Ho appena ascoltato uno dei podcast della serie E-boom, che cerco di seguire, vista la mia passione smisurata per i contenuti e i libri…
-> Quindicesima puntata: iLiad? Non mi piace!

Devo dire che in questi mesi di utilizzo di Iliad, in parte ho riscontrato persone che hanno fatto le medesime critiche di Simone…
-> Iliad non mi piace ma sono vivo
Il caro Antonio, sempre pronto nel rispondere alle idee altrui con le sue di idee, fornisce altri spunti di lettura…
-> Iliad non mi piace

Riguardo allo scetticismo rispetto alla velocita’ di risposta del dispositivo, confermo quello che poi ha fatto emergere Antonio…

L’esperienza di Iliad deve essere ANALOGICA, non digitale: nel senso come approccio al mezzo, pur digitale, e’ il suo utilizzo che non lo e’…
Leggere i libri necessita di tempo, di calma e si dovrebbe cercare di renderlo un piacere.
C’e’ un tempo per farlo, che sara’ e sara’ sempre piu’ lento della frenesia che abbiamo nei nostri schermi di computer o dei nuovi smartphone o cose del genere.

La lettura deve essere qualcosa di diverso.
E non e’ detto che si debba pensare solo ai romanzi.
I saggi, ad esempio, che sono la mia lettura principale. Tempo e concentrazione.

Se invece ho bisogno di ritrovare qualcosa, o di leggere qualcosa in fretta, dare un’occhiata, allora abbiamo gia’ quel dispositivo.
Il computer.

Il vantaggio di Iliad e’ la sua apertura allo sviluppo e alla personalizzazione successiva, grazie alla base Linux ( e quindi il suo mantenimento di valore nel tempo, a differenza di beni che conosciamo bene ) e la tecnologia E-ink, oltre che alla sua portabilita’.

**Non dobbiamo vederlo come un computer, ma come un salvavita per i nostri occhi, per il risparmio di spazio e di carta che faremo usandolo. **
E per gli utilizzi che stanno crescendo, con il nostro nuovo modo di vedere la carta digitale: nella nostra interazione con lo strumento, come sappiamo, ne modifichiamo anche inesorabilmente lo sviluppo e la storia.

E’ come una porta, verso un modo nuovo di concepire l’editoria.
[_ mi servirebbe un A3 in e-ink per fare brainstorming e mappe mentali in effetti, o card sorting .)_ ]

Ma l’anello debole della catena non e’ nel dispositivo: e’ nell’uomo.
Nella sua pigrizia nel ripensare meccanismi e abitudini consolidate, e mi ci metto io per primo.

Io sto utilizzando parallelamente mac, pc, l’N800 e l’Iliad
Sto cercando di arrivare ad una metodologia d’uso che sia efficiente ( imporsi dei tempi per fare ordine, archiviare e schematizzare flussi di idee e cose fatte e’ una buona abitudine ).
Qualcosa magari diro’ al riguardo, come spunto se puo’ essere utile.

Non credo nel device unico che completa i nostri bisogni, ma nel saper usare diversi strumenti nel rispetto delle nostre esigenze.
( forse chi conosce il libro “Il computer invisibile” capira’ qualcosa in merito )

Da persone che comunque amano leggere, e che scrivono libri, ho ricevuto apprezzamenti ed uno sguardo sognante.
Puo’ essere soggettivo come interpretiamo la lettura, e’ naturale.
Ma unire il mondo digitale con i vantaggi di lettura dell’analogico e’ l’aspetto fondamentale della questione.

Continua a leggere

Scoprire che qualcuno realizza e condivide qualche proprio folle slancio riflessivo e’ gratificante…
Ma era anche ora, direi…
-> Scuola e libri… qualcuno si e’ mosso…

In effetti dare come compiti che so, aggiungere materiale a Wikipedia oppure trovare spunti di discussione dalle discussioni stesse su Wikipedia non sarebbe male,no?

Ecco la notizia fresca fresca da Punto Informatico:
-> Basta compiti in classe, si passi a Wikipedia

Roma - Alzino la mano i prof che in Italia ci avevano pensato: pochi? Nessuno? Invece, la professoressa Martha Groom, dell’Università di Washington-Bothell ha avuto proprio questa idea: perché insistere ancora con sterili mezzi di verifica didattica, superati e, soprattutto, ermetici? Tanti sforzi, salvo casi di estrema bravura, oggi restano confinati tra le mura dell’istituto didattico, quale esso sia. Perché non pensare a Wikipedia che, nelle sue varie versioni internazionali, ha tanta sete di pagine serie, sicure, affidabili, accademicamente valide? Utilizziamola, e travasiamoci le conoscenze acquisite durante lo studio, con diligenza e con tutte le verifiche del caso.

E’ chiaro che vada pensata e ponderata tale direzione, ma penso sia una strada da valutare…
Nelle modalita’ e nel confronto con lo staff e la comunita’, sotto il controllo dei docenti e da fare solo oltre un certo grado di istruzione, of course…

E se a questo quadro, aggiungiamo un dispositivo come Iliad, ragazzi, l’insieme non e’ male… .)
-> iLiad a scuola!

Cosa cambierebbe a scuola (e all’università), se gli studenti avessero un iLiad, con dentro i libri di testo (su cui studiare sottolineando ecc.), e i quaderni (in cui scrivere prendere appunti e fare esercizi…), e i libri da leggere, e magari gli aggiornamenti dei libri di testo e i giornali e le riviste da scaricare via wifi, etc.?

Nemmeno con le nuove potenzialita’ emerse dal caro Iliad:
-> Immagine Iliad con Minimo come browser

Via my tumblr, su fonte Simplicissimus Book Club

C’e’ tutto un mondo da costruire, e le potenzialita’ iniziano ad essere comprese… vero Antonio? .)

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Ragazzi, oggi mi e’ arrivato l’Iliad, alle ore 11.55, messo subito in carica… ( chi e’ il primo alla fine? mah.. )
Seguendo anche le note di Antonio… Provvidenziali…

Ne avevo gia’ parlato tempo addietro
Adesso sto leggendo la user guide, con il software 2.9 installato…

Non ho parole, ho fatto delle foto e nei prox giorni le mettero’ online…
Ero uno dei tre temerari che l’hanno preso nei primi giorni di vendita online…

Prendere note e’ fantastico, la lettura e’ indescrivibile…
Adesso ci metto dentro un po’ di cose che mi ero preparato e vediamo…

Intanto nei giorni scorsi ho preso anche Wikinomics, e sono arrivato a meta’ lettura..
Ne parlero’ prossimamente: ci sono davvero molte cose in quel libro, oltre ad essere molto bello da leggere…

Torno ad Iliad…
I miei occhi mi stanno gia’ ringraziando…
Grande Antonio per averci portato questo gioiellino!!

Mitico :)

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento