Sta nascendo una sinergia notevole di intenti, tra un microblogging open source e decentralizzato, e il prototipo semantico che sto usando, SMOB, che avevo iniziato a mostrare qualche post fa.

Identi.ca e’ il nuovo Twitter in mano agli utenti, basato sul codice di questo progetto open, Laconi.ca.

Identi.ca is a micro-blogging service based on the Free Software Laconica tool.

If you register for an account, you can post small (140 chars or less) text notices about yourself, where you are, what you’re doing, or practically anything you want. You can also subscribe to the notices of your friends, or other people you’re interested in, and follow them on the Web or in an RSS feed.

Il mitico Dan ha unito gli intenti e lanciato il sasso nello stagno, come suo solito, in modo mirabile:
-> Be your own twitter: laconi.ca microblog platform and identi.ca

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Questa’ e’ un’altra notizia bomba, purtroppo sara’ sommersa dal peso dell’OPA di Microsoft su Yahoo, ma io direi che ha quasi maggiore potenziale:
-> URLs are People, Too
-> Google Gathers Social Graph Information From The Web, Launches API

Google Social Graph API

In sintesi: forse una delle prime risposte al lavoro in seno del gruppo Data Portability, con i primi strumenti a disposizione degli sviluppatori…

Data Portability logo

Vediamo perche’ e’ una cosa di fondamentale importanza, almeno nelle intenzioni e nelle direzioni intraprese…
E’ la sintesi di una discussione che era iniziata in Rete diversi mesi orsono, a livello tecnico e aveva toccato ovviamente il Semantic Web, e proprio per questo mi ero aggiunto alla discussione a suo tempo.
-> Thoughts on the Social Graph - articolo originale del medesimo autore del post di Google .)
-> Il grafo sociale aperto: la “next big thing” del web

[ _si veda a fondo post per gli altri riferimenti _]

E’ uno dei nervi scoperti della Rete attuali, e quindi appena se ne parla, si finisce davvero in un ginepraio.

La cosa nuova e’ che il peso specifico che ha un qualsiasi personaggio rispetto a quello che ha Google, non genera certo grosse modifiche nella percezione di una tecnologia, mentre adesso che e’ Google a schierarsi, assieme magari a Yahoo e al suo recente appoggio ad OpenID… be’.. stanno muovendo in un senso assai positivo le dinamiche della Rete.

AGGIORNAMENTO: anche O’Reilly giustamente vede il valore della vicenda, e da’ alla cosa un peso non da poco:
-> Social Graph API: One small step for Google, one giant step for the Internet Operating System

This is REALLY cool, even though it’s just a beginning. As I said in the title, a small step for Google, but a huge step towards the internet operating system. Most importantly, it’s a step that doesn’t put the social graph under the control of any one company, but instead provides mechanisms for the user to control what information about him is available to applications.
[…]
But a real platform service makes it possible for developers to do things entirely outside the realm of the originating provider’s application. Unlike OpenSocial, which I found disappointing, the Google Social Graph API is a game-changing play in the social networking space. It’s a huge step towards open standards and a level playing field in smart social apps, and exposes Google’s data and infrastructure in a subtle and powerful way

PS - Visto che ci sono in ogni caso dei punti oscuri, che ben emergono dal post e dai commenti di O’Reilly, mi piacerebbe vederli nei commenti, io in ogni caso faro’ un post dedicato alla cosa…

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E’ interessante poter leggere come il problema dell’identita’ digitale anche in Italia stia diventando argomento del giorno…
La consapevolezza sta arrivando, per fortuna.

Totanus ha scritto dei gran bei posts:
-> Riprendere il controllo di sè stessi
-> I’m not evil

Personalmente non sono un radicale, ma sto cercando di trovare un modo personale e che mantenga sotto controllo i dati per quelle applicazioni sensibili che vorrei usare ( feedburner mai usato per modifiche ai feed e tenerli sotto controllo, google feed reader usato poco, mi toglieva controllo reale, gmail e’ l’unica che uso ma che backappo sotto evolution… e via dicendo… )

E il valore del gratis in realta’ e’ direttamente in relazione al valore aggiunto che stiamo creando a quel servizio x che stiamo usando… In profilazione utente non molto consapevole, tra l’altro. Un po’ come le tessere degli ipermercati che ci danno un po’ di sconti durante l’anno, in cambio di tracciare le nostra abitudini di spesa…

Sono d’accordo pero’ con Luca Conti quando parla della dimensione sociale che si andrebbe a perdere: ha ragione.

Comprendo la preoccupazione ma non la soluzione. Alcune piattaforme non sono solo un deposito ma anche una piattaforma di condivisione. Per le foto ad esempio, se le togli da Flickr e chiudi l’account, tenendole solo sul blog, perdi una occasione di condivisione importante.

In ogni piattaforma decidi tu cosa comunicare di te stesso. Perché dici di perdere il controllo? Qual’è l’alternativa? Tenersi tutto sul proprio dominio? Se è aperto ai motori di ricerca, Google dissemina comunque, anche con meno controllo da parte tua, non credi?

Vorrei puntualizzare una cosa: Google dissemina molto, e comunque solo quello che vuole. [ un post al riguardo sui lati oscuri di Google ]

Ma la reale differenza e’ che non hai un punto dove facilmente la tua identita’ possa RICOSTRUIRSI in una forma comprensibile e unitaria: siamo disseminati per il cyberspazio in mille frammenti…
E non e’ per nulla semplice aggregarci in un tutt’uno di nuovo, oggi come oggi.

Il blog forse rapresenta lo strumento principe per ridarci un’unita’, almeno prima del profilo di Facebook, in parte.
Sarebbe giusto l’inverso, pero’.
Se io posso avere nel mio dominio i dati pubblicati e pronti per essere aggregati secondo le mie policy ( verso la Web of Data decentralizzata ), e poi sono i sistemi di community o di alcuni servizi che fanno il polling per aggregare o aggiornare tali dati…

Pensiamo solo al profilo personale: se nei sistemi che andiamo ad usare avessimo una URL al nostro FOAF da inserire piuttosto che la solita form, che automaticamente carichi i dati tradizionali ( e che alla nostra modifica si aggiorni direttamente a partire dal nostro file nel nostro dominio, a raggiera verso tutti i servizi che abbiamo sottoscritto )…
Be’, non sarebbe poi cosi male, no? .) [ per inciso TalkDigger gia’ lo fa in questo momento ]

Si andrebbe a creare una specie di Rete Bittorrent dei dati da aggregare, probabilmente.
Un rapporto piu’ equilibrato tra banda in download e banda in upload nei confronti dei fornitori di servizi Web2.0 e i domini degli utenti.

Un caso personale: stavo pensando di personalizzarmi un tumblr su questo dominio, ma mi sono reso conto che ha piu’ valore dove sta adesso, perche’ distribuisce un mio flusso di coscienza di appunti presi in giro, che e’ una forma veloce ed intima se volete di condivisione, che completa un blog, ma che all’interno della PIATTAFORMA TUMBLR, rende un servizio che non ha un CLONE che aggreghi in stile web of data, appunto.
**
Le alternative vanno create, ma va creata la domanda per tali alternative.
E la domanda e’ la consapevolezza che sta maturando in seno alla comunita’.**

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Foto dell'autore

Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento