Non ho scritto per molto tempo in queste pagine, ma uno dei post più gettonati attraverso cui si arriva a questo blog è quello sui dati strutturati, e come li recepisca davvero Google.

-> Dati strutturati in Google: quali recepisce? Schema.org, RDFa e microdati

Stiamo parlando di un post degli inizi del gennaio 2013: molta acqua è passata sotto i ponti, specie considerando che su questo tema c’è sempre stata davvero molta confusione. Specie lato Google, che non ha mai del tutto chiarito il rapporto di causa-effetto tra investimento in questo maggior costo nell’attività di pubblicazione del contenuto, rispetto alle conseguenze positive nella visualizzazione delle SERP attraverso i Rich Snippets.

Anche in Italia se ne parla maggiormente di più rispetto ad alcuni anni fa, e con dovizia di particolari, in articoli come questo:
I dati strutturati: cosa sono e come aiutano la SEO

Mai come oggi il tema inizia ad essere compreso per quello che davvero è: un cambiamento bello grosso per il modo di rispondere alle domande poste a Google.

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Come qualcuno ha detto, noi italiani abbiamo fatto ponte il 2 giugno, ed invece il mondo del search sta riscrivendo il futuro della ricerca, partendo da basi interessanti.
I tre colossi dei motori, Google, Bing e Yahoo, hanno lanciato il progetto Schema.org:
-> Schema.org

Peccato che in Italia pochi abbiano visto la reale sinergia di quello che sta accadendo, e la maggior parte dei post sul tema siano semplici rilanci stampa del comunicato principale. ( Tranne per Guido Vetere che bacchetta gli autori di schema.org perchè forse così è stata definita un minimo di ontologia o schema globale, che tanto si diceva di non voler fare eh eh )
Da apprezzare Mauro Lupi, che sprona ad approfondire la questione, anche dal lato SEO, ed Il Post, che pone la questione all’attenzione di un pubblico più vasto del circolo tecnico. E che cita il fatto che, l’ultima volta che abbiamo avuto un accordo cross motori di ricerca, è stata la volta della creazione delle sitemap.xml, nel 2006. Una maniera condivisa di segnalare ai motori tutti i percorsi URL presenti nei nostri siti, che tanto ci facilitano oggi.
Un elemento non scontato. quindi quello dell’accordo tra motori.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento