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Cercare di far capire i vantaggi del SW e’ ormai un compito che il W3C sta svolgendo come minimo da tre anni circa, ma la chiarezza su un tema tanto delicato non e’ mai abbastanza…

Vediamo come una nuova presentazione di Tim Berners Lee dal titolo:

-> “Semantic Web for Industry”

possa portare luce in questo contesto…

Altro link molto acuto e’ questo di InternetAlchemy, che parla della necessita’ di riunire gli sforzi di condivisione della conoscenza e delle ontologie per una nuova scienza che sappia trarre vantaggio dalle reali potenzialita’ del Web…

Una risorsa invece da controllare e da provare che ho appena scovato e’ questa: AROUNDMe

AROUNDMe is the perfect solution for community builders wishing to bring together multiple mutual interest groups within a shared knowledge network.

Ma tutti i prodotti del sito Barnraiser sono da tenere d’occhio e meritano un prossimo approfondimento… stay tuned :)

Giving you the tools you need to share knowledge and advance open society.

Motto di Barnraiser: sembra interessante,no?

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Per molti forse non e’ ancora chiaro cosa sia il Semantic Web e il mondo che ruota intorno a RDF, un formato che mette in discussione molti…

Se guardate tra i miei links in del.icio.us usando i tags RDF e guide forse troverete qualcosa…

Intanto per quelli che vogliono capire dove stiamo andando e capire le maggiori critiche nei confronti della eccessiva complessita’ di RDF, proprio in questi giorni e’ in atto una interessante discussione blog-centrica da tenere d’occhio…

Consiglio di guardare planetRDF per una maggiore comprensione…

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Una notizia molto interessante dal Register:

-> Peru’s parliament approves pro-open source bill

Legislators in Peru have approved a hotly contested bill sanctioning use of open source software by government and levelling the playing field for start-ups against Microsoft.

The Peruvian Congress has passed a bill that prohibits any public institution from buying systems that tie users into any particular type of software or that limits “information autonomy”.
Public institutions are also barred from having a pre-determined preference for either proprietary software or open-source software.

In realtà quindi si intima allo Stato di non avere pregiudizi sul software e a di non obbligare i cittadini ad usare un certo tipo di software, sia esso open o closed source.

E’ implicito quindi l’uso di standard aperti verso il cittadino, una decisione simile a quella che ha preso anche lo stesso Massachusetts qualche giorno fa… [ lo avevo accennato qui ]

Decisione molto lunga e sofferta, con colpi di scena in questi tre anni…

C’è un’etica dietro molto forte e una capacità di vedere lontano forse ancora maggiore…

E noi ci riteniamo avanti rispetto al Perù? Mah…

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento