Nella giornata di Natale è stato pubblicato il mio primo contributo ad un nascente progetto editoriale, che pare abbia proprio una gran bella squadra, con molti amici: Pionero.it.
La colpa, se di colpa bisogna parlare, è di quel mattacchione di Gigi Cogo.

La schermata del post sul VRM su pionero.it

Il tema è una mia vecchia mania: quella di iniziare a porre l’attenzione sulla catena del valore e sui flussi dei dati, soprattutto quelli indiretti, e sul perchè sia tutto gratis nel Web2.0.
ovvero la moneta di scambio siamo noi.
Basta saperlo, e ricordarselo.
E come molte altre volte, tutto parte da un gran bel post di Luca De Biase.
Verso la visione del VRM:
-> Project VRM

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Sabato c’è stato un simposio a Pordenone sul tema Smart Cities e partecipazione: l’evento si inserisce all’interno della roadmap di Pordenone Facile, un cammino di consapevolezza unico nel suo genere.
Merita attenzione ( non solo perchè viene seguito anche da amici come Sergio o Alberto, o ancora Gigi, tanto per dirne un po’… per non parlare poi di Luca De Biase ).

Le slide di presentazione del percorso:

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E’ una sensazione strana, ma ogni tanto riemerge e serve buttarla giu’ in forma scritta, cosi’ magari la si ferma e la si mette a fuoco.

Si parla tanto di Enterprise 2.0. Anche a ragione ovviamente.
Ho letto un po’ dei commenti in Rete in merito all’ottimo sforzo da parte dei pochi italiani attenti a questi temi, tra cui spicca Emanuele Quintarelli, che e’ stato uno dei prodi organizzatori dell’International Forum on Enterprise 2.0 di Varese di qualche giorno fa.

Peccato non esserci stato, ma felice di poter contare sulle sintesi online, che trasmettono un po’ di dono dell’ubiquita’ a noi poveri mortali. .)

Mi ha colpito molto la riflessione di Gianandrea, dalla quale non e’ proprio possibile far emergere le cose interessanti, visto che sono troppe.
-> Enterprise 2.0 - Varese

Se per qualcuno non è ancora chiaro, spero di no, la rivoluzione che sta innescando la ICT trova i suoi maggiori ostacoli nei cambi culturali e generazionali. Non si tratta solo di tecnica, come da più di 10 si continua a ripetere nel Knowledge Management.

Forse e’ notevole citare tra gli ultimi commenti, quello di Emanuele, giusto per fissare una cosa al volo:

L’enterprise 2.0 non è una moda, perchè non risponde a nuovi problemi e forse neanche utilizza strumenti nuovi. E’ una concezione diversa di organizzazione più partecipativa, emergente, orizzontale, basata su coinvolgimento e comunità di pratica, etc etc. Qui non si tratta di software e noi personalmente non facciamo e non vediamo software, cerchiamo invece di risolvere alcuni problemi in un modo diverso, in alcuni contesti più efficace. E’ l’opportunità che guida la soluzione, non viceversa.Tutto qui.

Aggiungo una riflessione parallela, a mo’ di pensiero laterale.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento