Oggi Punto-Informatico per aumentare i punti di vista disponibili sulla questione ha intervistato un personaggio notevole,

Philippe Aigrain, attualmente direttore di SOPINSPACE (Society for Public Information Spaces), un’azienda che sviluppa software libero e open source innovativo e fornisce servizi per l’organizzazione di dibattiti pubblici e attività cooperative basate su Internet.

Prima di fondare Sopinspace, Philippe Aigran è stato “Head of Sector” per “Software Technology and Society” all’interno della Commissione Europea (Direttorato Generale “Information Society”.

Quindi un punto di vista maturo e che e’ stato all’interno con un ruolo attivo nella Commissione Europea su temi rilevanti.

L’intervista e’ lunga e io come al solito ne riporto le parti rilevanti che mi hanno colpito…

Diciamo che il percorso che segue e’ questo:

  • dopo una breve presentazione del suo pregresso con il mondo dei brevetti, nella seconda pagina si spiegano i suoi punti di vista nei confronti dei brevetti ( da cosa sono a come possono essere usati )
  • nella terza e quarta pagina invece ci si concentra sul ruolo e sulla coerenza delle posizioni dell’Unione e sui motivi e i passi politici alla base di queste leggi e normative
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Allora qua bisogna stare attenti:

che cavolo succede?

Sapete che 2 giorni fa MS ha scandalizzato tutti per la questione del brevetto sulla serializzazione degli oggetti in XML e adesso una notizia completamente opposta a prima vista.. MS che rende aperti i suoi formati?

AGGIORNAMENTO: forse e’ stata trovata della prior-art per invalidare tale brevetto… Via Patentxpress.com

Possible prior art for Microsoft XML patent found (ZDNet UK via Yahoo! UK & Ireland News)

The row over Microsoft’s XML patent has taken another twist with the discovery of an open source application on Sourceforge for converting C++ programming objects into XML files that pre-dates the patent

Comunque questo cambio di rotta e’ una cosa che non ha molto senso per il mercato che Office ha condotto fino ad oggi e adesso spiego perche’: a meno che questa politica adesso non sia cambiata.. in come non si sa ancora…

Il fatto di avere dei formati chiusi e non documentati rende i nostri dati non appartenenti a noi ma all’unico programma che LEGGE quei dati…

Questo chiaramente ci obbliga ad usare per forza quella suite, indipendentemente dai suoi pregi o difetti…

E’ il problema che ha anche OpenOffice adesso: il passaggio non e’ semplice perche’ non e’ detto che legga alla perfezione i formati MS, visto che sono chiusi…
Se fossero aperti al contrario torneremmo noi a essere PADRONI dei nostri dati e a decidere cosa usare per leggerli o modificarli…senza un MONOPOLIO di fatto..

E tra parentesi avendo la certezza di poterli leggere nel futuro.. cosa non da poco..

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Certo che a volte qualcuno e’ molto lungimirante nell’usare la Rete…

E per fortuna…

L’altro giorno ho scoperto per caso questa risorsa ( in francese purtroppo ) che si chiama Gallica, e altro non e’ che la trasposizione elettronica della immensa Biblioteca Nazionale di Parigi ( oltre 70.000 volumi )…
La cosa folle e’ che si puo’ accedere in modo del tutto gratuito a volumi storici in due modalita’: vedendo ogni singola pagina in PDF oppure leggerne la trascrizione in semplice testo… una cosa mai vista….

Magie di Internet? Non solo, visto che ci deve essere stato un lavoro immenso dietro per permettere una simile impresa…

Ma fa effetto… sicuramente..

Ecco una spiegazione piu’ dettagliata della cosa:

[…] Concluderò con la constatazione che, tra tutte le esperienze di testo sulla rete, quella che in questo momento mi appare come più utile e affascinante, e della quale mi servo più spesso, è una diversa da quelle citate fin qui.
Parlo di un’altra iniziativa, ammirevole per la sua grandiosa semplicità, che meglio di altre segna la continuità con la cultura cartacea e con la tradizione del sapere trasmesso dalla stampa: mi riferisco a Gallica [http://gallica.bnf.fr/], la gigantesca biblioteca elettronica della Bibliothèque Nationale di Parigi, un’iniziativa che non si limita alla grande tradizione della Francia, ma si apre all’Europa.

Gallica risolve con facilità il problema del passaggio del libro alla Rete, semplicemente mettendo in Rete le fotografie dei libri in formato PDF o TIFF, a partire da quelli antichi, dagli incunaboli e dalle cinquecentine.
Ciò facilita una lettura larga e senza ostacoli di un patrimonio raro e prezioso e rende assai più semplice, in molte occasioni, l’accesso al libro da parte degli studiosi.

Mentre in Italia la scoperta ministeriale dell’efficienza di stampo “privato” e “aziendale” fa sì che si debbano superare ostacoli burocratici per ottenere una fotografia non di un manoscritto, ma persino di una cinquecentina, la Francia mette cinquecentine e incunaboli in rete, li lascia “scaricare” a piacimento, con il rischio di provocare in noi un’irrefrenabile desiderio di possesso che travalica le esigenze immediate delle nostre ricerche.

La ricchezza di Gallica è enorme: viene dichiarato un patrimonio di quindici milioni di pagine.
Fra l’altro, il catalogo offre due prodotti tra loro diversi: la fotografia del libro (che può essere letta, consultata, ma non interrogata con i motori di ricerca, o elaborata statisticamente), e l’edizione elettronica, codificata generalmente in formato TXT.

Riferimenti:

-> Il testo in rete: consultazione, interrogazione o possesso?
-> Gallica

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento