Ho trovato un filmato della durata di mezz’oretta che cerca di spiegare in modo non tecnico cos’e’ il Semantic Web

In realta’ lo fa in modo divertente e carino, toccando punti interessanti e facendo presente una cosa: in pratica un qualche livello di fondamenta c’e’ gia’ ed e’ in crescita..

quindi il Semantic Web a piccole porzioni sta gia’ crescendo in questi giorni

I problemi maggiori che frenano la sua diffusione per le masse sono la mancanza di un’interfaccia a livello utente e il problema di creazione dei metadata

Io aggiungerei la questione ancora non chiara delle ontologie e delle URI per identificare tutto…
nonche’ la mancanza di tools usabili

Ma la comunita’ sta lavorando e presto ne vedremo i frutti…

NOTA: il filmato pesa 40MB, quindi la banda larga e’ obbligatoria purtroppo…

ed e’ in inglese parlato molto velocemente..

Sono presenti le slides nel filmato, concise ma chiare..

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Chi non conosce Wikipedia?

Wikipedia ha usato l’immediatezza del wiki per costruire in pochi anni un’opera mai tentata dall’uomo: una enciclopedia infinita sia nello spazio che nel tempo in piu’ lingue possibili…

Che e’ e rimarra’ sempre libera sotto la licenza GNU Free Documentation License..

Un’opera che sta toccando vertici mai visti e il cui lavoro si basa sul volontariato delle persone che si cimentano ad arricchirne i contenuti. ( in italiano quasi 40.000 articoli !! )

Non staro’ qui a discutere di questo, ma del fatto che per ora non fa uso delle tecnologie semantiche… e qualcuno ha giustamente iniziato a chiedersi come poter trarre vantaggio dall’inserimento di queste metodologie nel motore sottostante di Wikipedia…

C’e’ un interessante scambio su questa pagina della versione in inglese:

-> Semantic Wikipedia proposal

In pratica il problema oltre che essere tecnico e’ anche di approccio:

Wikipedia ha finora avuto successo perche’ e’ abbastanza semplice una volta imparata la sintassi e la consuetudine riuscire a diventare redattori di contenuto che sappiamo…

Inserire a livello utente qualcosa di complesso minerebbe nelle fondamenta questa usabilita’ e quindi l’opera stessa: come fare?

In realta’ come qualcuno aveva fatto notare se c’e’ qualcosa da inserire questo deve essere fatto a livello base e l’utente deve solo vederne gli effetti positivi e non la complessita’ dell’uso di eventuali ontologie o quant’altro…

L’effetto sarebbe quello di riuscire a collegare in modo automatico alcune cose base dal sistema stesso senza che sia una persona a doverlo fare… bello,no?

Problema: a mio parere e’ un tentativo pazzesco.. nel senso che non riusciremo mai a creare delle ontologie che coprano tutto lo scibile umano sia perche’ ne sarebbe una versione molto ridotta sia perche’ richiederebbe un lavoro immenso..

e alcuni pensano nemmeno possibile…

Significherebbe far entrare tutto entro schemi decisi… tutto categorizzato e’ alquanto improbabile soprattutto su temi ambigui…

Pero’ credo che su alcune aree di difficile ambiguita’ qualcosa si possa fare…

Parecchio materiale per chi volesse approfondire questo tema e’ qui:

-> Wikipedia_talk:Categorization

Sara’ interessante farne un sunto.. per vedere in pratica i problemi di visione rispetto a queste tematiche: complesse sia dal lato tecnico ma soprattutto dal lato pratico e di approccio…

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Volevo segnalare una guida particolarmente chiara che ho trovato sul Semantic Web, scritta da una persona non appartenente certo all’era tecnico-scientifica: un filosofo…

-> La Rete e’ troppo rigida: di chi e’ la colpa?

Un piccolo excursus sul Semantic Web ponendo l’attenzione sulla sua natura umanista piu’ che sulla natura tecnica e chiaramente visto chi e’ l’autore ci si sofferma su aspetti forse non sempre chiari…

Infatti il Semantic Web di fatto e’ un tentativo e una sfida non solo tecnologica ma anche filosofica di rappresentazione della conoscenza

Qualche estratto particolarmente significativo:

La Rete di nuova generazione sarà dunque una iper-piattaforma di calcolo e comunicazione in cui convergeranno, in maniera continua, le informazioni di tutti i database, senza una distinzione netta tra periferiche e server.
Con il crollo delle barriere tra informazioni in linea e database informativi, internet avrà una sola interfaccia unificata in grado di muoversi in modo trasparente tra internet e Pc.

L’idea di fondo del web semantico è quella di far diventare la Rete in grado di capire le nostre richieste.
Non in senso proprio, ovviamente: i documenti non dovrebbero più risultare come delle “isole di dati”, ma piuttosto come dei database aperti nei quali un “applicativo” possa di distinguere le informazioni contenute, ricavandone solo quelle richieste.

Tutto questo non in virtù di sistemi di intelligenza artificiale, ma molto più semplicemente in virtù di una marcatura dei documenti, di un linguaggio gestibile da tutte le applicazioni e dell’introduzione di vocabolari specifici, cioè di collezioni di frasi alle quali possano associasi relazioni stabilite fra gli elementi marcati.

In pratica il web semantico per funzionare deve poter disporre di informazione strutturata e di regole di deduzione per gestirla, in modo da accostare quelle informazioni che un’interrogazione ha richiesto.

Dato che siamo in argomento sempre dello stesso autore e’ presente in Rete la sua tesi di laurea dal titolo:

-> Dai graffiti al Web: come cambia la struttura referenziale nell’eta’ della Rete

Sembra molto interessante: appena trovo il tempo gli daro’ un’occhiata…

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento