I tags sono l’hit del momento e capire come utilizzarli al meglio vuol dire anche gestire al meglio la propria organizzazione dei contenuti…

Grazie a CentralScrutinizer sono venuto a conoscenza di questo ottimo sito che cerca di approfondire il tema dei tags…
-> A blog on tagging

[ Apro una parentesi: carina l’idea di TagCloud, ma personalmente io vorrei una sua versione nel sito stesso, senza centralizzare il tutto.. o almeno non solo…
e appena ho abbastanza dati RDF lo faro’ senz’altro…
]

Appena trovo il tempo anch’io cerchero’ di leggere tutto quello che c’e’ visto che e’ sicuramente interessante..

Volevo pero’ rimarcare un problema: spero ci sia anche qualche approccio che va oltre i famosi Microformats in XML

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Sembra che per fare le cose bene occorre molto tempo e determinazione: prima di partire a raffica ad implementare le tecniche che ho descritto per un uso dei tags ci sono ancora un paio di risorse da vedere…

Parlo di SKOS e di altri pareri non meno autorevoli…

Diciamo che questa moda dei tags assieme alla consapevolezza di sfruttare le tecnologie del web semantico stanno impegnando su diversi fronti molti tra gli esperti del settore
guardate PlanetRDF se non ci credete…

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Premessa: altro post tecnico…

Il primo passo e’ passare tutte le info disponibili in forma RDF in modo da poterle caricare nel localstore…

Per fare questo sono partito dall’idea di potenziare l’RSS1 del blog inserendovi anche il modulo che gestisce le tassonomie, cioe’ in pratica i miei tags…

Quindi

tags as taxonomies in a folksonomy

Prendendo spunto chiaramente dal post sui tags ho pensato ad un ID univoco associato ad ogni tag, leggermente diverso da quello discusso:

urn:tag:dagoneye.it/[encodingbase64]

Questo ovviamente perche’ nel mio caso il dominio e’ univoco…

Usando questi URN come Resources dei miei nodi RDF sono in grado di** usare il modello RDF stesso per gestire direttamente i tags, creando qualcosa di veramente mantenibile**…

Qualcosa che vada oltre la lingua in cui e’ scritto il tag, ma che come svantaggio renderebbe l’URL stesso del tag meno leggibile…

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento