Mentre ieri sera parlavo al telefono di diverse cose con Gino Tocchetti, e ci si confrontava anche sullo sviluppo del Web Semantico, stavo proprio pensando che dovevo scrivere due righe per la nascita del gruppo dedicato proprio al confronto in italiano su tali argomenti, all’interno dell’ombrello del social network dedicato a chi lavora con il Web, Webprofession.it ( promosso da IWA Italy ):
-> Semantic Web e Linked Data - Gruppo di discussione su Webprofession.it

Per discutere, confrontarsi sul mondo del Semantic Web e del Linked Data, o come qualcuno lo definisce ancora il Web of Data. Casi studio, pensieri trasversali e declinazioni reali di qualsiasi delle tecnologie che sono incluse in questo mondo.

Ovviamente invito chiunque interessato ad iscriversi e a dirmi che non si capisce nulla .) Gli stimoli sono necessari proprio per creare un luogo collettivo di confronto permanente ed ibrido, per quanto possibile.
Questo sarà il territorio dove provare a capirci qualcosa. Ad oggi il livello che si discute è abbastanza tecnico, ma la mia intenzione è quella di tenere entrambe le facce della discussione, ed aiutare la divulgazione di questa innovazione tecnologica, che va ben oltre il singolo prodotto o la singola azienda, per quanto grossa possa essere. Oggi queste tecnologie devono essere comprese sia da chi lavora sull’infrastuttura ( i tecnici ed i programmatori ), sia da chi usa l’infrastruttura per aumentare la domanda e capire davvero cosa ci si potrebbe fare, e quindi le persone comuni. Ma è un processo, un dialogo, che occorre mantenere e continuare a coltivare. E l’accademia ormai è solo un ricordo: è presente ormai nel business, e l’Italia forse non è così indietro a livello di menti che possano contribuire in maniera pesante su questi argomenti. Anzi.

Perchè non è accademia: è già qui il Semantic Web ma pochi se ne accorgono

O almeno ci sono porzioni ed evoluzioni che si possono riconoscere sotto la sigla del Semantic Web. Qualcuno ha detto che non serve completare tutti i livelli necessari del Semantic Web per poterlo usare, o trarne vantaggio. Basta un po’ di semantica e si va molto lontano :) Ricordo che si parla di una evoluzione del Web attuale, e non di una cosa del tutto nuova: la contaminazione è in atto, basta saperla riconoscere.
Infatti, tempo un’oretta dalla fine della telefonata con Gino, faccio un giro in biblioteca qui a Castelfranco Veneto, e mi guardo il Sole24Ore del giovedì, cercando l’inserto di Nova24. Cosa che cerco di fare abitualmente. Trovo l’approfondimento Nova24 Review del 1 ottobre: e rimango folgorato.
Prima pagina dal titolo: “Le macchine del senso - Linguaggi informatici e umani convergono“ dove il mio caro prof di tesi ( una delle persone più straordinarie che io abbia mai conosciuto ), del quale avevo parlato diverso tempo fa, parla della ricerca online e del Graal dell’epoca della conoscenza. Cito solo alcune parole di Massimo Marchiori ( parla di Hypersearch, la base matematica dell’algoritmo PageRank sul quale lavora Google ):

In teoria un’interfaccia in grado di capire la lingua naturale è già progettabile, mai il processo sarebbe lentissimo: ecco perchè viene ridotto ad un linguaggio controllato, cioè comprensibile per le macchine. Immaginiamo che le pagine web siano persone: ho proposto di non osservarle singolarmente, ma di analizzare le loro conversazioni ( cioè i link ) per capirne la rilevanza. […] Ora siamo fermi alla seconda fase: possiamo conoscere persone ( le pagine web ) e gli amici ( attraverso i link ), ma non capiamo cosa si dicono. Il problema principale resta la velocità.

L’articolo continua in questo modo, che trovo giusto citare:

A coordinare lo sforzo globale per l’esplorazione della galassia in espansione di internet è arrivato anche Tim Berners Lee, l’inventore del web, con il consorzio W3C. E’ su questa scia che lavora all’EIRE Giovanni Tummarello. Veronese, 33 anni, il suo progetto di punta è Sig.ma: dopo ogni domanda estrae le informazioni dai siti ( testi, video, fotografie, cifre ) e li organizza in una scheda.

Metafora la settimana scorsa, mercoledì 30 settembre in realtà, ha pubblicato una campagna etica su AGIRE per l’appello sull’Africa, inserendo a fondo pagina un widget informativo, basato proprio su Sig.ma. Non tutto rimane accademia, per fortuna .)
Ed occorre aprire gli occhi, per cercare di capire quello che si vede.
Occhio che le tecnologie semantiche e il Semantic Web non sono la stessa cosa…

Sig.ma - Live views on the Web of Data from Sindice Team on Vimeo.

-> Nova100 - Review - Gli approfondimenti di Nova24 - La macchina del senso
-> Tecnologie più vicine al linguaggio naturale
-> I motori di ricerca

Commenta e condividi

Non ho saputo non riprendere questo post del W3C, assolutamente fantastico!
-> Make your Data Web Friendly

La traduzione è grossolana, ma giusto per rendere l’idea, credo che basti.
Il testo parla da sè, non mi sento proprio di dover aggiungere qualcosa.
Io ci aggiungo i grassetti, almeno questo .)

A Web language is not only a markup language (be XML, SGML or binary). For example, JPEG is not a Web format, but a format used on the Web. A Web format has the capability to play into the Web, it has linking capabilities.

Un linguaggio Web non è solamente un linguaggio di markup ( come può essere XML, SGML o il formato binario ). Per esempio, JPEG non è solo un formato Web, ma è un formato usato nel Web. Un formato Web ha la capacità di giocare un ruolo nel Web, ha delle capacità di link, di collegamento.

The simple fact to be able from my Web site make a link to another Web site somewhere else on the network without having to go through a prior agreement is a major feature of the Web. It seems obvious now. It was not at the time it was designed. People created good Web sites, crap Web sites. Some sites have disappeared, some have changed their organization, such as it broke many links on the Web. This is part of the social process of using a technology. When a big enough community decides that this Web page other there contains good information, it will become a reference. There will be abuse, but like in any human communities.

Il semplice fatto di essere in grado di creare un link dal mio sito ad un altro sito Web posto in qualsiasi voglia punto della Rete senza dover chiedere un permesso preventivo a qualcuno è uno dei maggiori punti di forza del Web. Sembra talmente ovvio oggi. Non lo era quando è stato progettato. ( il Web ). Le persone creano buoni siti Web, o siti Web davvero brutti. Alcuni siti sono scomparsi, altri hanno cambiato la loro struttura, in modo da rompere molti dei links e dei collegamenti che rimandavano loro nel Web. Questo è il processo sociale nell’usare una tecnologia. Quando una comunità abbastanza grande decide che questa pagina Web contiene informazioni utili, questa diventa essa stessa un riferimento. Ci saranno abusi, ma come in una qualsiasi delle comunità umane.

The net result is that the Web became a very successful source of information.

People who are creating the Semantic Web technologies such as RDF and RDFa do not propose a perfect system. The goal is to have a system which is using the nature of the Web (links). RDFa is a proposition to make Web friendly your data in your Web pages (html). People will certainly abuse it. It will break here and there, but the net effect is the creation of a network of hyperlinked data. The value and trust about data will be created by the community usages and the social network. The technology is just the support.

L’effetto Rete è quello che rende il Web una fonte di informazioni davvero di successo.

Le persone che stanno creando le tecnologie del Semantic Web come RDF e RDFa non propongono un sistema perfetto. **Il fine è di avere un sistema che sfrutti la natura del Web ( i links ). RDFa è una proposta per inserire in modo trasparente i tuoi dati nelle tue pagine Web ( html). **Le persone sicuramente ne abuseranno. Ci saranno errori e spaccature qui e là, ma l’effetto Rete porterà alla creazione di un network di dati interconnessi. Il valore e la fiducia su tali dati emergeranno dagli utilizzi che ne saranno fatti da parte della comunità e dalla rete sociale globale. La tecnologia è solo il supporto, il mezzo.

Nemmeno da aggiungere che mi metto a studiare per bene RDFa, no? .)

Nei link inseriti in fondo al post ufficiale, ho scoperto pure Aurora, non male direi…

Commenta e condividi

Questa’ e’ un’altra notizia bomba, purtroppo sara’ sommersa dal peso dell’OPA di Microsoft su Yahoo, ma io direi che ha quasi maggiore potenziale:
-> URLs are People, Too
-> Google Gathers Social Graph Information From The Web, Launches API

Google Social Graph API

In sintesi: forse una delle prime risposte al lavoro in seno del gruppo Data Portability, con i primi strumenti a disposizione degli sviluppatori…

Data Portability logo

Vediamo perche’ e’ una cosa di fondamentale importanza, almeno nelle intenzioni e nelle direzioni intraprese…
E’ la sintesi di una discussione che era iniziata in Rete diversi mesi orsono, a livello tecnico e aveva toccato ovviamente il Semantic Web, e proprio per questo mi ero aggiunto alla discussione a suo tempo.
-> Thoughts on the Social Graph - articolo originale del medesimo autore del post di Google .)
-> Il grafo sociale aperto: la “next big thing” del web

[ _si veda a fondo post per gli altri riferimenti _]

E’ uno dei nervi scoperti della Rete attuali, e quindi appena se ne parla, si finisce davvero in un ginepraio.

La cosa nuova e’ che il peso specifico che ha un qualsiasi personaggio rispetto a quello che ha Google, non genera certo grosse modifiche nella percezione di una tecnologia, mentre adesso che e’ Google a schierarsi, assieme magari a Yahoo e al suo recente appoggio ad OpenID… be’.. stanno muovendo in un senso assai positivo le dinamiche della Rete.

AGGIORNAMENTO: anche O’Reilly giustamente vede il valore della vicenda, e da’ alla cosa un peso non da poco:
-> Social Graph API: One small step for Google, one giant step for the Internet Operating System

This is REALLY cool, even though it’s just a beginning. As I said in the title, a small step for Google, but a huge step towards the internet operating system. Most importantly, it’s a step that doesn’t put the social graph under the control of any one company, but instead provides mechanisms for the user to control what information about him is available to applications.
[…]
But a real platform service makes it possible for developers to do things entirely outside the realm of the originating provider’s application. Unlike OpenSocial, which I found disappointing, the Google Social Graph API is a game-changing play in the social networking space. It’s a huge step towards open standards and a level playing field in smart social apps, and exposes Google’s data and infrastructure in a subtle and powerful way

PS - Visto che ci sono in ogni caso dei punti oscuri, che ben emergono dal post e dai commenti di O’Reilly, mi piacerebbe vederli nei commenti, io in ogni caso faro’ un post dedicato alla cosa…

Continua a leggere
Foto dell'autore

Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento