Prima le cose importanti: la newsletter di #CivicHackingIT si ferma qui, almeno per come l’avete conosciuta da quando è nata nel luglio 2017 (qui l’archivio).

Abbiamo capito che non era più uno sforzo sostenibile.

In questo post vi racconto i retroscena di questa decisione dal mio punto di osservazione: occhio, #CivicHackingIT è un progetto a quattro mani, quindi il mio post è una delle due facce della stessa moneta, l’altra la scoprirete leggendo anche quello di Erika.

Il progetto #CivicHackingIT non finisce, se vi fosse venuto il dubbio. Infatti,

  1. vogliamo completare il libro che stiamo scrivendo quanto prima (è stato più complesso di quello che pensavamo agli inizi, ma ci siamo quasi);
  2. non smetteremo di scrivere qualche post a tema o a lavorare su qualche traduzione, che poi inseriremo su Medium (se lo trovate più comodo, c’è anche il feed RSS a cui iscriversi e non perdere gli aggiornamenti);
  3. continueremo ad usare l’hashtag #CivicHackingIT per segnalare e aggregare contenuti rilevanti su Twitter.

Ora parliamo dei motivi dietro la chiusura della newsletter.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento