Due righe veloci per dire che all’ultimo ho deciso di partecipare a questo splendido e ricco Summit, e poi vedremo se entro quei giorni avro’ realizzato un po’ di struttura attorno ai contenuti di questo blog.
-> Architettura dell’Informazione e Innovazione - IA Summit 2007 - Trento

Architettura dell’Informazione e Innovazione

Nel fare Architettura dell’Informazione classificare, strutturare, rendere trovabile, rendere interoperabile sono passi necessari per la produzione di innovazione nelle aziende, nelle università e nella Pubblica Amministrazione.

Conoscendo l’amico Alberto Mucignat e di sfuggita anche Luca Mascaro, sono certo che saranno affrontati temi fondamentali e collegati molto direi, con la grande vision del Semantic Web. Integrarsi e muoversi insieme non puo’ che far bene a tutti noi.

Ho sempre pensato di lasciarlo crescere questo blog, cosi’ come veniva, e poi vedere cosa accadeva.

La sensazione che ormai risulti stretto come strumento, era nell’aria gia’ da tempo. [ sul tema a breve una piccola chicca, fatti parecchi passi avanti .) ]

Ora ci sono filoni che vorrei seguire, in stile bottom up, proprio a partire da spunti emersi dalle mie peregrinazioni e dalle segnalazioni che sono emerse in queste righe.
Lo scopo principale del blog era quello di creare un mio personalissimo flusso mentale registrato nel tempo: ma ora e’ giusto stendere questo flusso, in forma piu’ umana .) Anche perche’ altrimenti perdo pezzi per strada pure io!!

Lavorero’ per fare un po’ di cosuccie:

  • facilitare la lettura immediata delle idee che voglio esprimere - una specie di summary iniziale
  • far rivivere l’ottimo plugin di Shelley Powers, che semanticamente raccoglieva i riferimenti a fondo post, per migliorare la leggibilita’ dei post, e diminuirne l’affollamento di links - e non solo [ si veda questo post per capire un po’ ]* usare in parallelo un** motore prettamente semantico di appoggio** - una sorpresa in merito arrivera’
  • un wiki di completamento per tracciare in forma piu’ organica e strutturata il caos che emerge tra le righe
  • riprendere a scrivere posts in inglese, in forma avanzata e costante - non solo divulgazione, ma anche implementazione del Semantic Web in prima persona - questa e’ la fase in cui sto entrando, vi avviso .)

Queste sono alcune delle cose che sto mettendo in piedi, il resto si sta concentrando su FullOut e il progetto M.A.N. at work

Ad esempio, sul blog di FullOut c’e’ molto semantic web, ma l’interfaccia e’ ancora implicita e va esplicitata senza troppi giri di parole… Oltre al fatto che ci sono i dati, ma non le loro applicazioni visibili .)
Diciamo che il lavoro da fare sta andando avanti…

Insomma: il puzzle si fa interessante .)

Riprendo proprio il post in tema di Alberto, dicendogli che saro’ davvero attento a quello che si dira’, visto che questo sito e’ un vero e proprio sito da coda lunga, e che la maggior parte del traffico arriva proprio dai motori di ricerca ( oltre ai link saltuari su segnalazioni di mass media vari ).

Mi e’ capitato proprio in questi giorni di ricevere un commento di scarso aggiornamento del sito ( di un singolo post, nel caso specifico ), da una persona che probabilmente non e’ ancora abituata al design di un blog, e che senza aiuti proposti dall’interfaccia, si e’ proprio persa nella singola pagina. Senza capire che la pagina era un post, ma pensando che la pagina fosse tutto il sito.

La colpa e’ del blog stesso, non strutturato per natura, e mia inconsapevolmente: cerchero’ ora di rimediare a queste mie mancanze.

Fa riflettere che molte volte si dia per scontata l’usabilita’ di un’interfaccia, in base anche all’esperienza pregressa che noi tutti possiamo avere.
Quanto invece sia difficile e quasi filosofico il modo di porsi verso queste nostre interazioni, molte volte dimenticate, o lasciate per ultime.

Il lavoro dell’architetto dell’informazione e’ quasi incompreso, ma di primaria importanza.

Piu’ ci penso, e non vedo l’ora di esserci a Trento, a dirla tutta :)

Una chicca: questo scritto mi sta facendo davvero riflettere…
-> Don’t click here: the art of hyperlinking

Oltre a questa, aggiungo una chicca semantica, del caro Danny Ayers, che in tema di links e di cose che diamo per implicite, ci sta davvero tutta…
-> My work is done

**But the thing is, pretty much every single page on the Web contains some useful semantic information - links. **

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Da un po’ di tempo vi siete accorti che ho spostato la struttura del blog in basso e ho messo una barra dei menu non ancora attiva nel top della pagina…

Non usando mai Internet Explorer mi ero affidato allo standard** CSS** per il posizionamento, e con Firefox no problem.. mentre Explorer era di diverso avviso…

Ho usato un trucco che ho trovato in un sito.. il riferimento lo posto non appena lo trovo.. per creare l’ombreggiatura ad un oggetto DIV che possa cambiare dimensioni..
[ trovato… ]

La cosa comica e’ che Explorer non vede due cose:

  • il supporto alle immagini PNG e’ inesistente.. infatti sotto Firefox c’e’ l’effetto trasparenza visto che l’immagine PNG la supporta
  • il posizionamento relative del blocco con Explorer non va: il left infatti non lo prende proprio.. e’ per questo che chi usava questo browser lo vedeva allineato alla destra… scusate :)

Per un po’ lascero’ il menu allo stato attuale: e’ interessante quello che si vede con Firefox:
essendo adesso posizionato con l’attributo fixed scrollando la pagina crea un interessante effetto lente sul contenuto dove passa…
[ ovviamente MS Explorer manco lo supporta il fixed ]

Non appena verra’ attivato pensero’ come renderlo leggibile anche quando passa sui contenuti: per ora e’ solo un esperimento e un interessante spunto di riflessione sul fatto di continuare ad usare Explorer..

Quindi non considerate il problema della leggibilita’ per ora…

E qui chiudo: ma visto che c’e’ un browser molto piu’ stabile, sicuro e che supporta tutte le ultime tecnologie ( tranne SVG purtroppo ) non vedo perche’ continuare ad usare un prodotto che fa acqua da tutte le parti…

Alcune info al riguardo:

-> Browse Happy
-> Spread Firefox

Riferimenti:

-> Drop shadows

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La libera conoscenza delle idee crea il progresso, e le tecnologie che abbiamo a disposizioni in teoria faciliterebbero tale flusso libero…

Il problema e’ che bisogna pur vivere… ma quando e’ troppo, e’ troppo…

Pretendere che di fronte ad una qualsiasi opera personale, oltre al lavoro per farla occorra una specie di brevetto per poi lucrarci sopra e’ insopportabile: e’ l’idea di fare soldi facilmente…

Fai qualcosa di appena appena originale e poi sei a posto per tutta la vita: si e le conseguenze?

Per fortuna non tutti la pensano cosi’ e hanno di fronte altri ideali, altrimenti a quest’ora non avremmo certo la possibilita’ di comunicare…

Proviamo a pensare se l’idea o i protocolli di Internet fossero stati brevettati, o ancora l’invenzione del Web da parte di Tim Berners-Lee, o ancora il layout a tre colonne o i menu a scomparsa, o …

Se avete altri esempi ben lieto di includerli…

Il problema nasce da questa notizia tratta da Punto Informatico:

-> Come proteggere il design di un sito?

Siamo alla follia: l’autore ( nemmeno di parte, il sito di riferimento e’ questo: patnet.it ) cerca di far capire i riferimenti legislativi per tutelare sotto opera d’ingegno anche un design di un sito… in pratica una specie di brevetto da applicare al sito stesso…

Ora non so se e’ chiaro il modo con cui Internet funziona, e i motivi che ne hanno decretato il successo e la relativa facilita’ di scrittura contenuti: facciamo qualche punto…

  • la libera circolazione di tecniche e trucchi per pubblicare su Web sono la chiave dello sviluppo stesso dei siti: si imparano nuove tecniche e le si adattano alle proprie esigenze in piena liberta’.. e si va dal design al codice javascript condiviso
  • l’usabilita’ e le tecniche di navigazione dei siti sono uno standard ( o meglio dovrebbero esserlo ) e lo sono diventati solo grazie alla libera diffusione e sperimentazione delle tecniche di navigazione
  • il Web stesso si basa sul concetto di LINK: proviamo a pensare se alcuni siti imponessero una tariffa da pagare per avere la possibilita’ che siano linkati da terzi… perche’ magari sono siti importanti… e venga cosi’ sfruttata la loro immagine
  • l’uso di certe immagini, l’uso cromatico di certe combinazioni di colori… sotto brevetto a costi di licenza folli: chiuderebbero tutti i siti privati e personali o senza aziende o pubblicita’ alle spalle: la semplicita’ stessa del Web verrebbe meno
  • le idee originali sul web design non possono certo esserlo, per definizione ormai si costruisce sempre sul lavoro di qualcun altro… affermare il contrario e’ ipocrita, tranne per qualche mago del CSS ( e cmq le tecniche ci sono..ma alcune sono poco diffuse )
  • pensiamo se i grandi esperti iniziassero a brevettare le loro tecniche innovative: gli unici siti che starebbero al passo coi tempi sono quelli che hanno soldi alle spalle… una eventualita’ molto brutta

Il problema e’ che si vuole vivere facendo sempre meno e intrerpretando le leggi e le normative senza l’uso del buon senso…

Di brevetti ne capisco poco, a fondo pagina troverete parecchio materiale dove le cose sono spiegate molto bene:
il problema a mio avviso e’ che nel campo informatico i brevetti non sono applicabili come nel mondo industriale…e nell’era industriale: oggi sono anacronistici e vanno aggiornati, non certo aboliti.

Nel nostro mercato oggi brevettare significa difendere le multinazionali, far crollare l’innovazione e lo spirito di ricerca nonche’ la ricerca stessa…

sarebbe un gravissimo passo indietro per l’umanita’…

Cosa combina invece l’America?

Be’ e’ presa talmente male che adesso stanno per mettere** sotto copyright** anche alcune posizioni dello Yoga!!! maggiori info su ZeusNews

Non riesco nemmeno a commentare certe vicende: sono deluso…

a volte sarebbe meglio tornare indietro nel tempo, non credete?

Riferimenti:

-> Come proteggere il design di un sito

-> Lessig, jihad contro monopoli e brevetti?
-> No ai Brevetti Software - da attivazione.org
-> Saggi di Richard Stallman ( anche sui brevetti )

-> Yogux, Microyoga e il copyright creativo

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento