Parlando di civic hacking, è impossibile non citare Code for America: se si cerca il termine “civic hacking”, è uno dei primi risultati che ci vengono presentati. Tra l’altro, avevamo (Erika ed io) deciso di inserire nel libro qualche spunto dalle esperienze estere, pur concentrandoci su esperienze di civic hacking in Italia. Volevamo dare un quadro abbastanza concreto di cosa significa “civic hacking” e, guardando all’estero, la prima iniziativa a cui abbiamo pensato è stata proprio Code for America.

Ecco perché abbiamo approfondito la nascita e l’evoluzione di questa realtà. In questo percorso di approfondimento ho scoperto alcuni elementi che non conoscevo. In realtà, ho capito di avere delle idee molto vaghe e che alcune erano addirittura sbagliate, in particolare sul modello di business dell’organizzazione. Sono sicuro che questi “miti” siano legati, soprattutto, alla difficoltà di interpretare la società americana: noi la osserviamo attraverso la nostra esperienza culturale, dove le attività civiche sono spesso frutto di attivismo e volontariato e dove la dimensione del no profit è rilevante nel welfare, mentre è praticamente assente in altre dimensioni.

Pensando a Code for America e a quei “miti” che avevo in testa, ho deciso di sfatarne alcuni, legati sia al ruolo che al lavoro svolto. Se penso alle sperimentazioni fatte negli anni da Wikitalia, Code4Italy e dall’associazione Digital Champions, tutte esperienze che in qualche modo hanno preso spunto dal modello di Code for America, mi rendo conto che serve chiarire alcuni punti ed imparare dagli errori del recente passato.

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A settembre 2017 la comunità di Spaghetti Open Data (detta, in amicizia, SOD) ha compiuto sette anni. Tanti? Pochi? Davvero non lo so. Nel libro sul civic hacking in Italia a cui stiamo lavorando io ed Erika, abbiamo riservato un po’ di pagine proprio alla comunità di Spaghetti, alla sua la storia e a come è cambiata nel tempo. Qui voglio condensare un po’ di dati, un piccolo bignami in vista di MERGE-it, il ritrovo che ci sarà il 24 marzo a Torino.
SOD è stata, prima di tutto, un caos creativo: un insieme informale di persone, che ha vissuto alti e bassi, diventando una parte importante del panorama italiano sul civic hacking. Questa comunità è stata in grado di interpretare un momento storico (l’introduzione degli Open Data in Italia) e cerca sempre se stessa, soprattutto oggi.

Se non hai nessuna alba di cosa sia Spaghetti Open Data, ti rimando alle slide che ho usato nel giugno 2016 per la conferenza OpenGeoData Italia.


Alcuni numeri sulla comunità di Spaghetti Open Data

Questi sono dati aggiornati al 10/3/2018.


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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento