Cercando un po’ in giro per la Rete, ho provato a vedere quali vocabolari vengono interpretati correttamente dallo strumento recente di parsing dei dati strutturati di Google, per iniziare a chiarirmi le idee.
Per far comprendere l’argomento ai neofiti, basta ricordarsi di due elementi per quanto riguarda il dato strutturato:

  • sintassi: ad oggi ci sono diversi modi per far digerire a Google dei dati strutturati nella propria pagina, ma questo per ora non sembra un problema. La sintassi consigliata è quella dei microdati, una modalità semplificata non ancora standard, nativa della specifica HTML5. L’altra alternativa è usare RDFa ( specie la sua ultima versione RDFa Lite 1.1 ), la stessa sintassi che usa Facebook con lo standard Open Graph. Nella visualizzazione anteprima del tool di Google, vengono mostrate entrambe.
  • struttura ( schemi e vocabolari ): è questo l’argomento spinoso, in effetti. Per ora il consiglio da dare è usare tutto quello presente su schema.org

In tutto questo, se volete un ottimo riassunto, SpazioDati ha fatto un video al Tedx di Brera che chiarirà le relazioni tra molti elementi oscuri ( Semantic Web, Linked Data e molto altro ).

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Come qualcuno ha detto, noi italiani abbiamo fatto ponte il 2 giugno, ed invece il mondo del search sta riscrivendo il futuro della ricerca, partendo da basi interessanti.
I tre colossi dei motori, Google, Bing e Yahoo, hanno lanciato il progetto Schema.org:
-> Schema.org

Peccato che in Italia pochi abbiano visto la reale sinergia di quello che sta accadendo, e la maggior parte dei post sul tema siano semplici rilanci stampa del comunicato principale. ( Tranne per Guido Vetere che bacchetta gli autori di schema.org perchè forse così è stata definita un minimo di ontologia o schema globale, che tanto si diceva di non voler fare eh eh )
Da apprezzare Mauro Lupi, che sprona ad approfondire la questione, anche dal lato SEO, ed Il Post, che pone la questione all’attenzione di un pubblico più vasto del circolo tecnico. E che cita il fatto che, l’ultima volta che abbiamo avuto un accordo cross motori di ricerca, è stata la volta della creazione delle sitemap.xml, nel 2006. Una maniera condivisa di segnalare ai motori tutti i percorsi URL presenti nei nostri siti, che tanto ci facilitano oggi.
Un elemento non scontato. quindi quello dell’accordo tra motori.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento