Grazie a Dan Brickley, scopro Referata:

Referata offers free hosting of wikis using the MediaWiki application, with some important extensions (Semantic MediaWiki, Semantic Forms, Semantic Drilldown, Semantic Calendar and others) that allow a Referata site to hold not just text, but structured data, that can be displayed and browsed in structured ways. Combined with the collaborative abilities of a wiki, a site hosted on Referata can serve as a true user-powered database, with a minimal amount of setup work or technical knowledge.

Concordo in toto: per ora non avevo ancora messo in piedi proprio per il tempo che devo perdere a configurare il tutto, che con tutte le estensioni citate, non e’ proprio poco.
E comunque, in linea con quello che voglio fare e che ho portato a Sci(bzaar)net. [ il mio post di sintesi ]
-> Spunti tra Linked Data, Open Innovation, Crowdsourcing e Semantic Mediawiki

Immaginiamo i siti in HTML: e proviamo a ricordare l’effetto che hanno avuto i blog nell’aumentare il bacino di utenti attivi rispetto ai contenuti, prima di dominio solo dei tecnici o giu’ di li’.
Il fatto che scrivere e creare contenuti online sia diventato trasparente, e indolore per l’utente medio.
Creando nuove opportunita’ e possibilita’ di collaborazione e condivisione, ancora poco chiare forse.

Facciamo un passetto avanti.
Dal semplice documento in Rete, al dato stesso in Rete.
Quello che di solito si mette nella base dati. Un parolone.
Siti dinamici.

Un altro mezzo passetto.

Immaginiamo di ** creare delle pagine con delle form dove poter inserire dati in forma collettiva, in forme sempre piu’ semplici. **Senza il bisogno di programmatori.
Questo almeno per raccogliere e far emergere dati, in forma sempre piu’ strutturata.

Manipolarli e gestirli e’ un’altra faccenda.

Semantic Forms. Ma su questo ci tornero’. [del materiale utile per approfondire ]

Very simply, Semantic Forms allows you to have forms for adding and editing data on your wiki, without any programming. Forms can be created and edited not just by administrators, but by users themselves.

Mica noccioline.
Ci vuole davvero un cambio di mentalita’.

Come emerge nell’ultimo numero di nodalities.
A pagina 10.
Open world thinking.

Tutto questo abilita delle cose mai viste, ed impensate probabilmente, anche in chiave di attivismo sociale.
Per non parlare di come si inizia a vedere l’idea stessa di sito, o di applicazione web.
E a farla evolvere.

Direi che lo provero’ proprio per un caso studio piccolino, ma interessante.
Nei prossimi giorni lo metto in piedi, provando a gestire il caso dello spam su cellulare via 899.

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Volevo segnalare che sabato sera ci sara’ una piccola cena e relativa festa in stile social 2.0, alla quale partecipero’ con alcuni amici di progetti comuni
-> Cena Nordest 2.0

E’ una cena aperta a tutti gli amici del 2.0 che lavorano o vivono nel NordEst.

Un’ottima occasione di confronto conviviale per capire come nel Veneto ci si sta muovendo in Rete.
Lago e Nordest Creativo sono due ottimi esempi di spirito 2.0 .)

Sarebbe meglio dire comunque uno spirito in linea con la maggior consapevolezza delle potenzialita’ della Rete, ma tante’…

Un’occasione quindi per capire come poter andare avanti a creare sinergie nel panorama web italiano.
E questo non basta mai, nella nostra bistrattata italia…

E, dalle ultime news, non mi pare male la partecipazione tra l’altro. Ottimo!!

Basta stare attenti alla sangria post cena, pero’ .)

Un grazie in anticipo agli organizzatori .)

Ps - ci sara’ anche uno dei Metaforici .) Sara’ un piacere conoscerlo dal vivo, il caro Mauro Gasparini

Ah, dimenticavo: su Metafora AD Network avro’ molto da dire a brevissimo.
Molte nuove in vista.

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E’ una sensazione strana, ma ogni tanto riemerge e serve buttarla giu’ in forma scritta, cosi’ magari la si ferma e la si mette a fuoco.

Si parla tanto di Enterprise 2.0. Anche a ragione ovviamente.
Ho letto un po’ dei commenti in Rete in merito all’ottimo sforzo da parte dei pochi italiani attenti a questi temi, tra cui spicca Emanuele Quintarelli, che e’ stato uno dei prodi organizzatori dell’International Forum on Enterprise 2.0 di Varese di qualche giorno fa.

Peccato non esserci stato, ma felice di poter contare sulle sintesi online, che trasmettono un po’ di dono dell’ubiquita’ a noi poveri mortali. .)

Mi ha colpito molto la riflessione di Gianandrea, dalla quale non e’ proprio possibile far emergere le cose interessanti, visto che sono troppe.
-> Enterprise 2.0 - Varese

Se per qualcuno non è ancora chiaro, spero di no, la rivoluzione che sta innescando la ICT trova i suoi maggiori ostacoli nei cambi culturali e generazionali. Non si tratta solo di tecnica, come da più di 10 si continua a ripetere nel Knowledge Management.

Forse e’ notevole citare tra gli ultimi commenti, quello di Emanuele, giusto per fissare una cosa al volo:

L’enterprise 2.0 non è una moda, perchè non risponde a nuovi problemi e forse neanche utilizza strumenti nuovi. E’ una concezione diversa di organizzazione più partecipativa, emergente, orizzontale, basata su coinvolgimento e comunità di pratica, etc etc. Qui non si tratta di software e noi personalmente non facciamo e non vediamo software, cerchiamo invece di risolvere alcuni problemi in un modo diverso, in alcuni contesti più efficace. E’ l’opportunità che guida la soluzione, non viceversa.Tutto qui.

Aggiungo una riflessione parallela, a mo’ di pensiero laterale.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento