Nei ritagli di tempo, che ormai non e’ molto, sto leggendo un libro molto, ma molto bello:
-> Le menzogne di Ulisse , di Piergiorgio Odifreddi

In pratica e’ la storia della logica, dagli inizi ai giorni nostri, romanzata e con uno stile molto leggero e intrigante.
In realta’ una sensazione che mi ha preso fin dalle prime pagine e’ di quanto in realta’ la filosofia sia sottovalutata, e di quanto invece
sia parte integrante della nostra storia.

“_La logica dunque , dovrebbe servire almeno a questo: a fare piazza pulita delle illusioni metafisiche, smascherandole per quello che sono. Cioè parole impure, da cui purificarsi mediante un’igiene linguistica_”.
Per fortuna però, e la stessa avventura narrata dal matematico lo prova, la logica non si riduce a ripulire la lingua attraverso un procedimento vagamente futuristico per il quale la guerra razionale e intellettuale alla metafisica significa “salvezza” e comprensione del mondo.
Non mero strumento al servizio di ideologie, dunque. Come studio del lógos, come analisi del pensiero e del linguaggio la logica prima di approdare alla matematica e all’informatica contemporanee si è misurata con la letteratura, la linguistica, la teologia, la filosofia.
E di questi incontri che hanno segnato la storia umana, dagli albori della civiltà ai giorni nostri, il libro fa interessante resoconto.

Oltre alle parti espressamente dedicate alla logica, si intuisce prorio questa verita’: che la Cultura con la C maiuscola sia un tutt’uno,
una cosa che pero’ il nostro metodo di studio non ci abitua certo a vedere, anzi…

E io direi purtroppo…

Sono arrivato circa a meta’, press’apoco…

Il fatto che il mondo semantico, la logica alla base della matematica e dei percorsi dell’informatica siano molto legati alle tematiche che
tocca il Semantic Web, non e’ certo un caso…

Ho letto svariate volte che RDF e l’uso delle ontologie non e’ altro che il ripresentarsi dei sillogismi tanto cari ad Aristotele

A pelle direi che non e’ proprio cosi’: almeno quando si stanno trattando oggetti e proprieta’ ben definite, e non concetti astratti.

Partire ad usare le tecnologie semantiche al mondo pratico e’ certo un primo passo da fare, senza andare ad impantanarsi sulle ambiguita’
linguistiche e concettuali…

Insomma, tutto e’ molto piu’ collegato di quanto uno non pensi…

work in progress…

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[ crosspost su VoIT ]

Qualche idea innovativa per esplorare le potenzialita’ di avere dati in un formato versatile come RDF…

E qualche idea divertente, tipo questa:
-> RDFRoom! VIRTUAL REALITY IS NOW!

A lone soldier has been stranded in an alien world, filled with resources, literals and shifty anonymous nodes. Room upon room are filled with named graphs – can he find a way out?

Una vera forza della natura, a mio avviso…
Appena trovo un po’ di tempo, do’ un’occhiata al codice…

Look at some RDF DATA, schemas dont work well just now.

  • Yes i know the fire effect is badly aligned.
  • You need data with rdfs:seeAlso links to get doors.

Interpretare i links attraverso rdfs:SeeAlso come porte, e’ una vera forza: apre nuove strade per navigare nei nostri dati…

If I could put my files in a 3D world I know well – I would always remember that the PDF of my CV goes under the stair by the rocket launcher, and last year’s tax-returns go with the mega-health.

Qualche altra riflessione su quanto sia importante e relativo il modo di visualizzare dati RDF, tematiche a me molto care…
-> Visialize your RDF files, visualize your contact network

Per chiudere, una interessante vista molto simile al Tabulator di Tim Berners Lee:
-> OINK

Oltre a questa interessante presentazione di Tim Berners Lee:
-> Browsable data

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In questi giorni ho deciso di capire in modo approfondito questa questione: intuitivamente so che RSS1 e RSS1.1, entrambi RDF based offrono una migliore gestione dei feeds
E tra l’altro completamente compatibili al Semantic Web…

Il problema e’ che tutti non lo capiscono: sia per una questione, che avevo gia’ accennato, di marketing e di naming delle varie versioni, sia per incompresioni sull’usabilita’ reale di RDF…

Anche io non ho chiaro il punto, non del tutto almeno: ho iniziato quindi a spulciare nell’archivio del blogger, che su queste questioni ha scritto molto e ne proporro’ una sintesi…
-> Danny Ayers, a Semantic Web enthusiastic

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento