[ crosspost su VoIT ]

La notizia deve far riflettere…

La segnalazione e la partenza di tutto e’ grazie al solito Danny Ayers, un passo molto avanti agli altri…
-> Yummy!

Ma anche in Italia c’e’ fermento nella blogosfera e tra tutti segnalo Marco Montemagno:

-> del.icio.us acquistato da yahoo!

Al di la’ delle ovvie considerazioni economiche e di posizione di Yahoo nel futuro prossimo del web2.0, [ ricordiamoci che ha gia’ acquisito anche Flickr ] dal mio punto di vista ci sono altre riflessioni da fare: riguardo alla natura sociale di del.icio.us e al ruolo degli utenti e dei loro dati

Le applicazioni sociali e il ruolo degli utenti

Iniziamo da questo presupposto: le applicazioni che si basano sulla rete sociale degli utenti per funzionare sono stupende e del.icio.us in pratica credo sia stata la prima di questo tipo…

In pratica permette di tenere traccia dei propri bookmark, in modo che siano sempre accessibili da ogni punto del mondo, basta una connessione Internet…
E ad ogni bookmark possiamo associare una o piu’ parola chiave, detta tag…

Grazie a questo uso di ogni singolo individuo, si puo’ tenere traccia a livello globale di nuovi siti utili e interessanti usando appunto i tags…

In parole semplici e’ una sorta di catalogazione dei siti senza usare una gerarchia o una tassonomia, ma usando semplici concetti come i tags

Quello che faceva Yahoo quando e’ nata: catalogare i siti nelle rigide griglie delle categorie

Il fatto nuovo e’ che** del.icio.us e’ uno strumento puro e semplice e se non venisse usato non avrebbe nessun valore: la comunita’ di utenti e’ decisiva per creare valore e soprattutto per il lavoro che fa**… Di fatto in cambio dell’utilita’ di questo strumento fa il lavoro di Yahoo gratis…

Ora il fatto che Yahoo compri questo servizio implica anche il fatto che ha comprato di fatto anche i nostri dati… E non essendo nessuna policy nel servizio attuale, ne puo’ fare quello che vuole…

Prendo da Danny alcune righe…

To reinforce the sale-of-attention point, there’s this from Greg Yardley (via Ken Yarmosh) :

…the del.icio.us acquisition says ‘hey, community is worth something.’ **The technology behind del.icio.us was easily duplicated** - thanks to the open-source clone de.lirio.us and the social-app-building service Ning anyone can start a similar service, just like Yahoo did with My Web 2.0\. **It’s the del.icio.us community that can’t be duplicated. Yahoo didn’t buy del.icio.us’ technology; it bought our bookmarks and tags - and for quite a price**.

Questo e’ un concetto chiave, che al di la’ dell’importanza del fenomeno tagging, deve essere compreso molto bene

Verso un web of data

Al di la’ della concezione dello strumento, che come dice Montemagno, non viene rinnovata da tempo, la questione non e’ solo questa: ha comprato un servizio e una mole di dati che continuera’ a crescere e a creare valore da noi utenti, che pero’ non siamo pagati per farlo…

E molti tra l’altro non si rendono nemmeno conto di questo: io stesso devo capire quanto influira’ questa cosa nel mio comportamento e nel mio uso di del.icio.us …

Ma la cosa non mi rende del tutto tranquillo…

Come dice Danny, io starei attento alla mission di AttentionTrust

When you pay attention to something (and when you ignore something), data is created. This “attention data” is a valuable resource that reflects your interests, your activities and your values, and it serves as a proxy for your attention.

AttentionTrust and our members believe that you have the following rights:

  1. Property

    You own your attention and can store it wherever you wish. You have CONTROL.

  2. Mobility

    You can securely move your attention wherever you want whenever you want to. You have the ability to TRANSFER your attention.

  3. Economy

    You can pay attention to whomever you wish and receive value in return. Your attention has WORTH.

  4. Transparency

    You can see exactly how your attention is being used. You can DECIDE who you trust.

When you give your attention to any entity that’s an AttentionTrust member, these rights are guaranteed.

Our Mission

1. Empower people to exert greater control over their “attention data,” i.e. any records reflecting what they have paid attention to and what they have ignored. We accomplish this by promoting the principles of user control, by distributing our Attention Recorder, and by supporting the development of other appropriate tools, standards and practices.

2. Educate people about the value of their attention and the importance of attention data.

3. Build a community of individuals and organizations that will guarantee users’ rights to own, move, and exchange their attention data, in a transparent environment that gives users the freedom to decide how their data will be used.

Ora la questione pratica e’ che del.icio.us permette in qualsiasi momento il recupero dei nostri bookmarks in un file XML, che poi puo’ essere elaborato come si vuole…

E’ anche vero pero’ che il potere e la filosofia stessa della Rete e’ la periferia, non le grandi multinazionali che accentrano i dati a nostra insaputa…
[ ne avevo gia’ parlato in questo post ]

Google e’ nato e ha tutto il suo potere che si fonda proprio su questo: e’ il primo che ha capito l’importanza del singolo sito e della veridicita’ dei suoi links…Partire dal nodo…dal basso…

Oggi pero’ forse noi tutto stiamo guardando piu’ sulla praticita’ dei tools che usiamo rispetto alla natura degli stessi, e io per primo usando GMail ogni giorno…

Verso una nuova consapevolezza?

Nella mia comprensione di quello che e’ e sara’ il Semantic Web e’ che verranno dati gli strumenti per una rivoluzione dal basso: il piccolo sito potra’ fornire i dati che vuole per qualsiasi ente o persona che voglia aggregarli e usarli, ma allo stesso tempo ne rimarra’ padrone, rimarranno sotto il suo diretto controllo

E attraverso strumenti come quelli che sta creando AttentionTrust, e’ il piccolo che puo’ perfettamente controllare cosa fara’ il grande dei suoi dati, come li muove e dove li sposta…

Tutto secondo la natura della Rete…

Attraverso RDF [ il vero e piu’ pratico potere di RDF e’ infatti la sua capacita’ innata di aggregare ], queryendpoint SPARQL e altro…

Purtroppo pero’ si sa che questo non va molto d’accordo con le logiche attuali alto-basso, con il funzionamento stesso delle multinazionali, e con la comprensione che i manager hanno di Internet.. e si parla degli americani, non certo degli italiani…