[ post lunghetto, vi avviso: il mio intento è che questo post possa fare da partenza verso altri lidi, e verso approfondimenti inaspettati… insomma è un crogiolo di fili da sbrogliare, prendetelo come tale .)]

Giovedì scorso ho avuto il piacere di essere annoverato tra i relatori di un’evento che cercava di dare un primo incontro fisico tra chi vive la Rete e chi ne sente tanto parlare oggi, grazie all’hype attorno ai social network, e a Facebook in particolare. E grazie al mio ruolo ufficiale di coordinatore di Metafora AD Network ,oltre che di studioso di Semantic Web e Web Science.

Social e Business Networking in Veneto

Un degno seguito alla bella cena Nordest 2.0 in cui ho avuto il piacere di conoscere un po’ di gente finalmente vicino a casa mia ( il Veneto ), ed un primo momento ufficiale di uscita alla Fondazione Benetton, con tanto di presenze e di partnership istituzionali. Aspetti questi fondamentali per dare credibilità alle figure e al contesto. Internet e il Web non sono fuori dalle regole, e non sono giochetti: sono un luogo innovativo che sta sconvolgendo equilibri sociali nel mondo economico e non solo, e rispondono ad una nuova forma di economia, quella della conoscenza. Ne parla anche Vittorio Zambardino in questi giorni in cui c’è un vero delirio su come regolamentare la Rete.

Da dove è nato il mio intervento

Maurizio Salamone mi ha chiamato i primi giorni di dicembre proponendomi di portare alcuni spunti sul Semantic Web, e sul futuro del Web in generale, usando il microblogging come caso studio, visto che era rimasto affascinato da questi temi che ho testato nell’estate 2008. Io ovviamente non mi sono tirato indietro: credo nel confronto, e nella divulgazione di certi concetti soprattutto alle persone tradizionali, e la sfida mi affascina.
La sfida era nel ricondurre ad argomenti semplici questi temi, visto il tipo di pubblico potenziale a cui ci si rivolgeva: 15 minuti per introdurre aspetti a cavallo della tecnologia, della società, e dell’economia della conoscenza non sono tanti. Introdurre certe idee e concetti chiave del mondo della Rete nel mondo business è fondamentale per iniziare davvero a comprendere in modo proficuo la Rete e quello che si puo’ creare grazie ad essa. Anche business ovviamente, ma pur sempre tenendo conto dei giusti fattori in gioco.

Questa la presentazione, messa qualche giorno fa sul mio account su Slideshare, e già con oltre 100 visualizzazioni sul groppone, non male davvero .):

[Il Web come Social Network definitivo: spunti sul futuro tra microblogging e Web semantico](http://www.slideshare.net/dagoneye/il-web-come-social-network-definitivo-spunti-sul-futuro-tra-microblogging-e-web-semantico?type=presentation "Il Web come Social Network definitivo: spunti sul futuro tra microblogging e Web semantico")
View more [presentations](http://www.slideshare.net/) from [Matteo Brunati](http://www.slideshare.net/dagoneye). (tags: [w3c](http://slideshare.net/tag/w3c) [communote](http://slideshare.net/tag/communote))

Capire il contesto di questa presentazione

Il tema che Maurizio mi ha passato era tecnico ed avanzato, e volutamente visionario, e la platea prevista era assai lontana da queste cose: nel preparare le slide ho cercato di inserire spunti trasversali e nel medesimo istante un esempio di utilizzo reale centrato sul microblogging, per non rischiare di perdere il filo. Il microblogging è una forma forse vicina ad essere una killer application per molti dei concetti esposti. ( e qui tommaso sorchiotti credo sia d’accordo eh eh ).
L’inizio delle slide vogliono introdurre alcuni concetti chiave, sui quali mi sono dilungato troppo e sono stati causa del mio sforamento di tempo:

  • Internet e tutto quello che si è sviluppato al di sopra nasce e prospera fuori dalle classiche regole economiche: per questo non è compreso dai più, e nel medesimo istante è così fondamentale per il progresso umano. Utile questo scritto tradotto da Paolo Valdemarin: World of Ends

  • esiste un consorzio, detto W3C, World Wide Web Consortium, che regola in un rapporto di fiducia e di pari tra persone competenti lo sviluppo del Web. E’ sovranazionale, e soprattutto al di sopra dei business vari, compresi quelli di Microsoft e IBM. Questi ultimi ne sono membri e contribuiscono alla creazione degli standard, ma naturalmente trovano sempre vie per limitare questa trasparenza.** Collaborazione per creare degli standard condivisi e mantenere libero il Web da controlli tipici delle aziende ne rappresentano gli scopi e le finalità, per portare il Web al suo massimo potenziale.** Ovvio che queste cose le aziende di certo non le dicano, non conviene direttamente a nessuna di loro, e nello stesso tempo, non ne possono fare a meno. Perchè la Rete è un ambito assai più trasparente del singolo business di turno. Questo è uno dei principi tratti dalla pagina di Wikipedia che lo descrive ( _il W3C of course _):

    Il web è unico perché è libero. Chiunque può creare un documento html e metterlo gratuitamente online. Il W3C cerca di evitare che interessi di qualsiasi genere possano porre un freno a questa assoluta libertà.

  • Il Web non ha versioni, solo evoluzioni: questo come conseguenza del punto precedente. Tutto il movimento attorno al Web2.0 è semplicemente un modo di introdurre quello che grazie al Web e alla Rete stessa è possibile fare, mettendo in crisi di conseguenza i modelli di business e di gerarchia aziendale, nonchè di struttura sociale nelle quali viviamo. Lo traduce in una sigla, in uno slogan: nulla più pero’. Rappresenta l’apertura e la trasparenza che dobbiamo pretendere in tutti i nostri contesti sociali, che iniziano ad emergere grazie all’ubiquità del Web e che devono spostarsi dall’online all’offline.* il Semantic Web è un mondo variegato, ma semi-sconosciuto anche per gli addetti ai lavori: la motivazione principale è che presuppone la conoscenza dei principi sottostanti il Web, anche a livello economico e storico in parte, e nessuna azienda che fornisce strumenti agli sviluppatori si è mai interessata a formare a tutto tondo su questi temi. Io ho portato uno dei vantaggi dell’uso di queste tecnologie ( già possibile oggi ) : aumentano gli automatismi a disposizione degli utenti, e il controllo sui dati che fanno circolare in Rete. Un’ottima introduzione in italiano è il sito websemantico.org.

Per i dettagli tecnici rimando ad un post successivo centrato su SMOB e su come lo sto utilizzando. Intanto ecco alcune delle domande che mi sono state rivolte sia durante la cena, che via Facebook, che riporto per utilità collettiva:

  • Domanda: ma cos’è SMOB?
    SMOB è un prototipo fatto dal DERI, i cui dettagli in inglese si possono trovare a questo sito:-> SMOB - Semantic Microblogging
    In italiano ne avevo parlato nell’estate del 2008:
    -> Identi.ca e SMOB: potere ai nodi, potere agli utenti e via al microblogging decentralizzato!!
    E’ anche presente un prototipo che sto usando proprio dall’estate 2008 visibile alla voce in alto, “doing.stuff”.

  • Domanda: ma e quindi con il futuro dei social network cosa c’entrano queste cose?

    Il futuro dei social network c’entra, perchè quello che sta accadendo è che il mondo del business usa conoscenze condivise per costruire collettivamente il Web e Internet in modo da iniziare a mettere recinti, e a bloccare qualcosa che invece è sempre stato aperto. Il vantaggio di avere un aumento nell’organizzazione delle informazioni tipico di un social network x, grazie all’interfaccia evoluta, va pesato con il diminuire dei diritti a carico dell’utente. Per questo occorre maggiore consapevolezza da parte dell’utente, che pretenda tutta una serie di cose, dalla portabilità dei dati a quella del suo grafo sociale. Oggi si crea tanto valore da quello che fanno gli utenti, perchè ci si basa sulla loro ingenuità e sull’ignoranza sul fatto che qualcosa che faccio io, crea valore per un altro, ed io non ho nessun tipo di ritorno in cambio ( almeno di attribuzione tipo, o reputazione… ).

  • Domanda: ma e quella questione sul proprio profilo personale, che non serve re-inserire in giro? Che tecnologicamente sarebbe possibile, ma nessuno dei servizi Web2.0 supporta, o quasi?
    MI stavo riferendo all’esistenza del profilo FOAF da diversi anni, e dal fatto che si potrebbe automatizzare l’inserimento automatico di alcuni dati personali chiave ( nome, cognome, indirizzo tipo ), semplicemente copiando e incollando l’URL di dove sta questo profilo. Alcuni serivizi recenti cominciano a crearli in forma automatica, persino Facebook tramite l’uso di un’applicazione apposita, permette di esportare tutto il proprio grafo sociale, e quindi gli amici degli amici. Lo sapevate? .)

Considerazioni sull’evento ed impressioni varie

Il rammarico di non poter parlare con tutti, abituato ai tempi più lunghi dei barcamp: questo il mio principale cruccio ad una settimana dall’evento. Non sono riuscito a parlare con lo staff di TSW, peccato. E con tanti altri. Un vero piacere invece scoprire che Castelfranco è un po’ l’ombelico del mondo, eh eh. Incontrare Silvia Toffolon, il caro Mauro Gasparini ( collega di Metafora e una persona godibilissima ) e tutti gli altri è stato fondamentale, oltre che divertente. Per non parlare del confronto avuto con Gino Tocchetti, di nuovo con Maurizio e con Mattia ( ritrovato dopo la cena Nordest2.0 ), e Marco Ziero solo intravisto purtroppo… Impagabile vedere e sentire che anche per imprese gigantesche, l’introduzione di reali dinamiche a rete nelle gerarchie aziendali prevede i medesimi scontri, e le medesime fatiche. E’ gratificante scoprire che non si è soli in queste lotte, e che non si vive in un mondo parallelo.
Dal fronte dei miglioramenti e dei suggerimenti invece, direi che data la platea, la modalità di invito e i tempi della giornata, nulla da eccepire, anzi. Incredibile la partecipazione vista la sola emersione su mezzi online dell’evento! Forse meno interventi con domande e risposte veloci, e alla cena, maggiore voglia di mescolarsi, ma come ho detto prima, io sono abituato ai barcamp e non faccio testo :)

Cito Gino Tocchetti per chiudere le mie considerazioni, concordando in pieno con le sue parole:

Il Social Business Networking e’ un “bene comune”, di cui NON ci si puo’ impossessare: trovo che sia veramente sciocco cercare la propria visibilita’ personale (motivazione pur sempre ragionevole) cercando di sedercisi sopra a furia di gomitate.

Non serve creare nulla di nuovo: occorre divulgare e offrire spunti, aiutare chi vuole interagire a farlo. Quello fatto giovedì scorso è proprio il fare Rete in modo aperto e decentralizzato: è questo il bello in effetti. Non è detto che la mancanza di un solo posto dove conversare debba essere un problema, anzi. Dipende con chi si vuole interagire, e se l’interazione che si vuole fare diventi esplicita o meno nei commenti di un blog, piuttosto che nei commenti alla presentazione. Questa anarchia puo’ creare confusione a prima vista, ma è anche alla base della capacità di innovazione che porta con sè la Rete. Quello che è in giro, è aggregabile, ed è possibile riunirlo in modi personalizzati ed imprevedibili. Perfino per quegli stessi autori che hanno creato quei contenuti.

Per chiudere

La lunghezza di questo post e i tanti temi toccati, rappresentano un bisogno e la necessità di qualcosa che a livello istituzionale non esiste e non viene riconosciuto. Ma cosa? Si puo’ capire anche dalla domanda fattami a fine intervento: ma hai studiato economia? ( _lungi da me eh eh _)
Assieme ad alcune idee emerse in modo del tutto spontaneo nei giorni seguenti da persone che seguo, tutte queste briciole di pane dicono solo una cosa.
L’interdisciplinarietà e la non linearità dei nostri insegnamenti deve diventare la norma in ogni lavoro ormai. Soprattutto quando si ha a che fare con la Rete. Questo quindi un mio primo iniziale contributo al meme lanciato da Gianandrea. ( ne arriveranno altri .) )

Intanto domande e commenti sono ben accetti, come sempre, in totale libertà .)

Chi ne ha parlato in giro

-> Social e Business Networking nel Veneto
-> Social e Business Networking in Veneto, a cura di Nord Est Creativo
-> La forza del Social Business Networking in Veneto