Sara’ stato un caso, sara’ stata fortuna, ma dover starsene a casa a riposo forzato con qualche libro da leggere, e’ assolutamente fantastico.

La lettura, sia essa fatta con Iliad, sia con un libro in carne ed ossa, per fortuna, ha un tempo tutto suo.
Ed e’ assai salutare, a quanto pare.

Tornando quindi al discorso energia
Ho letto in qualche ora questo libro:
-> Black out - Il sistema di distribuzione dell’energia è la macchina più complessa mai realizzata prima: ma è anche estremamente vulnerabile

Blackout - copertina

In inglese in effetti, risulta essere piu’ chiaro a dire il vero:
-> The Grid: A Journey Through the Heart of Our Electrified World (Hardcover)

With an appreciation of the technical ingenuity, human drama and cultural impact of the electrical grid, physicist and playwright Schewe illuminates how electricity has catalyzed both the best and worst of modernity since Thomas Edison devised the first electrical network in 1882. Even as the grid delivered light and mechanization, foremost minds like Westinghouse, Tesla and Insull continued to refine it, creating a society totally dependent on its invisible wonders. In the 1965 Northeast blackout, for example, New York shut down for lack of a product that barely existed half a century before. The grid’s complexity demands predictability, Schewe shows, but even a minor short circuit can trigger a systemwide avalanche. Peppering his narrative with quotations from cultural critics Lewis Mumford and Henry David Thoreau, he argues that, economically, “we can’t afford to throw away two-thirds” of energy as waste, and explains how nuclear and renewable resources can reduce pollution. Schewe also explores how Africa and Asia’s dearth of electricity affects the participation of impoverished people in society. Though the final chapter on how astronauts took energy with them to the moon seems unnecessary, overall Schewe crafts an entertaining narrative with enlightening scientific and historical detail.

Tornando alla sintesi italiana invece:

Capire bene come funziona, ripercorrendo la storia e le scelte che l’hanno portato ad essere com’è oggi, è importante, in un momento in cui da un lato l’approvvigionamento di energia si sta facendo sempre più difficile mentre, dall’altro lato, la domanda di energia elettrica cresce costantemente. Siamo sempre più dipendenti dall’elettricità, anche per le più semplici attività quotidiane! Questo è il primo libro dedicato al sistema di distribuzione dell’elettricità che ne spiega, in termini comprensibili a tutti, struttura e funzionamento, nonché il ruolo chiave per i sistemi economici, locali e globali (e le implicazioni politiche).

Essendo scritto da un americano, racconta la storia americana dell’energia elettrica: mi piacerebbe un libro simile, per quanto riguarda l’Europa e l’Italia in particolare, a dire il vero… Sullo sviluppo e sulle economie e business locali soprattutto…

Continua a leggere

Una nota al volo, volevo inserirla quando avrei completato la mia sezione eventi semantica, ma il tempo e’ una risorsa davvero limitata .)

In ogni caso, volevo segnalare l’ottimo evento organizzato da Sergio Maistrello, Paolo Valdemarin e molti altri, che per essere in Italia, e’ davvero di prestigio… Impossibile non andarci, visto che e’ pure ad Udine .)

State of the Net - logo

Il programma devo dire, e’ assolutamente fantastico, e il materiale di certo non manca…
E il respiro internazionale e’ notevole davvero: David Sifry, Antony Mayfield, e Ross Mayfield e altri…

Rivedere e chiaccherare con tante persone gia’ viste e che si leggono quotidianamente, e altre ancora da conoscere dal vivo, sara’ un piacere, e magari qualche idea verra’ fuori anche in merito al grosso sasso che Luca De Biase ha buttato nello stagno.

Anche nei momenti relax, che sembrano essere stati previsti, per fortuna .)

Assolutamente una priorita’ fare squadra per capire come muoverci in questo senso.
Per coniugare la vita in Rete, e le sue regole, con la vita reale, influendo finalmente sulla agenda civica del nostro vivere quotidiano.
Per non perdere di vista che la tecnologia, e il Web, e’ pur sempre un mezzo, e non un fine.
Anche se e’ facile perdersi…

Siamo Persone, no?
Multidimensionali e multimediali, ma sempre Persone.

Insomma, un evento assolutamente da seguire…
Non sto nella pelle.

E in un momento topico per l’Italia, tra l’altro…

Commenta e condividi

Questa’ e’ un’altra notizia bomba, purtroppo sara’ sommersa dal peso dell’OPA di Microsoft su Yahoo, ma io direi che ha quasi maggiore potenziale:
-> URLs are People, Too
-> Google Gathers Social Graph Information From The Web, Launches API

Google Social Graph API

In sintesi: forse una delle prime risposte al lavoro in seno del gruppo Data Portability, con i primi strumenti a disposizione degli sviluppatori…

Data Portability logo

Vediamo perche’ e’ una cosa di fondamentale importanza, almeno nelle intenzioni e nelle direzioni intraprese…
E’ la sintesi di una discussione che era iniziata in Rete diversi mesi orsono, a livello tecnico e aveva toccato ovviamente il Semantic Web, e proprio per questo mi ero aggiunto alla discussione a suo tempo.
-> Thoughts on the Social Graph - articolo originale del medesimo autore del post di Google .)
-> Il grafo sociale aperto: la “next big thing” del web

[ _si veda a fondo post per gli altri riferimenti _]

E’ uno dei nervi scoperti della Rete attuali, e quindi appena se ne parla, si finisce davvero in un ginepraio.

La cosa nuova e’ che il peso specifico che ha un qualsiasi personaggio rispetto a quello che ha Google, non genera certo grosse modifiche nella percezione di una tecnologia, mentre adesso che e’ Google a schierarsi, assieme magari a Yahoo e al suo recente appoggio ad OpenID… be’.. stanno muovendo in un senso assai positivo le dinamiche della Rete.

AGGIORNAMENTO: anche O’Reilly giustamente vede il valore della vicenda, e da’ alla cosa un peso non da poco:
-> Social Graph API: One small step for Google, one giant step for the Internet Operating System

This is REALLY cool, even though it’s just a beginning. As I said in the title, a small step for Google, but a huge step towards the internet operating system. Most importantly, it’s a step that doesn’t put the social graph under the control of any one company, but instead provides mechanisms for the user to control what information about him is available to applications.
[…]
But a real platform service makes it possible for developers to do things entirely outside the realm of the originating provider’s application. Unlike OpenSocial, which I found disappointing, the Google Social Graph API is a game-changing play in the social networking space. It’s a huge step towards open standards and a level playing field in smart social apps, and exposes Google’s data and infrastructure in a subtle and powerful way

PS - Visto che ci sono in ogni caso dei punti oscuri, che ben emergono dal post e dai commenti di O’Reilly, mi piacerebbe vederli nei commenti, io in ogni caso faro’ un post dedicato alla cosa…

Continua a leggere
  • pagina 1 di 1
Foto dell'autore

Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento