe it:

<itunes:category text="Technology"> <itunes:category text="Gadgets" /> </itunes:category>

Add to that a prose restriction that categories can only be nested to two levels and I’m left scratching my head. It also stands out as just about the only attribute-carried text content within RSS.** Verdict: nuts**.

The remaining elements are used to control content restrictions within iTunes. The itunes:explicit element is meant to be included if your content is “explicit”. Okay…
And itunes:block can be used to block a podcast from appearing in the iTunes store. These elements seem vague, underspecified and certainly open to abuse.** Verdict: poor**.

I’d like to provide more detail, but on clicking the “Learn more” link on Apple’s podcasting page results in a blank page on my Firefox, with an error “itmss is not a registered protocol”. Verdict: gob-smackingly ignorant.

Ora le questioni sono abbastanza chiare dal mio punto di vista: le cose sono state fatte abbastanza in fretta da persone che non hanno compreso il mondo di RSS e il suo modello di lavoro… e hanno cercato di cavalcare l’onda… peccato pero’…
Se vedete motivazioni piu’ profonde della mia amarezza sono qui pronto ad ascoltare…

Due parole in chiusura…

In questi anni sto imparando una lezione che il** Web e il W3C** sta dando al mondo dell’IT:
la chiave per il progresso e’ l’interoperabilita’ e l’apertura a standards comuni ed estendibili…
E’ la chiave di funzionamento di Internet stessa che si basa sulle regole comuni dettate dal TCP/IP…

Avere uno standard come RSS ai suoi primi passi nell’uso che ne possiamo fare, che venga minato perche’ qualcuno non comprende l’importanza di muoversi secondo certe regole fondamentali di pacifica convivenza e’ quanto meno triste: ci perdiamo delle grosse occasioni in questo modo…

Soprattutto poi quando per una volta qualcun altro invece comprende una via possibile che non punti alla rottura…

ma è sorprendente che questo accada con RSS, uno standard che sta avendo un corretto supporto anche da parte di altri produttori, come ad esempio Microsoft”.

Riferimenti:

-> Critiche per la tecnologia podcast di Apple
-> A first look at iTunes RSS extensions
-> RSS inventor slams Apple’s podcast approach
-> Apple’s itunes namespace
-> Apple, Podcasts and Standards.