Ancora sul Papa

in Vita

Dopo aver fatto il nuovo Papa, vediamo di Karol cosa si puo’ dire…
Ho trovato una interessante critica del suo operato e di alcune differenze in AffariItaliani, un giornale che leggo molto poco per la verita’ e che quindi non so esattamente quanto possa essere obbiettivo…

Ma una cosa a mio parere e’ vera: tutti noi facciamo errori e seguiamo una certa linea di condotta e nemmeno il Papa esce da questa linea…

Quindi pur sapendo e riconoscendo le cose straordinarie che ha fatto e detto ( ma come mai tutto interesse solo in questi giorni… ne’ prima ne’ probabilmente dopo, vabbe’… )…

proviamo ad approfondire alcuni aspetti meno chiari del suo operato…

In particolare queste affermazioni:

[…]Da questo punto di vista si deve dire che Giovanni Paolo II, se non è stato un “Papa buono”, è stato un “buon Papa” dal momento che ha interpretato i documenti del Concilio in modo tale da riportare tutte le competenze e i poteri nelle sue mani (i documenti del Concilio consentivano diverse interpretazioni e soprattutto abbondavano in possibilismo, cosa che ha consentito di bloccare lo spirito del Concilio e di ristabilire il centralismo).

E’ giusta l’osservazione fatta dal teologo brasiliano Leonardo Boff in questi giorni:
Wojtyla ha estinto il movimento di decentramento, di collegialità e di corresponsabilità nella Chiesa incentivando invece il ruolo del papato a scapito delle Chiese locali.

Quando gli incensatori di questo papato parlano di una spinta verso l’ecumenismo che si sarebbe realizzata durante il pontificato dì Giovanni Paolo II, confondono le idee perché nessun incontro ecumenico è stato realizzato salvo che non sia stato di iniziativa di Roma e abbia avuto in posizione centrale il Papa.
Questo spiega perché le Chiese orientali, e in particolare il** Patriarcato di Mosca**, non abbiano potuto accogliere le sollecitazioni di Roma ad un viaggio del papa.

Io di queste cose ne so molto poco, quindi se qualcuno le conferma o le puo’ smentire e’ ben accetto…

Intanto ho trovato altre fonti che aumentano la credibilita’ della fonte, e sono questi due interventi:

-> Le contraddizioni del Papa - articolo del 2003 ma sempre attuale
-> Luci e ombre del pontificato di Giovanni Paolo II nell’analisi di un esponente della teologia della liberazione

Questo intervento presente su Indymedia sembra molto interessante e sulla linea gia’ vista…
e tra l’altro chiarisce la posizione di questo Leonardo Boff:

E’ una vera e propria intervista che chiarisce ancor meglio la sua posizione nei riguardi sia della Chiesa che del Santo Padre…

Ecco chi e’ questo Boff:

Leonardo Boff ha 58 anni. Abita poco lontano da Petropolis, specie di Versaille che l’ultimo imperatore Pedro II aveva costruito nelle montagne alle spalle di Rio.
Professore di teologia, filosofia ed ecologia ha lavorato più di vent’anni tra il mondo accademico e il mondo dei poveri anche dopo l’abbandono del saio.
Assieme a Frei Betto è stata la voce importante della teologia della liberazione, rimproverata come eretismo protestante. L’inquisitore lo accusava di dar retta alla costruzione creata dai sociologi e ideologi delle cellule marxiste, preoccupandosi di una fame e povertà che in Brasile non esistono.

Ora non so voi ma io non sono del tutto sicuro del termine eretismo

Eretismo: sost. m. E’ l’anormale aumento dell’impressionabilità nervosa di una parte del corpo o dell’intero organismo.

Mah.. comunque andiamo avanti:

[..]
Ma è venuto l’inverno di Giovanni Paolo II: ha normalizzato la teologia ed imposto il pensiero unico alzando un bastione per difendere la chiesa ormai trasformata in una realtà occidentale. Solo occidentale mentre il cristianesimo è generoso e si apre ad ogni dialogo».

Eppure è stato un Papa di incredibile successo…

«Perché l’umanità è orfana di leader. Bush arrogante e violento. Europei tecnocratici senza fascino. Nel panorama grigio, Giovanni Paolo II ha offerto ai giovani il suo carisma dilatato nei media per riscattare la religione con una comunicazione che diventa valore. Il valore che ha contribuito a distruggere il comunismo.
Solo il comunismo, perché è difficile intaccare il liberismo costruito su basi economiche e militari».

Ora sono affermazioni un po’ forti, ma come sempre un fondo di verita’ probabilmente ci sara’…

Giusto per dare un po’ di obbiettivita’ di fronte al dilagarsi delle solite cose nella televisione,
che qualche dibattito decente dovrebbe offrircelo, o no?

Riferimenti:

-> Giovanni Paolo II/ Politico audace sulla pace, ma Papa accentratore tratto da AffariItaliani
-> Luci e ombre del pontificato di Giovanni Paolo II nell’analisi di un esponente della teologia della liberazione tratto da Indymedia
-> Le contraddizioni del Papa un intervento datato 2003

Commenta e condividi

L’informatica viene vista come una tecnologia imperfetta dai piu’…

visto che la associano ad un computer Win che si pianta proprio sul piu’ bello… che ti riempie di virus, worm e dialer…
ti fa arrivare bollette stratosferiche, ti complica la vita al posto di renderla piu’ semplice…

Il problema in realta’ e’ che non c’e’ informazione sulle cose che usiamo tutti i giorni: per piu’ di un motivo purtroppo…

Proviamo a seguire un articolo di Zeusnews molto interessante a mio parere:

[…]
Me lo chiedo perché mi capita spesso di aiutare parenti, amici e colleghi, gente normalmente più che dotata di buon senso, a disinfestare PC contenenti ogni sorta di spyware, virus, worm, trojan e altre delizie.
Quando spiego come si sono infettati, la risposta più ricorrente è “ma io non sapevo che potesse succedere”.
Il buon senso non può far nullla se non poggia sulla conoscenza.[…]
In altre parole, il messaggio, per quanto semplice, non raggiunge mai il vero destinatario. Non si può pretendere che tutti gli utenti di computer si leggano riviste o siti specialistici: la maggior parte della gente usa il computer per fare qualcosa, per esempio lavorare, non come oggetto fine a se stesso come fanno molti informatici, per cui non trova interessanti le fonti d’informazioni specialistiche.

Ed è qui, secondo me, il nocciolo del problema. Ci stiamo sgolando a parlare di virus a un pubblico che già li conosce, mentre chi non li conosce (ed è quindi più vulnerabile) non può sentirci.
Stampa e TV, i canali che davvero possono arrivare a diffondere capillarmente l’informazione informatica a chi ne ha più bisogno, non se ne occupano seriamente. Oppure la relegano anche loro in programmi specialistici.

[…]
..verso l’informatica rimane una sorta di pudore giornalistico. Si fa finta che non esista, che sia roba per smanettoni. Perché?

A mio avviso ci sono due ragioni fondamentali. Una è l’incompetenza informatica di molti giornalisti, che li induce a non occuparsi del problema per timore di dire stupidaggini (Panerai docet). Ma il compito del giornalista vero (al quale fra l’altro nessuno chiede di essere un tuttologo) è fare da tramite fra il lettore e l’esperto e presentare in termini onesti, semplici e comprensibili ciò che l’esperto spesso dispensa in pillole indigeste (e in questo senso gli informatici devono assumersi la propria abbondante dose di responsabilità).

il giornalista potrebbe contattare gli esperti d’informatica per farsi dare una spiegazione da distillare per il pubblico dei non addetti. Invece non lo fa: contatta di solito Microsoft, che difficilmente darà, per ovvie ragioni aziendali, un quadro completo della situazione e non proporrà soluzioni alternative che non usino i suoi prodotti.

Perché il giornalista si comporta così? Perché qui entra in gioco la seconda ragione.

Spiegare in parole semplici il funzionamento di un virus richiede la precisazione di una verità scomoda: i virus colpiscono soltanto Windows. E Microsoft è un potente inserzionista pubblicitario.

In realta’ sappiamo benissimo che non e’ vero: i virus possono essere potenzialmente su tutto…
ma gli altri sono progettati meglio…

Certo, è tecnicamente possibile creare virus o worm anche per altri sistemi operativi, ma in pratica non succede.
E’ molto più difficile, e non occorre tirare in ballo la scusa stantia che gli utenti Apple o Linux sono pochi: Apple, per esempio, ne ha circa 25 milioni.
Rimane il fatto che per fare informazione corretta, sarebbe necessario specificare sempre che “il virus XY colpisce i sistemi Windows ma non ha effetto su chi usa Mac o Linux”.
Ripetuta infinite volte, questa non diventa più semplice informazione: per Microsoft diventa pubblicità sgradita alla concorrenza. Per cui non si dice.
[…]
In sostanza, i pochi articoli informatici che escono sui giornali sono imbavagliati, volontariamente o involontariamente. Chi avrebbe l’occasione e il diritto-dovere di informare il pubblico non lo fa. Ecco perché i virus più banali continuano a prosperare.

Non c’è nessun giornalista, al di fuori delle testate specialistiche, che se la senta di dire le cose come stanno?
Dobbiamo aspettare come al solito l’ostracizzato Beppe Grillo per darci la sveglia e dire che se volete vivere senza l’ansia dei virus e degli aggiornamenti che vi scassano il computer, potete anche comperare Apple o installare Linux?

Mi trovo particolarmente d’accordo con l’autore e ne condivido appieno le valutazioni: il problema e’ che nell’era della comunicazione siamo a questo punto: non siamo informati veramente…

E la cosa piu’ scandalosa e’ che se io in questo settore me ne rendo conto perche’ me ne intendo, figuriamoci negli altri che non conosco…

L’obbiettivita’ non e’ facile, ma su alcune cose semplificherebbe notevolmente la vita…

Riferimenti:

-> Virus, perché i vecchi trucchi restano i più efficaci

Commenta e condividi

Si parla tanto della democrazia americana come modello pure da esportare, della liberta’ della loro Costituzione come modello della societa’ occidentale…

Lo sara’ stato, perche’ oggi siamo a questo:

Washington, in nome della Famiglia
Con questo slogan passa la normativa più repressiva degli Stati Uniti contro la pirateria e l’immoralità: al via censure fai-da-te e fino a 10 anni di carcere per i bootlegger digitali. Esultano le major
[…]
Infatti dopo l’approvazione da parte del Senato, anche la Camera dei Rappresentanti ha dato il via libera al controverso Family Entertainment and Copyright Act.
La votazione si è svolta in un clima unitario: entrambi gli schieramenti hanno approvato gli emendamenti proposti dal repubblicano Lamar Smith, che si conferma il politico americano più agguerrito contro l’illegalità digitale.

Le principali novità che verranno introdotte dal FECA riguardano soprattutto quella che viene considerata la tutela delle famiglie, punto cruciale del secondo mandato Bush: i sistemi di censura fai-da-te per i DVD, pensati apposta per proteggere gli spettatori più sensibili, sono adesso legali..
Il senatore Smith sostiene che “i genitori possono finalmente decidere ciò che i loro figli possono vedere”. ClearPlay, leader nel settore dei sistemi di censura domestica, è entusiasta: “È una vittoria per le famiglie ed una notizia fantastica per la nostra azienda”, sostiene Bill Aho, CEO dell’azienda di Salt Lake City. Presto, grazie alle nuove leggi, ClearPlay introdurrà sul mercato un piccolo dispositivo USB che permetterà di applicare i filtri su qualsiasi computer.
MPAA, dopo avere lanciato una inquietante campagna di sensibilizzazione internazionale, ha ottenuto nuove, pesantissime pene per chiunque si dedichi alla pirateria. Infatti gli USA inaspriscono ulteriormente le regole del gioco, promettendo vita dura ai pirati..
Soprattutto per i cosidetti bootlegger che, armati di telecamera, riescono velocemente a diffondere sulle reti P2P anche pellicole in anteprima esclusiva.

[…]
Sono previste multe fino a 250mila dollari per chi copia più di 10 film. Reclusione fino a tre anni per i bootlegger colti in flagranza. Fino a dieci anni di reclusione per chi distribuisce un prodotto multimediale prima del suo rilascio ufficiale.

La pirateria viene così punita alla stregua di reati federali come stupro e rapina a mano armata.

Mentre dall’articolo precedente a questo questa parte e’ interessante:

Vedere un film è un’esperienza unica, come andare al teatro oppure guardare un dipinto. Permettere che tecnologie come ClearPlay siano utilizzabili liberamente significa tutelare i più piccoli, significa permettere di vendere film “proibiti” anche a bambini di 10 anni: è un’ottima mossa strategica che può salvare il mercato dell’home entertainment, minacciato dal P2P e dal crollo delle vendite al dettaglio. Hollywood però sembra proprio non crederci e si appella alla proprietà intellettuale.

La verità è che il giochino sembra porre indiscriminatamente tutti quanti sullo stesso piano: quello di consumatori passivi ed incapaci di recepire, elaborare e dare un senso ai messaggi trasmessi dai media.
Esautora i genitori dal loro ruolo di educatori, inganna i più piccoli con surrogati cinematografici.
La domanda di fondo rimane sempre la solita: è giusto che il mercato, ovvero una tecnologia, si sostituisca alle scelte dell’utente?

Ora puo’ essere che l’articolo in questione accentui un po’ i toni rispetto ai rispettivi in inglese, ma il fatto e’ a mio parere gravissimo…

Anche se sembra che l’ideale di tutelare maggiormente le famiglie sia un ideale da seguire, questo non e’ il modo giusto per farlo…
in paesi poi come l’America dove vivono molte counita’ un po’ fuori dal mondo ricreare l’era del proibizionismo non mi pare una buona idea…

Oltre che ledere le opere stesse, si viene a creare un precedente di censura: a quando poi la censura di materiali ritenuti scomodi?

E vogliamo parlare della follia di certe pene, rispetto alla gravita’ di altre?

Pur di difendere i capitali di pochi e le loro assurde posizioni si nega l’evidenza: speriamo che l’europa se ne renda conto e non segua come un cagnolino il padrone americano…

La cosa triste e’ che vengono spesi tempo e denaro per cose tutto sommato di secondaria importanza rispetto ad altri crimini e problemi ( dall’ambiente alla guerra, allo sviluppo sostenibile.. ) pur di difendere queste lobbies di potere e di denaro.

Non dimentichiamoci che questo senatore e’ lo stesso che ha tolto liberta’ civili sia ai cittadini che ai provider ad esempio ( maggiori info qui: USA, passa l’ergastolo per i cracker ) e per vedere che cosa ha fatto:
Congressman Lamar Smith Legislative Record 108th Congress
E’ stato persino premiato dalla BSA:

In 2002, the Business Software Alliance honored Congressman Smith with its Cyber Champion Award for his leadership on high-tech issues.

Tra brevetti, lobbies e multinazionali del divertimento e i crimini veri ormai la faccenda e’ triste: occorre maggiore informazione e maggiore trasparenza…

Riferimenti:

-> Washington, in nome della Famiglia
-> [ eng ] - Prison terms on tap for ‘prerelease’ pirates
-> [ eng ] - House OKs Family Copyright Bil

Commenta e condividi

Foto dell'autore

Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento