Come potrebbe essere usato lo strumento hackathon assieme al tassello degli Open Data per farci diventare maggiormente cittadini nelle città in cui viviamo?

Potrebbe diventare una pratica da far utilizzare anche agli architetti e nella pianificazione urbana?
E quanto è davvero utile creare servizi o applicazioni spesso isolate dal sistema in cui dovrebbero calarsi? C’è davvero un effetto sistemico che crea vantaggi, oppure no?


Il 2016 è stato un anno particolarmente intenso e colmo di esperienze interessanti.
Una delle ultime a cui ho avuto la fortuna di partecipare è stato l' [hackathon Milano@work](https://calendario.eventi.polimi.it/#milano_work_hackaton) del 16 e 17 dicembre scorsi che si è tenuto in una freddissima Milano.
Ero tra i mentor dei ragazzi che partecipavano all'hackathon, come supporto esterno agli amici dell' [associazione OnData](http://ondata.it) ( _full disclosure: mi hanno chiesto una mano, pur non essendo io socio dell'associazione in realtà_ ).

Prendo spunto da quell’hackathon per aggregare alcune idee sulla necessità di ripensare lo strumento hackathon nel riuso della PSI (Public Sector Information). Forse è il caso di porsi alcune domande. In un certo senso sono temi che avevo già affrontato in passato, ma lateralmente e in maniera più astratta:

Nessuna delle riflessioni qui sopra si era soffermata sullo strumento hackathon in quanto tale, specie perché in quegli anni forse era troppo presto per metterlo in discussione e perché io stesso ne avevo seguiti pochi o nessuno, magari.

Le domande che mi passano per la testa sono quelle inserite in apertura del post e sono ovviamente correlate al percorso che stiamo facendo con l’Open Government in questi anni anche in Italia.

Sono tutte domande aperte: non ho risposte, ma ho solo sensazioni e fatti sparsi, che metto sul piatto.

Vediamo se ha senso questo ragionamento, poco più di un flusso di coscienza. Magari torna utile anche per i civic hackathon che facciamo nella comunità di Spaghetti Open Data, che soffrono assai meno degli hype di altri contenitori visto che sono costruiti sul consenso della comunità.

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-> Conoscere la complessità: viaggio tra le scienze

Si tiene il 22 e il 23 novembre 2007 presso la Sala 500 del Centro Congressi Lingotto di Torino
il sesto convegno internazionale organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico del CSI-Piemonte.
L’appuntamento, promosso con la collaborazione della Fondazione ISI, è dedicato alla “complessità”, intesa come valore e caratteristica intrinseca ai sistemi naturali, sociali e tecnologici.
Nei due giorni di lavoro, caratterizzati dal consueto taglio interdisciplinare, vengono affrontate numerose tematiche: dalla struttura degli organismi viventi al clima; dall’organizzazione di un’azienda all’andamento dei mercati finanziari, all’evoluzione del “sistema internazionale”;
dalla progettazione di software “intelligenti” a quella delle grandi reti di comunicazione come Internet.
È prevista la traduzione simultanea inglese-italiano.

Via ApogeoOnline, davvero un’occasione mancata, speriamo qualcuno ci vada….

Temi affrontati davvero in modo brillante da Ibridazioni, recente scoperta nella coda lunga della blogosfera .)

Peccato non avere il dono dell’ubiquita’ :)

Nessuno che riesce ad andarci a questo evento?

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Percorsi...

in Vita

Nel commentare l’ultimo post, e’ venuto fuori davvero del materiale interessante…
E son rimasto folgorato: quante volte e’ che ho sottoscritto il feed dei commenti di un blog?

Non molte davvero.
Quante cose potrei aver perso?
Vabbe’, non riflettiamoci troppo…
Pero’ un blog con un feed post + commenti gia’ integrato non sarebbe male, per aumentare la trasparenza della piattaforma per l’utente…

Cmq sia, sono in un periodo particolarmente ispirato, per cui una citazione da un libro davvero illuminante e’ doverosa…
Sempre in tema con il post precedente, per spiegare un po’ il mio percorso sulla via di Damasco .)

**Uno dei tratti distintivi dell’esperienza contemporanea e’ che l’eccesso d’informazioni crea rumore. **
Siamo attraversati da fiumi di informazioni e da flussi crescenti di dati. Trattandosi per lo piu’ di dati non elaborati, noi non siamo coscienti - anche se non siamo proprio inconsapevoli - di gran parte dell’informazione che raggiunge i nostri corpi e le nostre menti.
I fiumi che attraversano il nostro inconscio e la nostra coscienza creano una turbolenza psicologica, sociale e culturale che forma dei bacini da cui la conoscenza puo’ attingere significato, forgiandosi.
Conoscenza e significato si formano quando il flusso delle informazioni viene canalizzato in modo efficace mediante vari processi di selezione, proiezione e schermatura.
[…]
Rumore e informazione non sono due opposti che si escludono; il rumore e’ sia informazione che non e’ ancora stata selezionata, sia il residuo che rimane dopo la selezione. Non c’e’ rumore senza informazione, ma non c’e’ informazione senza rumore.

Da “Il momento della complessita’‘“, un libro che consiglio assolutamente…
Ecco perche’ ho parlato recentemente di equilibrismi, probabilmente…

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento