Da Petrolio di Blogosfere:
-> Il picco del petrolio è una realtà.

In sintesi, con una ulteriore progressione rispetto agli ultimi rapporti, si ribadisce che non c’e’ niente di buono da attendersi sul fronte dell’offerta ed anzi non sarebbe strano che anche l’attuale livello non potesse essere mantenuto.

In ogni caso da qui al 2015 ci si deve aspettare un ammanco di produzione di circa 12 milioni di barili al giorno, rispetto alle richieste del mercato. Insomma, visto che questo corrisponde, milione di barili in più o in meno, al previsto aumento della domanda, sempre fino al 2012, si potrebbe anche evincere (e a noi piace, relativamente parlando, evincere, in ogni caso) che i nuovi pozzi e distretti petroliferi messi in produzione riusciranno, più o meno, a sostituire i pozzi in fase di esaurimento ma non molto di più.

Viene citato un articolo, non certo del giornaletto di provincia sotto casa nostra, dove prendo a braccio:
-> Energy Watchdog Warns Of Oil-Production Crunch

Energy GAP

A study released earlier this year by the Cambridge Energy Research Associates, a consulting firm and unit of IHS, concluded that the depletion rate of the world’s 811 biggest fields is around 4.5% a year. At that rate, oil companies have to make huge investments just to keep overall production steady. Others say the depletion rate could be higher.

“We are of the opinion that the public isn’t aware of the role of the decline rate of existing fields in the energy supply balance, and that this rate will accelerate in the future,” says the IEA’s Mr. Birol.

Se a questo aggiungiamo questo quadro:
-> Giro del mondo a 130 $ al barile (preoccupante…).

Io vorrei e pretenderei da un Paese e da noi come collettivita’ un po’ di sano rimbocco di maniche.

Io son 6 mesi che vengo a lavorare in treno, spendo meno, e in piu’ vivo meglio.

Si cammina, si vive la citta’ molto meglio di prima, ma creo meno PIL.
Investendo sulla propria conoscenza, non si crea tanto PIL a dire il vero.

E’ un valore sociale diverso.

Occorre vivere cercando il senso della vita, e il giusto tempo, e invece sento di cercare di facilitare ed incentivare i premi di produzione… senza novita’ nelle direzioni di tale produzione.

Per non parlare di passare al nucleare, proprio stamani sentito al telegiornale.
Ho visto i sorci verdi a colazione…

Magari se mettessimo insieme qualche post, e lo dicessimo alla gente, il quadro sarebbe piu’ chiaro per capire la direzione dove serve investire:
-> Centrali nucleari, il picco dell’uranio. - chi lo dice a Scajola?
-> Inchieste, energia e molto altro… - il famoso rapporto 41, per chi si ricorda…
-> ED ORA CARI SCIENZIATI E POLITICI, COME LA METTIAMO?
-> Nucleare, la fusione fredda funziona

E ci aggiungerei qualcosa sull’infrastruttura dell’energia elettrica:
-> Blackout, un libro per capire il mondo dell’elettricita’

Qualche considerazione a supporto, qualche fisico o qualcuno piu’ aggiornato che possa confermare?
Io vedo il bicchiere mezzo pieno, ma dobbiamo far emergere la cosa.

Che ne dite?
Si parlava di divulgazione scientifica a Sci(bzaar)net
**
Credo che sia impellente una chiara e ampia informazione su questi temi**, no?

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Energia, cibo e felicita’, spunti veloci di inizio anno…

Non ho molto da dire, oltre quello che avevo accennato tempo fa, e che in questi giorni fa pensare:
-> Cento di questi giorni.

E che sarà mai. Il petrolio che arriva a 100 dollari mentre io, ignara, me ne sto su una statale di montagna sotto la neve ad aspettare Godot.

Aspettando Godot, [ o il treno adesso che vado al lavoro senza auto, forse e’ meglio ] ci ritroviamo i portafogli sempre meno pieni, e come ha giustamente fatto notare Antonio giorni fa, pure il pane sta salendo come un folle, e non e’ il solo…
-> Aumenta il pane, governo ladro!

prezzo pane chicago - grafico

Questo grafico mostra l’andamento del prezzo del grano alla Borsa del Commercio di Chicago, dal 1999 ad oggi. Non occorre capire le formulette finanziarie per cogliere lo sconcertante colpo d’occhio.

Ma una delle cose piu’ interessanti, e’ il commento di Alessandro, che credo faccia pensare.

Prevedo tempi duri, causati dalla finanza ke su questa via di esaurimento delle risorse si sta buttando a pesce. Se la filiera fosse semplicemente diretta dal produttore al cosumatore tutto sarebbe + facile da verificare e controllare, se opportuno, ma con la finanza ke si intromette, acquista in qtà e stokka nei magazzini in attesa dei prezzi ke così inevitabilmente crescono (purtroppo si possono diminuire i consumi vitali ma non eliminarne la domanda) diventa impossibile una qualsivoglia azione calmieratrice del mercato.

In pratica la finanza speculativa sta aggravando un problema ke già grave lo è di per sè !!!

Le risorse alimentari ed energetike non possono ridursi xkè incomprimibili e questo purtroppo in un sistema della domanda e dell’offerta altera il processo di aggiustamento del mercato ke va a farsi benedire. Il risultato è ke la finanza regna sempre + sovrana e spavalda, sicura di investire in settori ke non generano perdite, altro ke altilenanti mercati borsistici, meglio accaparrarsi le risorse fondamentali.

Sarà, ma il 2008 lo vedo male, xkè i denari ke finiscono nelle tasche dei finanzieri sono quelli della gente ke lavora e produce reddito reale e non speculativo e artificiale come quello della finanza trattata nelle borse di tutto il mondo. Ogni giorno ke passa saremo + poveri e gli effetti di tale impoverimento già partono dal basso, dalle masse … e si sà ka le masse quando perdono la pazienza non le controlla + nessuno … forse stanno maturando i tempi x nuove rivoluzioni.

La speculazione che ha superato qualsiasi soglia umana e’ il vero dilemma…
Che si aggiunge a problemi strutturali ben noti.

[ _aggiungo anche un bel pensiero sull’approccio da avere, non catastrofista, ma realista… _]

Sempre sull’onda del bisogna usare la testa, che le vie per lavorarci non sono finite, un bello spunto dal caro Caravita:
-> Discariche e discariche

In Campania una discarica viene vista come una maledizione biblica, da incendio di autobus o impiccagioni simulate. Negli Usa l’autorevole Boston Globe ne parla invece come di una risorsa preziosa.

Oggi circa 400 discariche, là, producono normalmente energia, attraverso il recupero del metano da fermentazione (dei rifiuti) e di qui energia elettrica a buon mercato.

Insomma, i margini di manovra non ci sono piu’ tanto, ma delle soluzioni certo non mancano…

Se poi a questo quadro, aggiungiamo a mo’ di pensiero laterale serendipico l’ottimo scritto sulla Grande Distribuzione di Tombolini che mi e’ capitato di leggere per puro caso ( via Gianna Ferretti ), e sul quale mi trovo totalmente d’accordo, avrei una domanda…

Come vedi la GD o Grande Distribuzione in tempi di Peak Oil, caro Antonio?
Qualche problema strutturale, almeno…

Possibilita’ pero’ di una maggiore distribuzione verso i Mercati Locali dei Mercati di Scala, probabilmente…
La coda lunga dei Mercati che riequilibria anche l’importanza relativa delle hits, e quindi del principio della Quantita’ sulla Qualita’ .)

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L’energia e’ uno dei temi ricorrenti in questo blog, cosi’ come lo e’ nella mia testa…
A fasi alterne, in realta’, e’ un pensiero fisso da tempo.
[ L’ultimo post in merito era questo:
-> Media, informazione, energia e cronaca…
]

Vorrei offrire due spunti importanti, adesso che vivremo qc giorno al freddo e al gelo ( e’ dicembre inoltrato, non mi pare nulla di strano,no? )

Dal sempre ottimo Petrolio, di Blogosfere

E questa dichiarazione, dovrebbe essere trasmessa a chiare lettere in giro, GIRIAMOLA e creiamo davvero DOMANDA per quello che e’ il nostro presente e il nostro futuro…
Prendetelo come un piccolo APPELLO, che ci induca a riflettere e a DIVULGARE con chiarezza e semplicita’ la cosa…

-> Fatih Birol/IEA: “Il nuovo ordine energetico”.

Così, il nostro agente all’Avana di TOD è riuscito ad infilarsi allo Shell Centre a Londra per assistere ad un meeting con nientemeno che con Fatih Birol, capo economista e responsabile della divisione affari economici alla International Energy Agency. Quello che ha ascoltato è davvero sconcertante: eccone qualche estratto.

_Siamo sull’orlo di un nuovo ordine energetico. Dal fronte dell’offerta, la produzione non-OPEC ha raggiunto il picco, cosa non buona per le compagnie petrolifere: saranno infatti le compagnie nazionali a determinare la futura produzione. Tra oggi e il 2030, Cina e India rappresenteranno il 70% della nuova domanda.

Continuando così, il futuro è dei combustibili fossili, con una crescita delle emissioni del 57% per il 2030 e un disastroso aumento della temperatura di ben 6 gradi._

E ancora:

Birol ha appena lanciato l’allarme sul picco del petrolio, ammettendo che il mondo sarà a malapena capace di rimpiazzare la perdita di produzione con nuovi progetti che solo un roseo ottimismo può dare per scontati entro il 2015.

Se consideriamo inoltre che il responsabile del crisis management della IEA, ad un’intervista televisiva, ha appena ammesso che la domanda ha superato l’offerta, capiamo che il massimo organismo mondiale dell’energia sta suonando campane e fischietti per farci intendere la situazione il prima possibile. O almeno, per farla intendere a chi di dovere. Che non siamo noi… ma chi deve capire, capirà?

E soprattutto, verrà almeno a saperlo?

Insomma, cosa facciamo, mettiamo la testa sotto la sabbia?
O ci tiriamo su le maniche?

Almeno sull’ultimo punto potremmo fare molto.

Parliamone…

Una fonte ben documentata della cosa, nel frattempo…
-> Fatih Birol Presents the IEA World Energy Outlook 2007

Luca, se ci sei batti un colpo… .)
Assieme all’amico Fabio, Luca De Biase, Federico, Massimo, Sergio, Antonio Tombolini e Antonio Sofi, Alberto, Kurai e molti altri, a chiunque voglia aggiungersi :)

Quasi dimenticavo il mitico Beppe Caravita, una fonte sempre inesauribile su COSA poter fare…

Facciamo girare con naturalezza la cosa….
E’ il primo passo da fare.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento