Scrivo due righe per associarmi alla tristezza di molti, di fronte alla ennesima dimostrazione di repubblica di banane, dove viviamo…

Attivissimo in particolare, ha espresso molto bene il mio punto di vista sulla questione berlusconi e googlebombing
-> Googlebombing politico, l’immaginazione ignoranza al potere

Niente panico, quindi.
I veri motivi di preoccupazione, semmai, sono che non sapete queste cose eppure pretendete di legiferare su Internet, e che quei pochi fra voi che capiscono la Rete vengono messi in un angolo. Così vi riunite come ciechi che dissertano sugli arcobaleni. Non stupisce che poi il sonno della ragione partorisca mostri liberticidi come la legge Urbani, coi suoi impossibili, kafkiani “bollini” SIAE da applicare ai siti.

I veri vandali di Internet non sono coloro che fanno googlebombing goliardico. Sono coloro che non sanno come funziona, ma pretendono di dettarne le regole, convinti di poter imbrigliare la Rete, come bambini che soffiano verso il cielo e s’illudono così di spostare le nuvole.

Internet e’ un mezzo che riesce a dar voce alla massa, se questa ne e’ consapevole e lo usa: e’ il Googlebombing e’ proprio un atto che fa parte della liberta’ d’espressione IMHO

Che la cosa faccia storcere il naso al potente di turno e’ cosa risaputa, ma che tutti i media se ne escano con certi articoli e’ l’espressione dell’indice di cultura scientifica e giornalistica che abbiamo in questo povero Paese.

AGGIORNAMENTO: ho appena scovato unprecedente interessante, ma possibile che non si impari mai? Per non parlare dei giornalisti…
-> Contrappunti/ Un fallimento miserabile

Da Alessandro Longo:

Il commissario Savarese ha solo detto ai giornalisti che avrebbe indagato (che è la risposta scontata, di prassi, quando un giornalista ti chiama e ti chiede che farai come Autorità), non ha confermato che si trattava di pirateria informatica. Gli ho parlato poco fa e mi ha confermato che crede che il Google bombing non è illegale.

Via Spazio Digitale

Per chiudere vorre citare un bellissimo post di Sergio Maistrello, che al di la’ della posizione politica espressa, [ naturalmente personale per ogni lettore ] indica a chiare lettere quello che penso anch’io: sono troppi anni che l’Italia intera deve votare il meno peggio, e che la classe dirigente rimane SEMPRE la stessa, vecchia e stolta a difendere i PROPRI interessi, che purtroppo non coincidono ne’ che con quelli del Paese ne’ con i nostri.

Trovo curioso che l’occasione in cui si dovrebbero esprimere i massimi ideali si sia trasformato in uno dei momenti più bassi della nostra storia democratica.
Non è emerso il meglio del manipolo di persone che ha scelto di darsi da fare; gli ultimi sei mesi sono stati giocati invece sui nostri peggiori istinti. Stiamo regredendo come popolo, abbiamo ceduto a lungo a chi ci mostrava la via più facile (e certo Silvio Berlusconi è una figura chiave in questo processo, benché non sia il solo responsabile).
Siamo assuefatti perché abbiamo assunto la remissività a piccole dosi giorno dopo giorno per anni. Non dal 2001 o né dal 1994, ma molto prima.

Ogni giorno accettiamo che il mondo vada impercettibilmente peggio con la complicità delle nostre scelte, osiamo sempre meno e ci accontentiamo sempre di più: sul momento non te ne rendi conto, ma se ti volti indietro ti accorgi che a forza di sfiorare i paletti li abbiamo spostati ben oltre ciò che solo un decennio fa avremmo ritenuto tollerabile.
Il risultato è che la popolazione italiana è immune all’indignazione, ha fatto gli anticorpi all’orgoglio.

AGGIORNAMENTO: visto che chiudere in tristezza non e’ mai bello, inserisco un bel link a qualcuno che si e’ fatto notare almeno per l’eta’ diversa che porta aria nuova nella nostra dirigenza: o almeno ci ha provato…
-> Il blogger che voleva farsi premier

Secondo Scalfarotto (ed è difficile dargli torto) il problema è che la contesa tra i due vecchi settantenni è l’immagine di un Paese vecchio, che costringe i cervelli alla fuga all’estero, che non premia le classi giovani e creative che fanno la fortuna delle nazioni che si sviluppano e crescono economicamente, culturalmente, in innovazione come la Spagna, governata dal quarantreenne Zapatero o la Gran Bretagna in cui Blair vinse che aveva quarant’anni e il leader attuale dei conservatori britannici ne ha trentanove e potrebbe diventare primo ministro al massimo tra due o tre anni.

Da noi invece i settantenni fanno fatica con le lingue e l'informatica, occupano tutte le posizioni di potere, non solo nella politica, e al massimo le tramandano ai figli: **i figli degli operai faranno gli operai e così i figli dei dentisti, dei giornalisti, dei calciatori, dei registi, dei politici, in una società di caste, con il minor tasso di mobilità sociale d'Europa**.

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Riuscire a leggere cosa dicono della situazione italiana e di quello che accade qui da noi dalle fonti estere risulta molto interessante, ma anche filtrare l’informazione nazionale non fa male…
-> Internazionale.it

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-> Italieni.it

L’Italia sulle pagine della stampa internazionale.

-> Supergiornale.it

Un quotidiano in cui siano riuniti i migliori giornalisti farebbe la felicità di ogni lettore (e di ogni editore). L’idea di Supergiornale è proprio questa: un sito che seleziona gli articoli delle migliori firme del giornalismo italiano.

Supergiornale viene aggiornato dal lunedì al venerdì, alle 13 in punto. Quando uno dei giornalisti che fanno parte della Top 70 ha scritto un articolo, Supergiornale pubblica il titolo originale, un breve riassunto e il link all’articolo.

-> TocqueVille. La città dei Liberi

TocqueVille, istruzioni per l’uso
TocqueVille è un aggregatore per blog liberali, conservatori, neoconservatori, riformatori e moderati.
Per diventare cittadini di TocqueVille non è necessario aderire ad alcun “manifesto” o programma politico, né appoggiare un particolare partito o schieramento di partiti.
Il nostro obiettivo è quello di far dialogare e crescere culturalmente quest’area di riferimento, in uno spirito fusionista.
La redazione di TocqueVille si riserva insindacabilmente la scelta dei post da aggregare e il diritto di negare o revocare l’iscrizione.

Aumentare il numero di fonti e’ sempre un’ottima cosa: l’ultima iniziativa e’ quella piu’ complessa e opinabile e controversa, ma molto interessante e da approfondire sicuramente…

Intanto pero’ vorrei citare l’editoriale dell’Internazionale di questa settimana perche’ fa riflettere, perfettamente d’accordo con quanto si dice…
al di la’ della posizione politica di ciascuno sembra che dei problemi veri non si parli per la nostra classe dirigente…

È una tecnica molto semplice. Il linguista americano George Lakoff ci ha scritto pure un libro (che la nostra casa editrice, Fusi orari, sta per pubblicare): se qualcuno ti dice di non pensare a un elefante, diventa impossibile non pensarci. Ormai l’agenda politica italiana è così, determinata e controllata dalla destra, che ne decide temi, tempi e modi. E la sinistra arranca con il fiatone. Forse è arrivato il momento di respingere quest’agenda, di proporne un’altra, e magari di rifiutarsi di prendere in considerazione i temi imposti dalla destra. Cominciamo da noi, dalla nostra vita di tutti i giorni, parlando solo delle vere urgenze, di persone, posti e fatti realmente importanti. E quanto al resto, diciamo basta. La legge 194 sull’interruzione di gravidanza? Non solo non è in discussione, ma ci rifiutiamo perfino di parlarne, come non c’è bisogno di parlare del fatto che d’inverno fa freddo. Punto. - Giovanni De Mauro

Lasciatemi gettare un sasso nello stagno: in questi giorni di freddo sembra di essere al Polo a sentire i media, e invece siamo solo in inverno [_ o quasi_ ] : strano ma vero…

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento