UPDATE: è la Regione Piemonte che ha aperto agli open data, non solo il Comune di Torino, thanks Gigi - http://www.dati.piemonte.it/cms/

Incredibile come i tempi siano diventati maturi per certe cose. E come alcune cose che ho sempre seguito in tempi non sospetti ci diano una mano incredibile sui temi dell’ Open Data.
Continuo il filone iniziato da Gigi Cogo e da Ernesto, buttandomi un attimo sul tecnico. Tema ripreso anche da De Biase proprio oggi citando il post di Gigi, tra l’altro.

L’ Open Data a livelli amatoriali forse, è già alla portata di molti della PA, grazie a tool semplici che predispongono il mindset verso il Linked Open Data al suo massimo potenziale, senza necessità di grandi investimenti iniziali. E con competenze simili al classico Web Designer, che non debba conoscere i meandri di RDF e via dicendo.

Vediamo se riesco a farmi comprendere: in caso contrario ditemelo che vedrò di fare esempi chiari. Aguzziamo la vista e le orecchie: parlerò del framework SIMILE Exhibit e di alcuni suoi sviluppi recenti, il progetto DIDO, ovvero Data Interactive Document.

In breve il passaggio concettuale potrebbe essere: pubblico il dato in formato RAW e qualcuno me lo rende un po’ più utile, usando un formato intermedio, non così complesso come quello in RDF magari, ma assai vicino e già predisposto per la sua completa trasformazione verso il Linked Open Data Web .)
Pagine create con SIMILE Exhibit, che hanno un export automatico in diversi formati ( tramite il bottoncino che appare a forma di forbice per capirci )
.
-> Exhibit - Publishing Framework for Data-Rich Interactive Web Pages

Tempo fa, tanto tempo fa ne avevo parlato in ottica di mashup a lato client, e non li avevo mai fatti rientrare nella dimensione Open Data a livello esplicito, ma in effetti ci siamo dentro pienamente.
Anche troppo. Me ne sono reso conto ripensandoci un attimo, soprattutto in chiave delle recenti pubblicazioni Open Data effettuate dal Comune di Torino, Regione Piemonte [ grazie alla nota di Gigi ]segnalate da Nicola Mattina e da Gigi e da Ernesto.
-> Gli open data della Regione Piemonte: un esperimento
-> Qualcosa si muove
-> Open Links #3

Una delle poche guide del 2008 a questo framework infatti titolava in questo modo:
-> Real Web 2.0: Practical linked, open data with Exhibit - Discover a tool for managing data the right way, while reducing burdens on developers and users

A major hub of such development is SIMILE (Semantic Interoperability of Metadata and Information in unLike Environments), a research project developing tools to share diverse collections of data and digital media. SIMILE is a joint project of Massachusetts Institute of Technology (MIT) and the W3C, and it has produced some real gems. One of these is Exhibit, which allows you to produce Web pages with widgets the user can use to quickly comb through large collections of data. Exhibit makes this easy and requires little programming.

Era il 13 maggio 2008.

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Come preannunciato da Massimo Marchiori nella mailing list che usa per il corso sulle “Tecnologie Web 2.0”, e che ringrazio di nuovo per l’ospitalità, ho tenuto ieri una lezione alla laurea specialistica in Informatica all’Università di Padova su un tema che sto approfondendo, anche in chiave di rilancio di altri progetti che sembrano fermi e che non lo sono ( Metafora.it per capirci, che sta subendo un profondo cambiamento al suo interno ).
Il tema è stato questo, comunque: Facebook Open Graph, e le sue relazioni con il Semantic Web, con annessi e connessi, tema anche dell’articolo pubblicato su Nova24 del 20 maggio 2010, che si trova anche online nel nuovo sito del Sole24Ore:
-> Il Grafo aperto

Il tema è quanto mai attuale, ed arriverà anche un post in inglese visto l’interesse e l’estrema attualità della vicenda, e la voglia di confrontarsi con la comunità che segue questi temi.

Fare lezione in ogni caso è stato emozionante, e gratificante: studenti davvero in gamba ed interessati, cosa non scontata. Nota: è stata pensata per un pubblico di studenti di informatica, con alcuni concetti impliciti ovviamente.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento