Parliamo un po’ della Net Neutrality, tema a me caro e che ho spesso segnalato in passato.

Luca De Biase ne parla:

La neutralità della rete è la condizione della sua straordinaria capacità innovativa. La vogliono abolire: in Cina per paura del dissenso nei confronti del partito comunista e il America per paura del dissenso nei confronti della lobby del copyright. L’altro giorno c’è stata a Stanford una discussione importante. Come promemoria riporto due link utili.

In sostanza il problema è questo: ci sono le tecnologie per rallentare la velocità dei bit che arrivano ai singoli utenti in base al tipo di utilizzo che questi stanno facendo. Questo salda gli interessi dei telecomunicatori con quelli delle major del copyright che un tempo erano divergenti.

In sintesi: oggi il sistema e’ stupido e non sa cosa trasporta, domani la tecnologia puo’ rendere la Rete intelligente e quindi come oggi accade per i gestori di telefonia, sia essa mobile o voip, ogni rete sarebbe chiusa nei confronti delle altre, a livello di contenuti e di costi quindi per l’utente finale.
**
Ogni fornitore di accesso alla Rete potrebbe privilegiare il proprio contenuto e limitare il contenuto di altri**.

Un grandissimo passo indietro di oltre 30 anni, di fatto.
Visto che si viola uno dei principi fondanti della Rete stessa, anche a livello tecnico.

Si sta aggiungendo intelligenza alla semplice infrastruttura di trasporto dell’informazione, violando una delle basi di Internet.

Il principio dell’end-to-end.

First described by network architects Jerome Saltzer, David Clark, andDavid P. Reed in 1981, this principle—called the “end-to-end argument”(e2e)—guides network designers in developing protocols and applicationsfor the network.

End-to-end says to keep intelligence in a network at theends, or in the applications, leaving the network itself to be relativelysimple.There are many principles in the Internet’s design. This one is key. But itwill take some explaining to show why.

Network designers commonly distinguish computers at the “end” or“edge” of a network from computers within that network. The computers at the end of a network are the machines you use to access the network. (The machine you use to dial into the Internet, or your cell phone connecting toa wireless Web, is a computer at the edge of the network.) The computers“within” the network are the machines that establish the links to other computers—and thereby form the network itself. (The machines run by your Internet service provider, for example, could be computers within the network.)

The end-to-end argument says that rather than locating intelligence within the network, intelligence should be placed at the ends: computers within the network should perform only very simple functions that are needed by lots of different applications, while functions that are needed by only some applications should be performed at the edge. **Thus, complexity and intelligence in the network are pushed away from the network itself.

Simple networks, smart applications**.

Dal libro di Lawrence Lessig, “Il futuro delle idee”. Via Scribd.

In particolare un quadro chiaro su questi temi era emerso tempo fa grazie al mitico Quintarelli:
-> Wavecamp e Quintarelli: la Rete come mai l’avete vista…

Se ci aggiungiamo anche queste parole sempre dal caro Luca De Biase, inerente alla vendita di Iphone in Italia:

La soluzione trovata, secondo le indiscrezioni, è semplice. Nessun operatore ha acquistato un’esclusiva, dunque la Apple non ottiene la retrocessione di una parte del traffico generato con i suoi apparecchi e dunque il prezzo non sarà sussidiato. Peccato perché l’iPhone genera molto traffico. Ma evidentemente gli operatori italiani, Telecom in testa, non hanno ancora deciso di fare i carrier e proseguono nel tentativo di tenere per sé il valore dei contenuti (si sa che vogliono una quota di tutto o quasi quello che passa sulle loro reti e a maggior ragione non intendono cedere il loro traffico): è una logica che privilegia il margine sui volumi ma rallenta la crescita dell’ecosistema dell’internet in mobilità.

Il quadro via via piu’ chiaro.

Al di la’ della trattativa sull’Iphone, emerge chiaramente l’idea dei giardini chiusi dei contenuti tra operatori che in Italia siamo cosi’ bravi a continuare a creare, e a mantenere nel tempo.

Sara’ una questione di digital divide, e quindi di cultural divide, che tanto ci va bene cosi’. Forse.
Ma si stanno toccando le manopole del futuro dell’innovazione, girandole all’indietro.

A proposito di innovazione all’indietro, qualche perla al volo…

E per chiudere in bellezza, sorridendo un po’, consiglio di leggere questo post di Alessandro Longo:
-> La condivisione delle conoscenze? Un furto

Della serie, per ridere di chi non capisce cosa sta accandendo nel mondo…

Dello stesso filone, per risollevarsi un po’ il morale:
-> Una recensione che ha del comico: Longhorn e Repubblica
-> Faletti, copyright e open source

Per approfondire sulla Net Neutrality e temi affini

-> Neutralità
-> iPhone in Italia senza esclusiva
-> Qualche libro…e riflessione: Internet, freedom…
-> Piccole letture tra scienza e storia…
-> Links, Net Neutrality e l’emergenza…