Si parla tanto della democrazia americana come modello pure da esportare, della liberta’ della loro Costituzione come modello della societa’ occidentale…

Lo sara’ stato, perche’ oggi siamo a questo:

Washington, in nome della Famiglia
Con questo slogan passa la normativa più repressiva degli Stati Uniti contro la pirateria e l’immoralità: al via censure fai-da-te e fino a 10 anni di carcere per i bootlegger digitali. Esultano le major
[…]
Infatti dopo l’approvazione da parte del Senato, anche la Camera dei Rappresentanti ha dato il via libera al controverso Family Entertainment and Copyright Act.
La votazione si è svolta in un clima unitario: entrambi gli schieramenti hanno approvato gli emendamenti proposti dal repubblicano Lamar Smith, che si conferma il politico americano più agguerrito contro l’illegalità digitale.

Le principali novità che verranno introdotte dal FECA riguardano soprattutto quella che viene considerata la tutela delle famiglie, punto cruciale del secondo mandato Bush: i sistemi di censura fai-da-te per i DVD, pensati apposta per proteggere gli spettatori più sensibili, sono adesso legali..
Il senatore Smith sostiene che “i genitori possono finalmente decidere ciò che i loro figli possono vedere”. ClearPlay, leader nel settore dei sistemi di censura domestica, è entusiasta: “È una vittoria per le famiglie ed una notizia fantastica per la nostra azienda”, sostiene Bill Aho, CEO dell’azienda di Salt Lake City. Presto, grazie alle nuove leggi, ClearPlay introdurrà sul mercato un piccolo dispositivo USB che permetterà di applicare i filtri su qualsiasi computer.
MPAA, dopo avere lanciato una inquietante campagna di sensibilizzazione internazionale, ha ottenuto nuove, pesantissime pene per chiunque si dedichi alla pirateria. Infatti gli USA inaspriscono ulteriormente le regole del gioco, promettendo vita dura ai pirati..
Soprattutto per i cosidetti bootlegger che, armati di telecamera, riescono velocemente a diffondere sulle reti P2P anche pellicole in anteprima esclusiva.

[…]
Sono previste multe fino a 250mila dollari per chi copia più di 10 film. Reclusione fino a tre anni per i bootlegger colti in flagranza. Fino a dieci anni di reclusione per chi distribuisce un prodotto multimediale prima del suo rilascio ufficiale.

La pirateria viene così punita alla stregua di reati federali come stupro e rapina a mano armata.

Mentre dall’articolo precedente a questo questa parte e’ interessante:

Vedere un film è un’esperienza unica, come andare al teatro oppure guardare un dipinto. Permettere che tecnologie come ClearPlay siano utilizzabili liberamente significa tutelare i più piccoli, significa permettere di vendere film “proibiti” anche a bambini di 10 anni: è un’ottima mossa strategica che può salvare il mercato dell’home entertainment, minacciato dal P2P e dal crollo delle vendite al dettaglio. Hollywood però sembra proprio non crederci e si appella alla proprietà intellettuale.

La verità è che il giochino sembra porre indiscriminatamente tutti quanti sullo stesso piano: quello di consumatori passivi ed incapaci di recepire, elaborare e dare un senso ai messaggi trasmessi dai media.
Esautora i genitori dal loro ruolo di educatori, inganna i più piccoli con surrogati cinematografici.
La domanda di fondo rimane sempre la solita: è giusto che il mercato, ovvero una tecnologia, si sostituisca alle scelte dell’utente?

Ora puo’ essere che l’articolo in questione accentui un po’ i toni rispetto ai rispettivi in inglese, ma il fatto e’ a mio parere gravissimo…

Anche se sembra che l’ideale di tutelare maggiormente le famiglie sia un ideale da seguire, questo non e’ il modo giusto per farlo…
in paesi poi come l’America dove vivono molte counita’ un po’ fuori dal mondo ricreare l’era del proibizionismo non mi pare una buona idea…

Oltre che ledere le opere stesse, si viene a creare un precedente di censura: a quando poi la censura di materiali ritenuti scomodi?

E vogliamo parlare della follia di certe pene, rispetto alla gravita’ di altre?

Pur di difendere i capitali di pochi e le loro assurde posizioni si nega l’evidenza: speriamo che l’europa se ne renda conto e non segua come un cagnolino il padrone americano…

La cosa triste e’ che vengono spesi tempo e denaro per cose tutto sommato di secondaria importanza rispetto ad altri crimini e problemi ( dall’ambiente alla guerra, allo sviluppo sostenibile.. ) pur di difendere queste lobbies di potere e di denaro.

Non dimentichiamoci che questo senatore e’ lo stesso che ha tolto liberta’ civili sia ai cittadini che ai provider ad esempio ( maggiori info qui: USA, passa l’ergastolo per i cracker ) e per vedere che cosa ha fatto:
Congressman Lamar Smith Legislative Record 108th Congress
E’ stato persino premiato dalla BSA:

In 2002, the Business Software Alliance honored Congressman Smith with its Cyber Champion Award for his leadership on high-tech issues.

Tra brevetti, lobbies e multinazionali del divertimento e i crimini veri ormai la faccenda e’ triste: occorre maggiore informazione e maggiore trasparenza…

Riferimenti:

-> Washington, in nome della Famiglia
-> [ eng ] - Prison terms on tap for ‘prerelease’ pirates
-> [ eng ] - House OKs Family Copyright Bil

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Un post interessante:

-> Il ritorno dei Mac

[…]
Poi vennero Linux e FreeBSD, e gli hackers - che seguono sempre il più potente sistema operativo in circolazione - si ritrovarono a passare ai computer basati su Intel. Se il design era un fattore importante, si poteva comprare un Thinkpad, che magari non era del tutto repellente - a condizione di staccarne gli adesivi “Intel” e “Microsoft”.

Ecco OS/X, e riecco gli hackers.

[…]
“E allora?”, sento chiedere ai rivenditori, a cui magari potrà non interessare se gli hackers vogliono di nuovo Apple. Quanto sarà grande questo mercato per gli hackers, dopotutto? Certo, è alquanto piccolo, ma è importante in proporzione alla sua grandezza.

Quando si tratta di computer, quello che gli hackers fanno oggi, lo faranno tutti entro dieci anni. Tutta la tecnologia, da Unix alle interfacce grafiche e al web, è diventata popolare prima nei dipartimenti di informatica e laboratori di ricerca, e subito dopo si è diffusa gradualmente al resto del mondo.

Assieme ad alcune considerazioni:

  • e’ innegabile che al momento MacOSX sia il piu’ avanzato sistema operativo disponibile, che unisce un cuore UNIX a modalita’ e interfacce d’uso innovative…
  • in effetti mi trovo d’accordo con quanto detto da Paul Graham: nel mio piccolo cercando info su tale sistema e vedendo nella mia facolta’ il diffondersi di tali macchine sono una prova abb forte ( pensavo fosse una moda, ma poi… )
  • tranne pochi casi, sono tutti contenti del loro Mac: parecchi motivi li posso capire.. altri meno
  • e’ probabile che per un informatico sia veramente importante avere accesso ad un sistema evoluto basato su tool open ( che gia’ uno usa ) e avere nello stesso tempo interfaccia e API veloci ed avanzate senza perdite di tempo in configurazioni ( con Linux bisogna metterlo in conto )
  • una delle pecche peggiori di Linux e’ il supporto hardware grafico: per motivi storici e tecnici e’ difficile avere una GUI avanzata e veloce soprattutto con Flash o Java o effetti animati.. e il tempo per configurare il kernel ora mi manca…* per i portatili adesso gli IBook sono il migliore compromesso prezzo/prestazioni.. non parliamo della portabilita’ del 12’ rispetto a portatili normali della stessa fascia di prezzo..
  • ora e’ uscito Tiger: che altro dire? :)

E’ uno dei sistemi che mi manca da provare, e a quanto pare ha le carti in regola per essere uno dei migliori che possa provare… a breve spero…

AGGIORNAMENTO: per quelli che non si fidano, ma vogliono avere una visione d’insieme, ecco un gran bell’articolo di Attivissimo:

-> PC senza Windows? Esiste una Terza Via

Senza mai dimenticare che si puo’ benissimo affiancare Linux: e senza dimenticare di usare formati il piu’ possibile aperti… altrimenti finiamo in un’altra MS…

Anche se per certi versi, la Apple in alcune cose ha capito molto l’importanza dell’apertura…
prendiamo ad esempio l’uso di FTP e DNS automatico per condivere risorse e la rete locale.. altro che NetBios.. ( MS compatibilita’ all’indietro )

Riferimenti:

-> Il Mac risveglia il Tiger che è in lui: il 29 aprile il nuovo MacOS 10.4
-> iBook

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L’ho gia’ detto in qualche post vecchio, ma la Rete ormai e’ la base di applicazioni sociali molto importanti…

I nostri dati da un lato sono sparsi veramente per la Rete stessa, usando servizi quali
del.icio.us, Flickr, aggregatori vari, Gmail… e alcuni li sto sperimentando adesso: Connotea

Connotea in particolare e’ utile per costruirsi i references dei papers o delle tesi che si stanno scrivendo…
una specie di bookmarking sociale ma dedicato alla letteratura scientifica: dove si puo’ anche commentare le risorse che si inseriscono…

Hanno quindi unito i servizi lanciati da del.icio.us ( tagging ), un target scientifico e servizi innovativi quali commentare gli URI inseriti con possibilita’ di esportare automaticamente la propria library in formato RIS ( che non conoscevo, e’ usato per le reference nei paper scientifici ).

Per inciso l’idea di poter commentare gli URI inseriti crea delle discussioni e dei pareri collegate in modo del tutto automatico e molto simile a quello che succede nei blog: una caratteristica che cambiera’ molto probabilmente alcune nostre abitudini…

Ho poi scovato un tool che riesce a convertire questo formato ( .RIS ) anche nel piu’ famoso BIB per il supporto delle bibliografie in Latex…

La cosa forte e’ che viene usato un formato XML come intermediario nelle conversioni: non a caso XML e’ denominato il coltellino svizzero“ del Web :)

Impressioni

Quello che sta accadendo a mio parere e’ un fatto sempre piu’ importante: l’interoperabilita’ dei dati e delle interfacce attraverso il Web sta cambiando l’idea stessa e l’uso che abbiamo del sistema operativo.
Non sara’ piu’ importante attraverso cosa ci colleghiamo per usufruire di servizi e programmi, nonche’ per accedere a parte almeno dei nostri dati.

E’ ovvio che questo non potra’ accadere per tutto, ma l’uso della Rete come base applicativa sta gia’ creando un “network effect“: ci sono cose e usi che nella interazione e nell’uso sociale non sono ne’ previsti ne’ calcolabili in partenza…

Sono convinto che per molte cose e abitudini avremo delle belle sorprese…

E che il browser avra’ sempre maggiore importanza in futuro..

Riferimenti:

-> Bibutils
-> Connotea
-> del.icio.us
-> Flickr

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento