Some times ago I’ve seen an interesting project, called Co-link

This project is about the possibility to edit and insert a link where the user wants in the page that he is reading on the Web.

This technology was developed with the objective of letting any interactant create new associative links in a pre-existent text and/or add new destinations to a previous link.

The idea is nice: the user can insert in any esistent word in the text a link and also insert a new link in a pre-esistent link…

Another idea is this: multilink

A multilink, or mlink, is a link that goes to one or more destinations.
A multilink is rendered as a popup menu that presents the targets as a list of menu items.
An item can be selected from the menu to follow the URL of the target, or a special item called “edit” can be selected to add, remove, or modify the targets of the multilink.
Targets are not embedded in the markup, but rather, stored in an external metafile linked to but exists independently from the page where the multilinks are defined.

Now the idea is not totally bad, but IMHO it’s dangerous…

There is an interesting discussion on Slashdot on it:

-> Multiple-Target Hyperlinks for the Masses

In fact when you find useful a tool like this, you have to understand that you include a semantic effort in the link concept…without using a standard way to make this semantic effort understandable by machines..

We can do it using RDF…

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Premessa

Non so chi di voi tenga un blog come si prepari i posts tosti…

Visto che questo per ora vuole essere un blog impegnato e tematico per quanto possibile, ( adesso sono queste le mie priorita’ )
… scrivere posts e’ un processo in due fasi:

  • trovo delle fonti interessanti e le annoto su un nuovo post o le aggiungo ai draft esistenti
  • scelgo un tema per il post in base anche ai riferimenti che ho inserito e salvo il tutto come draft
  • quando ho tempo scelgo il post sull’argomento che mi ispira o che voglio approfondire o che semplicemente mi serve sapere e leggendo per bene le fonti scrivo il post e lo pubblico

Ora questo per ora e’ il mio metodo e ultimamente per fare certi posts vista anche la complessita’ dei temi mi ci vuole piu’ tempo del previsto: la cosa forte pero’ allo stesso tempo e’ che scrivendo il post su un dato argomento mi “entra” dentro molto di piu’ rispetto ad una semplice lettura di sfuggita…
Quindi oltre che per voi e’ un buon modo di imparare cose nuove testando anche le idee che vengono in mente con un pubblico ipotetico…

Questo e’ uno dei motivi per cui tengo un blog, oltre che a sperimentare…e provare sulla pelle alcune tecnologie…

Questo e’ il motivo per cui in questo periodo saro’ molto tecnico: devo finire la tesi :)

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Ci sono due notizie tratte da Punto-Informatico di oggi che fanno pensare a quanto possa essere facile ridurre le nostre liberta’ individuali e ridurre il progresso in nome di chissa’ quali scuse…
La prima e’ legata a come proteggersi ulteriormente nei confronti del terrorismo:

-> Non saranno leggi speciali, però…

In pratica sembra che ci siano fondati motivi per aspettarsi dal ministro Pisanu nuove proposte per aumentare la data redention in chiave anti-terrorismo…
Le proposte in questo caso sono due:

La prima riguarda appunto la** data retention**, ossia la conservazione dei dati: il pacchetto prevede che, come i dati del traffico telefonico vengono oggi conservati per un periodo di quattro anni,** a questo limite sia estesa anche la registrazione e conservazione delle informazioni sul traffico internet.**
Una estensione di cui viene percepita la pesantezza sulle libertà democratiche, tanto che la si vuole introdurre “soltanto” per i prossimi due anni.
Ma questo è un termine decisamente ottimistico se davvero è una misura necessaria alla lotta al terrorismo, una “guerra” che, secondo gli alleati di Washington, non potrà durare meno di 10 o 15 anni.
Basti qui ricordare che secondo i garanti europei per la privacy la data retention altro non è che una forma di intercettazione. Pensare che possa essere estesa a tutti gli utenti senza che questo rappresenti qualcosa di speciale è decisamente naif.

Oltre al problema tecnico che farebbero lievitare costi di gestione e che in qualche modalita’ dovremmo poi pagare noi, c’e’ la ciliegina: essere di fatto intercettati senza autorizzazione di un giudice e dover pagare per queste misure che servono a tutelarci… un po’ troppo,no?

La seconda è invece l’attribuzione obbligatoria di una intestazione ad ogni scheda di telefonia mobile: l’idea è che ad ogni telefonata da un qualsiasi numero mobile corrisponda sempre un nome e un cognome ben determinati.
In un’epoca in cui vanno scomparendo i confini tra Internet wireless e wired, tra telefonia mobile e VoIP, tra la stessa telefonia fissa ed Internet, c’è da chiedersi quale terrorista che non voglia essere catturato utilizzerà una di quelle schede.
Lo faranno invece tutti gli italiani, in modo indiscriminato e completamente, cedendo così ai database delle forze dell’ordine non solo i propri dati personali ma anche tutti i numeri chiamati, dunque la propria rete di relazioni, in pratica mostreranno le pudenda allo Stato in nome di una presunta sicurezza.

Ora questa poi fa quasi ridere se fosse una burla, ma purtroppo e’ vera…

L’Italia d’altronde vuole sempre farsi riconoscere,no?

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento