At a first look, this is a sort of LazyWeb based on long tail and money:
-> Amazon Mechanical Turk (Beta) - “Artificial Artificial Intelligence”

Amazon Mechanical Turk provides a web services API for computers to integrate Artificial Artificial Intelligence directly into their processing by making requests of humans.

Developers use the Amazon Mechanical Turk web services API to submit tasks to the Amazon Mechanical Turk web site, approve completed tasks, and incorporate the answers into their software applications.
**
To the application, the transaction looks very much like any remote procedure call **- the application sends the request, and the service returns the results. In reality, a network of humans fuels this Artificial Artificial Intelligence by coming to the web site, searching for and completing tasks, and receiving payment for their work.

I am fascinating by this, and by its relationship with open source and free software methodologies…

I’ll look into deeper in the next days…

The service is
-> Amazon Mechanical Turk

work in progress

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Colgo l’occasione per ribadire un giusto concetto, ripreso da Mantellini:
-> YOUTUBE 1.0

L’idea di Lawrence Lessig sul Web 2.0 e’ semplice e condivisibile. Sono web 2.0 i siti che consentono agli utenti non solo di produrre i contenuti ma anche di gestirli liberamente.
Quindi Flickr lo e’ mentre YouTube no.

Ridare e mantenere il potere sui dati che si creano, e che sono nostri.
Su Flickr siamo noi a scegliere la licenza sui nostri contenuti: e lo stile e’ quello giusto.

Proprio oggi invece, su Punto Informatico, si parla di YouTube:
-> YouTube vara le prime censure di massa
Non mi pare proprio un’apertura al remix e alla creativita’…

Delocalizzare e rendere l’informazione e il contenuto piu’ vicini all’utente che al distributore.

Questa e’ la direzione del Semantic Web: una strada lunga e tortuosa, ma che si sta avvicinando pian piano.

Dove vale la pena di investire, vista la natura piu’ win-win dello scambio, un gioco sostenibile delle parti

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Sto facendo un po’ di prove su un tool da poco rilasciato open, che mi sta sorprendendo molto…
-> Aduna Autofocus

In realta’ sto cercando di capirne le potenzialita’, e nella versione server la caratteristica innovativa:
i metadata poi creati sono in **RDF, all’interno di Sesame..
**
Cosa significa: significa che sono in un formato aperto, espandibile, e sotto il nostro controllo.
Oltre che, volendo, poter poi visionare i dati RDF con un front-end ad hoc personalizzato.

Non mi pare poco.

E questa e’ la direzione, spiegata molto bene e con ampia veduta d’insieme:
-> Aperture to the Semantic Desktop

Altre info qui:
-> An ontology-based system for interactive exploration of information sources

work in progress

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento