Tempo fa avevo scritto del nuovo ruolo dei metadati e del Semantic Web e delle tecnologie relative al searching, citando il loro utilizzo da parte di Yahoo…
-> Tim Berners Lee e Semantic Web in the news…

Nulla sparisce di quello che c’e’ oggi, ma si migliora ed evolve.
Stiamo facendo evolvere il modo di trattare l’informazione, e quindi anche la sua trovabilita’. Ma in un contesto sempre di Rete.
Di Ecosistema.

Nulla distrugge qualcosa. Yahoo sta iniziando ad usare massicciamente queste tecnologie per migliorare la resa dei risultati, anche in chiave competitiva verso Google, e’ ovvio: ma non avremo mai una killer application online del Semantic Web. Unica. E soprattutto da sola.

Assieme a questa cosa, avevo segnalato un primo approccio per capire quanto sono importanti questi metadati per facilitare l’emersione e la trovabilita ‘ dell’informazione, in un filone di esempi pratici di applicazione del Semantic Web.
-> Qualche query SPARQL sul profilo FOAF…

Oggi inserisco al volo un esempio ulteriore di questo intervento di Yahoo nel co-operare e co-creare assieme agli utenti e ai dati sui dati che fanno emergere in forme piu’ strutturate gli utenti della Rete, consapevoli o meno di fare questo…

Usando il prototipo Searchmonkey

-> The Monkey is Out of the Bag: Yahoo! Opens Search Developer Platform

The SearchMonkey platform has three main components, according to Yahoo!:

* "**Site owners share structured data with Yahoo!, using semantic markup (microformats, RDF)**, standardized XML feeds, APIs (OpenSearch or other web services), and page extraction.
* Third party developers build SearchMonkey applications.
* Consumers customize their search experience."

SearchMonkey applications come in two flavors: Enhanced Results and Infobars – though both theoretically enhance search results. Apps are triggered when organic search results include a specific URL. Enhanced results replace a normal search result and must include information only from the site referred to in the actual result. Infobars, which appear directly below results, can include links to other resources or calls for user action.

E:

Yahoo SearchMonkey is the Yahoo pipes of Yahoo’s search engine results.

Via Search Engine Journal

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Da Petrolio di Blogosfere:
-> Il picco del petrolio è una realtà.

In sintesi, con una ulteriore progressione rispetto agli ultimi rapporti, si ribadisce che non c’e’ niente di buono da attendersi sul fronte dell’offerta ed anzi non sarebbe strano che anche l’attuale livello non potesse essere mantenuto.

In ogni caso da qui al 2015 ci si deve aspettare un ammanco di produzione di circa 12 milioni di barili al giorno, rispetto alle richieste del mercato. Insomma, visto che questo corrisponde, milione di barili in più o in meno, al previsto aumento della domanda, sempre fino al 2012, si potrebbe anche evincere (e a noi piace, relativamente parlando, evincere, in ogni caso) che i nuovi pozzi e distretti petroliferi messi in produzione riusciranno, più o meno, a sostituire i pozzi in fase di esaurimento ma non molto di più.

Viene citato un articolo, non certo del giornaletto di provincia sotto casa nostra, dove prendo a braccio:
-> Energy Watchdog Warns Of Oil-Production Crunch

Energy GAP

A study released earlier this year by the Cambridge Energy Research Associates, a consulting firm and unit of IHS, concluded that the depletion rate of the world’s 811 biggest fields is around 4.5% a year. At that rate, oil companies have to make huge investments just to keep overall production steady. Others say the depletion rate could be higher.

“We are of the opinion that the public isn’t aware of the role of the decline rate of existing fields in the energy supply balance, and that this rate will accelerate in the future,” says the IEA’s Mr. Birol.

Se a questo aggiungiamo questo quadro:
-> Giro del mondo a 130 $ al barile (preoccupante…).

Io vorrei e pretenderei da un Paese e da noi come collettivita’ un po’ di sano rimbocco di maniche.

Io son 6 mesi che vengo a lavorare in treno, spendo meno, e in piu’ vivo meglio.

Si cammina, si vive la citta’ molto meglio di prima, ma creo meno PIL.
Investendo sulla propria conoscenza, non si crea tanto PIL a dire il vero.

E’ un valore sociale diverso.

Occorre vivere cercando il senso della vita, e il giusto tempo, e invece sento di cercare di facilitare ed incentivare i premi di produzione… senza novita’ nelle direzioni di tale produzione.

Per non parlare di passare al nucleare, proprio stamani sentito al telegiornale.
Ho visto i sorci verdi a colazione…

Magari se mettessimo insieme qualche post, e lo dicessimo alla gente, il quadro sarebbe piu’ chiaro per capire la direzione dove serve investire:
-> Centrali nucleari, il picco dell’uranio. - chi lo dice a Scajola?
-> Inchieste, energia e molto altro… - il famoso rapporto 41, per chi si ricorda…
-> ED ORA CARI SCIENZIATI E POLITICI, COME LA METTIAMO?
-> Nucleare, la fusione fredda funziona

E ci aggiungerei qualcosa sull’infrastruttura dell’energia elettrica:
-> Blackout, un libro per capire il mondo dell’elettricita’

Qualche considerazione a supporto, qualche fisico o qualcuno piu’ aggiornato che possa confermare?
Io vedo il bicchiere mezzo pieno, ma dobbiamo far emergere la cosa.

Che ne dite?
Si parlava di divulgazione scientifica a Sci(bzaar)net
**
Credo che sia impellente una chiara e ampia informazione su questi temi**, no?

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Non mi dilungo troppo sull’eccezionalita’ dell’evento che ho vissuto sabato, ne ha gia’ parlato Bonaria ottimamente:
-> Open Culture: la conversazione è cominciata

Assieme al caro Federico, ad amici che finalmente si conoscono dal vivo, e al grande e vulcanico David Orban, che e’ davvero un simpaticone, il vero HUB dell’incontro, come qualcuno diceva .) E il mitico Paolo Massa, che coi treni ci gioca sempre, e Alberto che finalmente ho avuto l’opportunita’ di conoscere, assieme a Francesca, del gruppo Ippolita: un vero piacere .)
E a tutti gli altri, ovviamente Gianandrea, e tutti quelli che hanno dato una mano .)

Un piacere prima che di contenuti, UMANO, con un clima condiviso di passione, di voglia davvero di portare avanti qualcosa insieme, collettivamente. Un’altra cosa che prova che la Rete sia fatta di Persone….
Insomma, portare avanti qualcosa partendo da spunti individuali e da domande.
Dalle domande giuste.

Cosa aggiungere a tutto questo: intanto che la sensazione di multi-disciplinarieta’, di liquidita’ e di finalmente aver trovato una base comune, la nostra vasca come ha detto splendidamente Bonaria, in questa esigenza di emergere con le logiche della Rete anche nella displina della Scienza, e’ stata fortissima e incredibile.

La modalita’ pensata da Gianandrea e diretta senza troppo pesare, ma nello stesso istante, perfettamente compresa da tutti, di unire barcamp tematici, alla modalita’ di lavorare molto di piu’ sulla CONDIVISIONE DEI CONTENUTI, prima che semplicemente fare bar .) .. be’… ( effetto che si crea nel barcamp, a dire il vero… )
Ha creato un crogiolo di idee e di spunti a raffica, che ho raccolto tramite Iliad, e non solo.

Un crogiolo che non sono il solo a cercare di sbrogliare, ma che ha fornito una visione sul mondo della Ricerca, sulle potenzialita’ che la Rete puo’ e deve fornire come supporto, e sulle pressioni che serve fare al Sistema attuale per far capire certi vantaggi.

Una cosa vorrei fare prossimamente: imparare sempre piu’ a farmi le domande giuste al momento giusto.
Prima ancora di dare risposte.
Questo grazie anche agli spunti di Luca Mascaro, a dire il vero .)
Il resto degli spunti in post successivi, intanto un grazie davvero per il percorso iniziato.

Altro via technorati:
-> Sci(bzaar)net

Ah, giusto, il mio intervento

Per quanto riguarda il mio intervento, ho lanciato spunti su quello che sto facendo, inerente anche a Fullout
La presentazione, gia’ segnalata nel post ufficiale di Sci(bzaar)net, e’ postata su slideshare:

[![SlideShare](http://static.slideshare.net/swf/logo_embd.png)](http://www.slideshare.net/?src=embed) | [View](http://www.slideshare.net/dagoneye/spunti-tra-linked-data-open-innovation-crowdsourcing-e-semantic-mediawiki?src=embed "View ") | [Upload your own](http://www.slideshare.net/upload?src=embed)

Qualche precisazione al volo:

  • l’idea era di porre delle basi per porci delle domande in merito agli spunti offerti, ma forse non sono stato cosi’ chiaro: Fullout e’ un modello di business che esiste, che va affiancato da una piattaforma abilitante come il Semantic Mediawiki, per rispondere a molte delle esigenze possibili di COMUNITA’ nel sistema Italia, per rendere maggiormente competitivo il sistema dei distretti tecnologici nell’era della Conoscenza, oltre che trarre vantaggio dalla PORTABILITA’ garantita dall’essere parte del Linked Data
  • nei prossimi giorni cerchero’ di chiarire e di portare la piattaforma reale per toccare con mano quello che si potrebbe fare, senza re-inventare la ruota, senza la sindrome del Not Invented Here, e senza perdere il valore di quello che si crea come COMUNITA’ ( openness e vincoli come COMMONS per quello che si inserisce nella COMMUNITY )
  • nell’ultima slide le fonti che ho citato dovrebbero risultare un po’ chiarificatrici della faccenda
  • ho provato ad usare nuvole di tag per far emergere alcune idee e passaggi chiave, proprio in virtu’ del poco tempo a disposizione e lavorare un po’ anche di impatto, e comunque anche _just for fun _.)
  • come questa cosa si possa COLLEGARE all’idea di Open Genius di Andrea, assieme al CROWDFUNDING, sara’ tema di riflessione, ma se avete spunti o altro, sono i benvenuti .)
  • la vera DOMANDA implicita nella presentazione, e’ questa: se io ho una piattaforma che mi permette di usare lo sforzo collettivo per far emergere e far crescere la sinergia della Societa’ della Conoscenza italiana, a quali BISOGNI puo’ rispondere tale piattaforma, visto che viene garantita la sua NEUTRALITA’ come dati raccolti ( non appartengono ne’ ad una azienda ne’ sono liberi a priori, da vedere quale licenza sia da adottare per difendere tale COMMONS ) in forma pure SEMANTICA ( gia’ in chiave Linked Data ) ?

Una grande iniziativa, da continuare e da vivere: grazie Gianandrea .)

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento