Parlando di civic hacking, è impossibile non citare Code for America: se si cerca il termine “civic hacking”, è uno dei primi risultati che ci vengono presentati. Tra l’altro, avevamo (Erika ed io) deciso di inserire nel libro qualche spunto dalle esperienze estere, pur concentrandoci su esperienze di civic hacking in Italia. Volevamo dare un quadro abbastanza concreto di cosa significa “civic hacking” e, guardando all’estero, la prima iniziativa a cui abbiamo pensato è stata proprio Code for America.

Ecco perché abbiamo approfondito la nascita e l’evoluzione di questa realtà. In questo percorso di approfondimento ho scoperto alcuni elementi che non conoscevo. In realtà, ho capito di avere delle idee molto vaghe e che alcune erano addirittura sbagliate, in particolare sul modello di business dell’organizzazione. Sono sicuro che questi “miti” siano legati, soprattutto, alla difficoltà di interpretare la società americana: noi la osserviamo attraverso la nostra esperienza culturale, dove le attività civiche sono spesso frutto di attivismo e volontariato e dove la dimensione del no profit è rilevante nel welfare, mentre è praticamente assente in altre dimensioni.

Pensando a Code for America e a quei “miti” che avevo in testa, ho deciso di sfatarne alcuni, legati sia al ruolo che al lavoro svolto. Se penso alle sperimentazioni fatte negli anni da Wikitalia, Code4Italy e dall’associazione Digital Champions, tutte esperienze che in qualche modo hanno preso spunto dal modello di Code for America, mi rendo conto che serve chiarire alcuni punti ed imparare dagli errori del recente passato.

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Il blog riprendera’ probabilmente in settembre, ma un paio di considerazioni su certe cose che ho colto durante le ferie le voglio fare…

  • la vita presenta sempre aspetti imprevisti ed e’ giusto farsi cullare da tale impredivibilita’ a volte, lasciandosi andare all’improvvisazione… sono sensazioni forti che ci rendono VIVI :)
  • ogni giorno si prendeva il quotidiano e senza Internet ne’ televisione era l’unico contatto con il mondo… sara’ una mia impressione ma e’ successo di tutto… e tante cose sono state perse nella disattenzione…
    Almeno questa e’ la mia sensazione…
  • essere autentici e irrazionali e’ stupendo e da’ una forza pazzesca, e stare insieme con le persone che noi chiamiamo “disabili” ci riporta indietro alle nostre VERE caratteristiche… sono loro le persone normali, non certo noi…

Un link per capire cosa ho fatto in questi giorni:

-> Associazione Tonino Bello

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento