Intelligentemente e in modo chiaro e semplice, Tiziano si chiede l’evoluzione delle Reti Sociali e dei servizi Web che partono da un Walled Garden unico e proprietario per poi iniziare a creare interoperabilita’, come sta facendo proprio uno dei piu’ grossi player oggi presente in questo contesto, Facebook:
-> Se tutti facessero come Facebook?

Aggiungiamo a questa discussione, quello che mi sembra di vedere dal punto di vista del Semantic Web e del passaggio da un Web di documenti, ad un Web di dati, totalmente aperto e interoperabile…

Stiamo convergendo, in effetti: gli utenti se ne stanno accorgendo, che con il moltiplicarsi di servizi utili e di nicchia, hanno duplicazioni di profili, di dati, di informazioni sulle proprie Reti di contatti e molto altro ancora…

Stanno capendo che in questo modo non puo’ andare, pero’.
L’interoperabilita’ e la reale apertura dei propri dati in tutti questi servizi inizia ad essere una necessita’ impellente e sentita da un sempre maggior numero di persone. Con annessa una facilita’ di gestione degli stessi, e una versione e visualizzazione aggregata, magari a mo’ di flusso. [ un po’ come il tentativo di flusso personale di Emily Chang, credo… ]

E il business model che sostiene tutto questo, in maniera simile se vogliamo alla vecchia idea di hits dei portali Web 1.0, dove era importante non far fuggire l’utente al di fuori del proprio network di servizi, si sta incrinando e si sta modificando. In modi interessanti e creativi, speriamo.

E non e’ assolutamente un caso che uno dei problemi piu’ sentiti, l’autenticazione e il livello di identita’, almeno al livello base, venga risolto da due studenti ampliando l’idea di URL, sulla quale si poggia il Web, e creando lo standard OpenID.

Dal punto di vista dei dati, come dicevo qc tempo fa, non e’ un caso che si stia combattendo una nuova guerra sui servizi che cercano di facilitare l’aggregazione dei dati semi-strutturati ed anche non strutturati. ( DabbleDB, ManyEyes di IBM e Freebase, Google Base per certi versi ).

Il Semantic Web, oltre ai due problemi che accennavo in qc post fa, invece, cerca proprio di creare una base standard che spieghi i dati, anche a livello di modello oltre che di sintassi ( RDF e XML rispettivamente ).

Quello che sta facendo pingthesemanticweb.com, in effetti e’ proprio di cercare di tenere traccia alla technorati, del livello RDF, quindi del Web of Data.

Che per sua natura e’ decentralizzato.

Un punto assolutamente fondamentale in tutto questo quadro sara’ COME e CON COSA riusciremo ad aggregare i dati che mettiamo in tutte queste reti sociali diverse, e nel modo piu’ semplice possibile.
Un tentativo interessante e’ Yahoo Pipes, ma altri ne verranno.

Tra l’altro, tornando ad un modo di riunire tutte queste reti sociali, Google sta lavorando alacremente per farlo, e quindi tenere saldamente il controllo anche sui walled garden: un altro caso? .)
-> SocialStream Project

In questo contesto c’e’ gia’ comunque un tentativo interessante di apertura delle Reti Sociali, che e’ PeopleAggregator…
-> PeopleAggregator

Dove sono i dati dei vari mashup?

C’e’ sempre uno scotto da pagare per avere a disposizione la semplicita’.
Non dimentichiamocelo.
La sfida adesso sta proprio nel coniugare semplicita’ ed usabilita’, e la decentralizzazione dei dati e dei servizi, in mano all’utente, come dovrebbe essere.

Prendiamo le recenti possibilita’ di crearsi facilmente le mappe di Google Maps con i propri dati, senza dover arrivare ad usare codice e Javascript vario, e usando invece il tool “My Maps“.
I dati che vengono visualizzati al di sopra del livello della mappa, dove sono localizzati e sotto a quale controllo rimangono?
Google stesso, e la sua Server Farm, sono la naturale risposta a questa domanda.

Mentre se usiamo il codice e il Javascript per far caricare i medesimi dati su una mappa, i dati stessi sono sotto il nostro controllo, nei nostri domini e solo le mappe base sono richiamate dai server Google. ( oltre alla gmapskey per controllare l’accesso alle API del servizio )
Una differenza interessante.

Allo stesso modo funziona il nuovo Google Mashup Editor, a quanto pare.
Ma non ho ancora avuto modo di provarlo.

La direzione che sta prendendo il Semantic Web e la decentralizzazione, con maggior potere e controllo nelle mani del singolo prosumer

Volevo solo accennare una delle cose che ho visto tempo fa, che e’ il completamento a lato server del framework Exhibit che sto usando a diversi livelli, e che spero di poter mostrare a breve in alcuni suoi utilizzi…..
Il nuovo progetto dell’iniziativa SIMILE del MIT non e’ ancora uscito, ma ne abbiamo un’ampia descrizione, tramite il paper di presentazione.

-> Potluck - Data Mash-Up Tool for Casual Users - PDF

Se lo volete vedere all’opera, Danny Ayers ha pure scovato uno screencast assolutamente fantastico, vi assicuro, thanks Danny .)
-> Potluck, via Danny Ayers

Insomma, si preannuncia davvero un anno interessante, come da pronostico .)

semantic web in progress