Prevedo che questo post creera’ un po’ di casino…

Gia’ tempo addietro ho accennato qualche mia perplessita’ sul modo di Grillo di fare blogging e vista il carisma del personaggio, sono volate delle critiche…

Vorrei pero’ fare un discorso piu’ tecnico che sociale…
Non quindi su cosa fa Grillo, ma con cosa lo fa…

Perplessita’ tecniche

Il blog di Grillo per essere tale dovrebbe vedere una diretta partecipazione nei commenti di Grillo stesso, altrimenti l’interattivita’ offerta dal mezzo verrebbe snaturata.

E’ anche vero pero’ che il blog di Grillo ha un audience molto diversa da un qualsiasi altro blog, e non per niente e’ entrato di diritto all’80 posto mondiale della Top100 di Technorati :)

Appena trovato questo magnifico post di dotcoma :

-> revolution
Che riesce a sintetizzare alcune delle mie critiche verso la direzione che ha preso quel blog…

quello che volevo dire era:

-visto che quel blog ormai non è più nè un puro e semplice blog, con mille commenti per post, nè l’opera di una sola persona;
-visto che quel blog ormai non è più un semplice blog perchè vaneggia, addirittura, ambizioni di democrazia diretta;
-visto che non solo le persone che collaborano al blog con Grillo hanno qualcosa da dire, ma anche parecchi dei suoi lettori;
-visto che si vuole iniziare un movimento, e visto che è più facile e più comodo farlo sul web che non con meetup;
-visto che un movimento potrà o dovrà essere anche coordinato, ma se è autentico deve arrivare necessariamente dal basso;
-visto che partecipare, idealmente, dovrebbe voler dire qualcosa in più che solo andare in banca a fare un bonifico;
-visto che sul web le cose che vengono dal basso funzionano, e che se invece le fai dall’alto si perde entusiasmo;
-visto che per questo blog e/o per sostenere alcune sue proposte ormai si comprano pagine di pubblicità sui giornali;
-visto che sul web sei cos’è il tuo sito e visto che se non mantieni cosa prometti non c’è nome o brand o pubblicità che tenga;
-e visto che, a mio avviso, quel blog non è più all’altezza dei nuovi e più ambiziosi propositi del suo tenutario…

non sarebbe il caso di decidere se beppegrillo.it è o torna ad essere semplicemente, come è stato per sei mesi, un bel blog fonte di notizie alternative e posizioni alternative e possibili politiche alternative di cui non parla nessun giornale OPPURE se vuole davvero diventare uno strumento che faccia da catalizzatore di un movimento, quindi un qualcosa molto più impegnativo e ad ampio spettro?

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Diciamolo subito: nel Semantic Web c’e’ qualcuno che si lascia prendere la mano alle visioni piu’ fantascientifiche che ci possano essere…

E a mio avviso questa in effetti e’ una di queste…
-> Nova Spivack, From Semantic Web to Global Mind

Le potenzialita’ delle tecnologie coinvolte sono ancora per lo piu’ inespresse e gli effetti non ancora del tutto chiari… ma e’ meglio stare con i piedi per terra…
E le novita’ in ogni caso non mancheranno…

Totalmente d’accordo con quello che dice Danny Ayers:

But in recent years I’ve tended to avoid this angle, being more interested in making what we’ve got just one (big) step more useful.
I still think the old-AI notion is basically reasonable, just the timescales and expectation of the work involved were completely out.
That’s another reason I’m wary of talking in old-AI terms, the hype angle - engineers are much more likely to be receptive to a tool that does work today rather than a vision that might work tomorrow.
Let’s just get the RDF and OWL designed in, let the vision emergence take care of itself.

In ogni caso e’ una lettura interessante…

Riferimenti:

-> From Semantic Web to Global Mind
-> Nova Spivack, From Semantic Web to Global Mind

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Ecco uno stralcio della prima, e Windows Vista non si presenta certo bene…
-> Vista farà il gioco di MPAA e RIAA

La proposta di Microsoft, tesa ad acquisire lo status di piattaforma domestica preferenziale per la riproduzione di video e musica digitale ad alta definizione, partirà dall’implementazione della cosiddetta tecnologia “Protected Video Path“.

Si tratta di un sistema che segue le specifiche di HDCP, High Bandwidth Digital Copy Protection, creato da Intel insieme al Digital Display Working Group. È in pratica un metodo per la codifica in tempo reale dei dati che passano attraverso l’interfaccia DVI: al momento dell’invio dei dati da una fonte, sia essa un supporto ottico oppure un’emittente digitale, il flusso viene cifrato con una chiave a 56 bit.

Le grandi aziende sperano che questo nuovo standard, già supportato da molti televisori ed apparecchi “HD” (High Definition) renderà più difficile la diffusione di pellicole e canzoni piratate. Infatti soltanto le piattaforme autorizzate con speciali certificati potranno decodificare i flussi dati: se Vista identificherà, ad esempio, il lancio di un lettore multimediale non autorizzato, non conforme agli standard per il DRM, potrà automaticamente terminarlo.

La vita dei cosiddetti ripper, coloro che copiano DVD per una loro eventuale diffusione sulle reti P2P, diventerà sicuramente più dura. Infatti la parte del SO adibita alla decodifica video sarà ben protetta per evitare che “smanettoni” e pirati possano accedervi, carpendone segreti compromettenti. Tutta la parte di Windows Vista adibita alla decodifica multimediale sarà blindata ed inaccessibile.

Be’ sembra proprio che di carne al fuoco ce ne sia davvero tanta, ma comprare qualcosa che non ci permette piu’ di fare nulla non credo sia molto allettante…

Palladium sta arrivando senza essere nominato… ma sta arrivando a piccoli passi…

Una volta che l’utente medio si accorgera’ della fregatura cerchera’ delle alternative, passando dal MacOsX ( bisogna vedere quanto rimarra’ aperto all’uso ) a Linux…

Iniziano a creare una vera e propria era del proibizionismo, alzando i prezzi e pretendendo l’impossibile… sarebbe ora di farci sentire come consumatori, o no?

AGGIORNAMENTO: in effetti sempre in tema di DRM ZeusNews presenta un pezzo interessante…

-> A chi serve la DRM opensource

Inoltre, la principale caratteristica del software open source è la sua libera disponibilità per essere modificato, cosa che cozza non poco con lo stile tenuto finora dai giganti dell’intrattenimento, impegnati oltre ogni misura a tenere sotto chiave tutte le loro tecnologie.

Personalmente, crediamo che la DRM sia una mossa non onesta: dietro la falsa questione della pirateria, che nessuna diavoleria elettronica riuscirà mai a limitare, dietro la falsa questione del p2p, che di tutti i sistemi tecnologici si è sempre fatto un baffo, si nasconde un’idea più subdola e malevola: sfruttare oltre ogni limite l’utente regolare, il nostro amico ragionier Cagazza.

Questo dissanguamento legalizzato va oltre, a nostro modo di vedere, la protezione legittima dei diritti degli autori. Qui si tratta solo di aumentare i profitti delle major togliendo, all’utente pagante, diritti fino a ieri considerati sacrosanti, come la copia di backup, il prestito, lo scambio di libri, cassette e dischi ottici.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento