Questo post interpretiamolo come un howto se vogliamo, molto artigianale…
Di tools del gruppo SIMILE, Exhibit e Timeplot, e delle Google API Charts.

Lo pubblico adesso, ma era in lavorazione da un po’.
Anche se lungo, racconta alcune prove fatte, e il loro imparare facendole puo’ risultare utile a piu’ di qualcuno.
learning by doing

Ma perche’ lo pubblico solo oggi, visto che l’avevo in cantiere da un po’ ?

Perche’ abbiamo messo online il post su quanto guadagna Metafora AD Network e mi pare che lo possa completare, almeno a livello tecnico.

Volevo facilitare alcune visualizzazioni dei dati sul progetto: poi come network si e’ deciso di stare semplici e testuali nel comunicare queste cose.
Ma in chiave del futuro del progetto, chi lo sa? :)

Una caccia al tesoro per chi legge queste righe: alla fine mi piacerebbe capire cosa risulta chiaro nell’esempio finale e cosa no. A livello di visualizzazione e di emersione dei dati. E di interfaccia.

Arrivera’ un post con la soluzione ( la mia interpretazione, of course ), e un miglioramento della visualizzazione, ma intanto vediamo chi indovina cosa non quadra.
A qualsiasi livello.
E cosa si puo’ migliorare, anche nella comunicazione di tali dati.

Ho sfruttato alcune tecnologie semantiche, totalmente aperte e vantaggiose.
Assieme anche a qualche cenno verso Google Chart API, che completa l’esigenza iniziale.
Cercando di perdere meno tempo possibile, e con il miglior investimento per il futuro.

Investire sulla propria conoscenza.

Divertendosi nel farlo, of course .)

Ok, ma cosa serviva fare in sintesi?

In preparazione di un post collettivo che tirasse le somme per l’anno 2007 sul progetto, e che aprisse la strada alle direzioni intraprese quest’anno,

Occorreva far emergere i guadagni di 12 siti appartenenti a Metafora AD Network, nel corso dell’anno 2007, con le 8 campagne che si sono susseguite e il relativo introito totale nel progetto.
Cifra che, visto che i listini sono pubblici, e’ altrettanto pubblica.

I siti sono solo 12 perche’ al momento delle campagne commerciali, tale era il numero degli aderenti al network.

Tenendo conto che nel 2007 il progetto Metafora e’ stato lasciato in forma autonoma, senza progettazione preventiva di alcunche’ per aumentarne la visibilita’, e quindi la promozione, si possono fare delle considerazioni notevoli, che lascio al post di Metafora medesimo.
-> Quanto rende Metafora?

Sui caratteri che distinguono Metafora dal resto delle alternative possibili, ne parleremo sicuramente sia nel blog ufficiale che in altri lidi.

Per il resto, spero che possa risultare utile a qualcuno il percorso che ho fatto.

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Grazie a Dan Brickley, scopro Referata:

Referata offers free hosting of wikis using the MediaWiki application, with some important extensions (Semantic MediaWiki, Semantic Forms, Semantic Drilldown, Semantic Calendar and others) that allow a Referata site to hold not just text, but structured data, that can be displayed and browsed in structured ways. Combined with the collaborative abilities of a wiki, a site hosted on Referata can serve as a true user-powered database, with a minimal amount of setup work or technical knowledge.

Concordo in toto: per ora non avevo ancora messo in piedi proprio per il tempo che devo perdere a configurare il tutto, che con tutte le estensioni citate, non e’ proprio poco.
E comunque, in linea con quello che voglio fare e che ho portato a Sci(bzaar)net. [ il mio post di sintesi ]
-> Spunti tra Linked Data, Open Innovation, Crowdsourcing e Semantic Mediawiki

Immaginiamo i siti in HTML: e proviamo a ricordare l’effetto che hanno avuto i blog nell’aumentare il bacino di utenti attivi rispetto ai contenuti, prima di dominio solo dei tecnici o giu’ di li’.
Il fatto che scrivere e creare contenuti online sia diventato trasparente, e indolore per l’utente medio.
Creando nuove opportunita’ e possibilita’ di collaborazione e condivisione, ancora poco chiare forse.

Facciamo un passetto avanti.
Dal semplice documento in Rete, al dato stesso in Rete.
Quello che di solito si mette nella base dati. Un parolone.
Siti dinamici.

Un altro mezzo passetto.

Immaginiamo di ** creare delle pagine con delle form dove poter inserire dati in forma collettiva, in forme sempre piu’ semplici. **Senza il bisogno di programmatori.
Questo almeno per raccogliere e far emergere dati, in forma sempre piu’ strutturata.

Manipolarli e gestirli e’ un’altra faccenda.

Semantic Forms. Ma su questo ci tornero’. [del materiale utile per approfondire ]

Very simply, Semantic Forms allows you to have forms for adding and editing data on your wiki, without any programming. Forms can be created and edited not just by administrators, but by users themselves.

Mica noccioline.
Ci vuole davvero un cambio di mentalita’.

Come emerge nell’ultimo numero di nodalities.
A pagina 10.
Open world thinking.

Tutto questo abilita delle cose mai viste, ed impensate probabilmente, anche in chiave di attivismo sociale.
Per non parlare di come si inizia a vedere l’idea stessa di sito, o di applicazione web.
E a farla evolvere.

Direi che lo provero’ proprio per un caso studio piccolino, ma interessante.
Nei prossimi giorni lo metto in piedi, provando a gestire il caso dello spam su cellulare via 899.

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Il post precedente mescola dettagli tecnici con pensieri e riflessioni sulla decentralizzazione dei dati, e su alcuni principi del Web che si dimenticano spesso, o che si sottovalutano.

Ho messo insieme molte cose, è vero, ma sto provando a focalizzare meglio alcuni temi da riprendere spesso, per capirli davvero profondamente in quello che ci dicono e ci mostrano.

Il fattore chiave della vicenda è quello di riuscire a svincolare la mente dai paletti e dai pregiudizi che abbiamo del Web e degli strumenti che ci mette a disposizione, e provare a fare un salto di qualità.

Mi viene in mente un riferimento di uno dei libri recenti che ho letto, “Architettura dell’informazione“ di Luca Rosati, dove alla fine c’è un capitoletto sul Wayfinding, scritto da Andrea Resmini, dove si spiega che il Web ha delle regole di navigazione diverse da quelle che applichiamo nella realtà, e quindi in un certo senso molto più flessibili a modo loro.

Viene usata la metafora di Matrix e di quel mondo virtuale parallelo al reale, dotato di regole simili a quelle nelle quali viviamo, ma che possono essere infrante. O dilatate. O estese.

Avvicinarsi al Semantic Web e al Linked Data, nel ripensare il ruolo che hanno i siti, e il modo in cui vengono progettati, e navigati, significa sempre più affrontare la medesima sfida.

Occorre rimettere in gioco quanto piu’ possibile di quello che riteniamo valido.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento