Giornata da segnarsi quella del 23 febbraio: è non solo perchè è il giorno prima delle elezioni.

Chi è appassionato di Open Data, di trasparenza e di capire cosa diavolo potrebbe essere il valore associato, dovrebbe sapere che è l’ International Open Data Day.

Il 23 febbraio in tutto il mondo sarà una giornata di hackaton, di mani in pasta sui dati come comunità e come movimento: il sito di riferimento è http://www.opendataday.org.

It’s a gathering of citizens in cities around the world to write applications, liberate data, create visualizations and publish analyses using open public data to show support for and encourage the adoption open data policies by the world’s local, regional and national governments.

Molti si stanno muovendo in effetti. Fornendo dati ed elementi nuovi, come dati sugli edifici in tutta Europa con buildingsdata.eu

Noi italiani stavolta ci saremo, anche se con molta più divulgazione, molti più eventi di tavola rotonda, e meno lato smanettone, per certi versi. Non so se sia troppa carne al fuoco, ma forse ci farà bene.
Avere le elezioni il giorno dopo per molti versi non aiuta, soprattutto a livello mediatico.
Il sito di riferimento è:
-> http://opendataday.it

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Ieri ho fatto un piccolo excursus tecnico del lavoro di Aaron Swartz sugli standard del Web, soprattutto in merito a RDF, alla specifica RSS1.0 ( completamente in RDF), ed al movimento Creative Commons.
Non ultimo, la sua passione per l’apertura dei dati, usando RDF e la Linked Open Data cloud, ad esempio con il progetto Open Library.

Se cercassi in questo blog nei primi anni di vita ( 2005, 2006, e 2007 ), troverei diverso materiale linkato che ha scritto lui, sul Semantic Web ed il mondo di RDF.

La sua vicenda mi crea emozioni molto forti, e come ne parlano i giornali non ha facilitato, soprattutto in merito ai suoi contributi: ne parla bene anche Gigi nel suo pezzo.

Per fortuna, non è sempre così, come per il pezzo di De Martin su La Stampa.
Che, giustamente, cita anche un link di Aaron stesso con le istruzioni di cosa fare del suo mondo digitale se fosse mancato:
-> If I get hit by a truck…

Autoironia nella condivisione di tutto quello che ha, contando che era un post del 2002.
Questo invece è l’inizio del pezzo nel blog di IWA, Aaron ha iniziato le sue attività al W3C proprio grazie ad IWA/HWG:

La vita di Aaron Swartz è una vita di attivismo, genialità e di condivisione.
Impossibile riassumerla in poche righe, ma la sua morte è utile per riprenderla e farla conoscere.

E’ utile ricordare una piccola parte del suo contributo agli standards del Web ed alla condivisione di pratiche mirate a farlo evolvere, anche in una logica di apertura e condivisione dei dati e della conoscenza.

Infatti ha contribuito alla specifica RSS 1.0, totalmente RDF compliant, a differenza di RSS2.0, per chi non lo sapesse.
-> http://web.resource.org/rss/1.0/ ( questo documento porta ancora il suo nome come maintainer )

Io stesso avevo letto a suo tempo, nell’avvicinarmi al mondo di RDF e del Semantic Web, alcuni suoi scritti introduttivi al Semantic Web: è affascinante rileggerlo, soprattutto in un suo talk del 2007, dove racconta come sia stato RDF a motivare il suo interesse verso il nascente movimento delle Creative Commons ( per inciso, questa è la sua dichiarazione di intenti sul tema RDF al momento dell’entrata nelle Creative Commons, aveva 16 anni ):
-> How to Get a Job Like Mine

Continua nel blog di IWA Italy:
-> Difendere la cultura libera: in ricordo di Aaron Swartz, tra RDF ed Open Data

Serve continuare il lavoro, per dirla alla Luca Corsato.
E capire come non permettere più vicende di questo tipo

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UPDATE: è la Regione Piemonte che ha aperto agli open data, non solo il Comune di Torino, thanks Gigi - http://www.dati.piemonte.it/cms/

Incredibile come i tempi siano diventati maturi per certe cose. E come alcune cose che ho sempre seguito in tempi non sospetti ci diano una mano incredibile sui temi dell’ Open Data.
Continuo il filone iniziato da Gigi Cogo e da Ernesto, buttandomi un attimo sul tecnico. Tema ripreso anche da De Biase proprio oggi citando il post di Gigi, tra l’altro.

L’ Open Data a livelli amatoriali forse, è già alla portata di molti della PA, grazie a tool semplici che predispongono il mindset verso il Linked Open Data al suo massimo potenziale, senza necessità di grandi investimenti iniziali. E con competenze simili al classico Web Designer, che non debba conoscere i meandri di RDF e via dicendo.

Vediamo se riesco a farmi comprendere: in caso contrario ditemelo che vedrò di fare esempi chiari. Aguzziamo la vista e le orecchie: parlerò del framework SIMILE Exhibit e di alcuni suoi sviluppi recenti, il progetto DIDO, ovvero Data Interactive Document.

In breve il passaggio concettuale potrebbe essere: pubblico il dato in formato RAW e qualcuno me lo rende un po’ più utile, usando un formato intermedio, non così complesso come quello in RDF magari, ma assai vicino e già predisposto per la sua completa trasformazione verso il Linked Open Data Web .)
Pagine create con SIMILE Exhibit, che hanno un export automatico in diversi formati ( tramite il bottoncino che appare a forma di forbice per capirci )
.
-> Exhibit - Publishing Framework for Data-Rich Interactive Web Pages

Tempo fa, tanto tempo fa ne avevo parlato in ottica di mashup a lato client, e non li avevo mai fatti rientrare nella dimensione Open Data a livello esplicito, ma in effetti ci siamo dentro pienamente.
Anche troppo. Me ne sono reso conto ripensandoci un attimo, soprattutto in chiave delle recenti pubblicazioni Open Data effettuate dal Comune di Torino, Regione Piemonte [ grazie alla nota di Gigi ]segnalate da Nicola Mattina e da Gigi e da Ernesto.
-> Gli open data della Regione Piemonte: un esperimento
-> Qualcosa si muove
-> Open Links #3

Una delle poche guide del 2008 a questo framework infatti titolava in questo modo:
-> Real Web 2.0: Practical linked, open data with Exhibit - Discover a tool for managing data the right way, while reducing burdens on developers and users

A major hub of such development is SIMILE (Semantic Interoperability of Metadata and Information in unLike Environments), a research project developing tools to share diverse collections of data and digital media. SIMILE is a joint project of Massachusetts Institute of Technology (MIT) and the W3C, and it has produced some real gems. One of these is Exhibit, which allows you to produce Web pages with widgets the user can use to quickly comb through large collections of data. Exhibit makes this easy and requires little programming.

Era il 13 maggio 2008.

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Foto dell'autore

Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento