Il titolo puo’ sembrare strano: tranquilli…

E’ che ho scovato uno speciale molto interessante per le questioni che solleva e visto che in effetti non siamo avvocati, sentire il parere di uno che scrive per il sito InterLex non fa mai male…

AGGIORNAMENTO: in effetti mi sono accorto dopo che questo articolo fa parte del Forum di Interlex aperto fino al 6 giugno, quindi la sua attentibilita’ non dipende strettamente da Interlex stessa… ma e’ pur sempre un ottimo spunto di riflessione e un’ottima occasione per suscitare discussioni su questo tema importante…

L’articolo in questione ha proprio questo titolo:

-> Brevetti software: le ragioni del fronte del “sì”

Ora anche questo documento e’ un po’ lungo da leggere, ma vi assicuro molto interessante e quindi e’ un MUST per sentire da un certo punto di vista un parere legale anche del fronte del si… soprattutto per riuscire a farsi un’idea piu’ chiara della questione…

La cosa maggiormente interessante che ne viene fuori e’ soprattutto il quadro della normativa attualmente in vigore, quella che ha concesso oltre 50.000 brevetti che in teoria sono illegali.. questo e’ quello che avevo sentito…e che pensavo piu’ o meno.. e invece..

La cosa complessa e’ che in realta’ la questione verte tutta su una serie di cavilli tecnici e legati al buon senso dell’Ufficio Brevetti: non e’ che nemmeno adesso la situazione sia cosi’ rosea in effetti e questo e’ proprio uno dei meriti di questo intervento…
Quello che la normativa si intendeva prefiggere era proprio di aumentare la “leggibilita’” di certe norme e regole poco chiare, ma in pratica forse tappa si qualche buco, ma ne apre una valanga in compenso.

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Visto che con uno sciopero dei treni qualche attesa bisogna aspettarsela, quando ho visto che mancava piu’ di un’ora al mio treno… mi sono detto:”Vabbe.. vediamo cosa c’e’ in edicola…”

E lo sguardo mi e’ andato nella parte dedicata ai libri, dove un po’ impolverato a dir la verita’ ho trovato un volume del quale avevo sentito parlare…

-> Regime - di Marco Travaglio e Peter Gomez …

Un libro che si commenta da solo: io quella famosa puntanta di Satirycon con Luttazzi l’ho vista in diretta.. Luttazzi lo vedevo sempre ancora quando lavorava in Mai dire gol…

e poi quella puntata e’ di diritto entrata nella storia…e comunque sul link basta vedere i commenti per capire un po’ dove si va a parare…

Delle impressioni che mi sta suscitando ve ne parlero’… anche se questo blog non volevo soffermarmi nella politica mi sembra che in questo caso si sta toccando un tema a me caro: la liberta’ e l’informazione in quanto tale…

Una cosa che adesso volevo assolutamente farvi vedere e’ questa videochat della durata di 1 ora e 21 minuti dove sia Travaglio che Gomez presentano i punti salienti del libro ma non solo…
rispondono anche ad alcune questioni poste in diretta…

Una cosa notevole e’ che grazie alle nuove tecnologie e grazie a Internet come dice Beppe Grillo la televisione e i mass-media possono essere scavalcati e si puo’ arrivare alla gente.. per ora poca ma non e’ detto per il futuro…

E’ interessante il quadro che traspare sull’importanza del mezzo televisivo per le masse e per la classe di potere e l’anomalia italiana che ne risulta…

Un’altra introduzione a questo libro la possiamo trovare in questo articolo:

-> Travaglio :” Per uscire dal regime, l’esempio è Zapatero” - di Giulio Gargia

Molto interessante tratto da un sito che merita, megachip.info

A tal proposito volevo segnalare un blog proprio dedicato a questi temi, che e’:

-> BananaBis
che infatti ha come sottotitolo:_ Travaglio e non solo…_

Visto che si parla di liberta’ come non ricordare il tristmente famoso sondaggio delle freedomhouse sull’Italia visibile qui:

-> http://freedomhouse.org/research/pressurvey/allscore2005.pdf

Italia dichiarata “paese semilibero” con Bolivia e Filippine: notevole,no?

E per chiudere in bellezza una citazione da parte del nostro caro Presidente Ciampi.. tratta da “liberta’ di stampa,liberta ‘ di accesso”

La comunicazione e’ chiamata a svolgere una funzione indispensabile per l’evoluzione sociale e il consolidamento dei valori che sono alla base della democrazia del presente e del futuro della Repubblica e della Patria europea

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L’informatica viene vista come una tecnologia imperfetta dai piu’…

visto che la associano ad un computer Win che si pianta proprio sul piu’ bello… che ti riempie di virus, worm e dialer…
ti fa arrivare bollette stratosferiche, ti complica la vita al posto di renderla piu’ semplice…

Il problema in realta’ e’ che non c’e’ informazione sulle cose che usiamo tutti i giorni: per piu’ di un motivo purtroppo…

Proviamo a seguire un articolo di Zeusnews molto interessante a mio parere:

[…]
Me lo chiedo perché mi capita spesso di aiutare parenti, amici e colleghi, gente normalmente più che dotata di buon senso, a disinfestare PC contenenti ogni sorta di spyware, virus, worm, trojan e altre delizie.
Quando spiego come si sono infettati, la risposta più ricorrente è “ma io non sapevo che potesse succedere”.
Il buon senso non può far nullla se non poggia sulla conoscenza.[…]
In altre parole, il messaggio, per quanto semplice, non raggiunge mai il vero destinatario. Non si può pretendere che tutti gli utenti di computer si leggano riviste o siti specialistici: la maggior parte della gente usa il computer per fare qualcosa, per esempio lavorare, non come oggetto fine a se stesso come fanno molti informatici, per cui non trova interessanti le fonti d’informazioni specialistiche.

Ed è qui, secondo me, il nocciolo del problema. Ci stiamo sgolando a parlare di virus a un pubblico che già li conosce, mentre chi non li conosce (ed è quindi più vulnerabile) non può sentirci.
Stampa e TV, i canali che davvero possono arrivare a diffondere capillarmente l’informazione informatica a chi ne ha più bisogno, non se ne occupano seriamente. Oppure la relegano anche loro in programmi specialistici.

[…]
..verso l’informatica rimane una sorta di pudore giornalistico. Si fa finta che non esista, che sia roba per smanettoni. Perché?

A mio avviso ci sono due ragioni fondamentali. Una è l’incompetenza informatica di molti giornalisti, che li induce a non occuparsi del problema per timore di dire stupidaggini (Panerai docet). Ma il compito del giornalista vero (al quale fra l’altro nessuno chiede di essere un tuttologo) è fare da tramite fra il lettore e l’esperto e presentare in termini onesti, semplici e comprensibili ciò che l’esperto spesso dispensa in pillole indigeste (e in questo senso gli informatici devono assumersi la propria abbondante dose di responsabilità).

il giornalista potrebbe contattare gli esperti d’informatica per farsi dare una spiegazione da distillare per il pubblico dei non addetti. Invece non lo fa: contatta di solito Microsoft, che difficilmente darà, per ovvie ragioni aziendali, un quadro completo della situazione e non proporrà soluzioni alternative che non usino i suoi prodotti.

Perché il giornalista si comporta così? Perché qui entra in gioco la seconda ragione.

Spiegare in parole semplici il funzionamento di un virus richiede la precisazione di una verità scomoda: i virus colpiscono soltanto Windows. E Microsoft è un potente inserzionista pubblicitario.

In realta’ sappiamo benissimo che non e’ vero: i virus possono essere potenzialmente su tutto…
ma gli altri sono progettati meglio…

Certo, è tecnicamente possibile creare virus o worm anche per altri sistemi operativi, ma in pratica non succede.
E’ molto più difficile, e non occorre tirare in ballo la scusa stantia che gli utenti Apple o Linux sono pochi: Apple, per esempio, ne ha circa 25 milioni.
Rimane il fatto che per fare informazione corretta, sarebbe necessario specificare sempre che “il virus XY colpisce i sistemi Windows ma non ha effetto su chi usa Mac o Linux”.
Ripetuta infinite volte, questa non diventa più semplice informazione: per Microsoft diventa pubblicità sgradita alla concorrenza. Per cui non si dice.
[…]
In sostanza, i pochi articoli informatici che escono sui giornali sono imbavagliati, volontariamente o involontariamente. Chi avrebbe l’occasione e il diritto-dovere di informare il pubblico non lo fa. Ecco perché i virus più banali continuano a prosperare.

Non c’è nessun giornalista, al di fuori delle testate specialistiche, che se la senta di dire le cose come stanno?
Dobbiamo aspettare come al solito l’ostracizzato Beppe Grillo per darci la sveglia e dire che se volete vivere senza l’ansia dei virus e degli aggiornamenti che vi scassano il computer, potete anche comperare Apple o installare Linux?

Mi trovo particolarmente d’accordo con l’autore e ne condivido appieno le valutazioni: il problema e’ che nell’era della comunicazione siamo a questo punto: non siamo informati veramente…

E la cosa piu’ scandalosa e’ che se io in questo settore me ne rendo conto perche’ me ne intendo, figuriamoci negli altri che non conosco…

L’obbiettivita’ non e’ facile, ma su alcune cose semplificherebbe notevolmente la vita…

Riferimenti:

-> Virus, perché i vecchi trucchi restano i più efficaci

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento