Ieri e’ stato fatto un passo indietro sia per le istituzioni europee sia per il progresso mondiale e per le nostre aspettative lavorative…

-> Brevetti software: il Consiglio europeo ha approvato la direttiva

I brevetti sul software sono ad un passo dall’essere realta’ anche in Europa ( in America lo sono gia’… )

Per chi volesse il riferimento in assoluto e’ questo:

-> http://www.nosoftwarepatents.com/it/m/intro/index.html

Un dossier molto completo invece e’ presente su InterLex :

-> UE: colpo di mano sui “brevetti software

La mia personalissima idea che mi sono fatto al riguardo e’ che come per quanto riguarda il diritto d’autore la tutela del brevetto e’ inadeguata e anacronistica soprattutto per il software dove 20 anni sono un’era geologica!!!

Bisognerebbe tornare ai motivi per i quali sono nate queste forme di tutela e aggiornarli in base ai nuovi beni che oggi abbiamo… ma per le classi di potere e per le multinazionali e’ molto piu’ facile fare muro contro le nuove tecnologie che capirne i vantaggi…

Questa e’ l’opinione di un personaggio del quale ho gia’ parlato: Massimo Marchiori…

-> Patents: the Beauty and the Beast
e di queste cose credo sia uno che se ne intende,no?

Commenta e condividi

E questo fatto purtroppo si conosce poco…

Ma uno dei migliori docenti che ho all’universita’ e con il quale sto facendo la tesi e’ la fonte di alcune idee alla base di GoogleMassimo Marchiori

Ha conosciuto Larry Page nell’aprile del 1997, alla Sesta conferenza internazionale sul World Wide Web di Santa Clara (California), e lo ricorda come un tipo «umile, molto alla mano, con una mentalità più imprenditoriale rispetto a Sergey Brin».

I motori di ricerca dell’epoca, ricorda Marchiori, «davano un punteggio a ogni singola pagina e basta. Io ne presentai uno nuovo, Hypersearch, che andava a vedere anche la relazione della pagina con il resto del Web».

«Solo che io la pensavo in un altro modo rispetto a Page e Brin. Nella loro impostazione, se un sito di auto è segnalato da un sito di auto o di scooter il punteggio non cambia. Ma il navigatore sta cercando auto, non scooter. Il mio progetto teneva conto di questo, privilegiava la qualità dell’informazione che posso raggiungere da un sito, non la sua popolarità».

Se oggi Google non è italiano è perché i due studenti di Stanford hanno ben miscelato il genio matematico con quello imprenditoriale: «Con l’algoritmo giusto, la loro strada consentiva ricerche più veloci», riprende Marchiori.

Materiale tratto da questa intervista:

-> http://www.calamo.it/computer/google.php

Pazzesco…

e cmq ecco una ragione per cui adesso entrare in competizione sarebbe un bel casino…

Il problema sta soprattutto nelle risorse: per dimostrare la bonta’ di un motore occorre poi farlo funzionare su scala mondiale, non solo pubblicare l’idea in un articolo.

Per esempio, Hypersearch, a mio giudizio, e’ superiore a Pagerank, eppure quasi nessuno lo conosce, per il semplice motivo che non c’e’ un motore di ricerca che mostri la bonta’ dell’idea su larga scala’’.

‘’Per competere con Google -conclude- non bastano solo idee innovative, occorrono mezzi e risorse, e certamente, avendo un po’ di risorse, sarebbe una sfida stimolante’’.

Il resto del materiale in questo articolo:

-> Google poteva essere ‘Made in Italy’

E giustamente nel 2004 e’ stato premiato per la sua bravura:

-> Anche un italiano nei TR100

La sua home page al W3C:

-> http://www.w3.org/People/Massimo/

E volevo segnalare anche un bel post che richiama anche la mia opinione personale su una persona che sta dando le sue capacita’ al servizio di altri valori oltre al denaro…

-> http://www.jazzer.it/2004/11/su-massimo-marchiori.htm

AGGIORNAMENTO:

Ho trovato altri riferimenti interessanti al riguardo:

Dunque Marchiori avrebbe discusso nel 1997 di motori di ricerca con il signor Larry Page, della premiata ditta Page & Brin, cercando di spiegargli che il metodo di ricerca del pagerank aveva un sacco di difetti e, a quanto pare, convincendolo dell’esatto contrario. A tal punto da indurlo a creare il famoso google, basato proprio sul pagerank.

Il titolo dell’articolo evoca un micidiale e tipico mix di senso d’orgoglio, d’invidia e di sfiga nazional-popolare, cui sembra però, fortunatamente, essere immune il diretto interessato che, fra le righe, lascia intendere che pure lui, sooner or later, tirerà fuori dal cassetto le sue formulette e si metterà in affari.

E lo farà quando google fallirà miseramente, vittima delle debolezze di fondo del metodo pagerank, che lui aveva già individuato nel 1997 e che aveva cercato, invano, di spiegare a quel cocciuto di Larry.

E sapete quale sarà una delle cause principali di questo fallimento ?
I blog.
Sì, avete capito bene, proprio i nostri cari, amati e odiati blog.
Per evitare malintesi riporto le testuali parole del Dr. Marchiori: “con il boom dei blog nella Rete, il link, l’elemento centrale su cui si basa l’algoritmo di Google, ha perso il peso specifico che aveva nel 1997 ed è oggi inflazionato.”

La fonte e’ un blog molto bello e interessante, 5 del Mattino:

-> tormento(ne) google

Commenta e condividi

Nell’ultimo anno o qualcosa anche prima sono nati dei servizi Web molto evoluti grazie soprattutto all’avvento di RSS ma non solo…

Uno di questi servizi innovativi e’ del.icio.us :)

E che cavolo e’? Ecco la descrizione sul sito stesso:

» del.icio.us is a social bookmarks manager. It allows you to easily add sites you like to your personal collection of links, to categorize those sites with keywords, and to share your collection not only between your own browsers and machines, but also with others.

Un sistema quindi di “preferiti” sul Web stesso, e basato non piu’ sulla divisione tra cartelle dei links, ma su un sistema a TAG, cioe’ a PAROLE CHIAVE associate ad ogni link inserito.

E la cosa interessante e’ che si riesce a vedere anche quanti e chi ha gia’ inserito quel particolare link… il tutto accessibile da ogni browser e SEMPRE essendo un sito Web…

Bello,no?

Per chi vuole vedere i miei link presto li inseriro’ automaticamente nel sito, ma intanto il link e’ questo:

-> http://del.icio.us/dagoneye

E naturalmente la definizione su wikipedia.org in inglese:
-> http://en.wikipedia.org/wiki/Del.icio.us

A breve vorrei scrivere 2 righe a proposito di questi servizi che stanno iniziando ad interagire anche tra loro e quindi creando una nuova serie di servizi web avanzati molto molto utili :)

Commenta e condividi

Foto dell'autore

Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento