[ sensazioni e pensieri a cavallo della lettura di “Il computer invisibile]

Come ho gia’ scritto in un post precedente, e’ un libro molto bello e puntuale sul perche’ siamo frustrati quando usiamo la tecnologia, incubo del nostro vivere quotidiano.

Anche per i tecnici.

Figuriamoci per la gente normale, che fa altro tutto il giorno.

Tempo fa avevo visto questa puntata di Digitalk che consiglio di vedere:
-> Il PC non funziona, e ora?

Il computer a quanto pare, e’ l’incubo di tutti ormai: non va e non e’ usabile, se non per piccoli periodi di tempo e richiede uno sforzo pazzesco per funzionare e per essere mantenuto…

Possibile che in 20 anni di sviluppo, abbiamo qualche interfaccia 3d in arrivo e poco altro, i computer siano sempre piu’ complessi e allo stesso tempo facciano le stesse cose anche se sono esponenzialmente sempre piu’ potenti?
Per non parlare poi della metafora file e icone, desktop e finestre che, ( visto con i miei occhi ), per la gente che non li ha mai visti sono tutto fuorche’ “user-friendly”?
Non sarebbe ora di rendere trasparente l’idea stessa di file: io lavoro con dati, che siano lettere, che siano presentazioni o libri da completare, o musiche o video…Non voglio piu’ sapere che il sistema li gestisce come files, con una data dimensione e cosi’ via…

O meglio: se voglio il sistema mi deve mostrare i dettagli, ma solo su mia richiesta…

Cavolo, ma nessuno ci pensa?

Io oggi non ho bisogno di tutta questa potenza, se non in rare occasioni e comunque siamo tutti tecnofili dipendenti…Abbiamo perso il senso delle cose…

Windows per dire e’ l’ultimo che ancora non fa la deframmentazione del disco, non cancella i file temporanei e molto altro…in modo trasparente, senza che sia l’utente che lo debba fare…

Possibile che si perda piu’ tempo a mantenere in ordina una macchina che ad usarla?

E’ interessante vedere quanto siamo dipendenti dalla tecnologia e quanto non riusciamo piu’ a vivere, a riflettere, a rimanere soli o con chi vogliamo in pace…
Paghiamo per essere scontenti, per essere frustrati, per dipendere dalle macchine…
Quando sono le macchine che dovrebbero essere progettate per aiutarci…

E’ ora di finirla: e credo che alcune ditte, come la Apple, abbia capito questa cosa da tempo…
O almeno e’ piu’ vicina a questi temi rispetto a molte altre…
Motivo per cui uno paga per un prodotto magari piu’ lento, ma piu’ usabile e che ci faciliti veramente nella vita quotidiana…

iBook è un oggetto che ha il pregio di tutti gli ottimi computer: è equilibrato. E l’equilibrio porta stabilità ed affidabilità. [..] E’ un acquisto che certamente consiglierei ad un amico, a meno che non abbia una ragione precisa per usare Windows (e Office non è tra queste ragioni).

Il circolo auto-referenziario dell’informatica deve finire: stiamo andando contro i nostri bisogni e occorre tornare a pensare a cosa serve quello che stiamo comprando…
la tecnologia e’ un mezzo, non il fine delle cose…

work in progress…

Piccola nota: io starei attento alle nuove macchine Apple: sono tutte TPM - compatibili…

Nota in aggiunta: e giusto per la cronaca, al posto di usare il marketing a nostro vantaggio ecco cosa combiniamo… esempio

E visto che oggi la tecnologia e Internet stanno complicandosi, qualcuno non la vuole piu’ in crescita infinita…Da fermarsi a pensare,no?

E comunque usare il Web come via d’uscita puo’ essere una strada praticabile, a mio avviso…
Semplicita’ e pervasivita’…

..piccoli sassi in uno stagno… piccole onde che rimbalzano da una riva all’altra…

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In questi giorni sto leggendo un libro che per molti versi e’ fondamentale, e nel quale mi ritrovo molto:
-> Il computer invisibile

In pratica le idee che vi si possono trovare sono il buon senso nel capire la tecnologia…
Per molti versi simili a quelle di gandalf.it

Ci sono cose che la tecnologia ci dovrebbe permettere e che invece sono state perse per strada nella follia dell’evoluzione della tecnologia stessa: tra queste cose vi sono anche le finalita’ primarie degli oggetti che usiamo quotidianamente.

Partiamo dal computer.

In generale il computer dovrebbe fare queste cose, al di la’ degli orpelli grafici e quant’altro…

  • fornire un mezzo di registrazione della conoscenza, duttile e flessibile per facilitare la nostra vita
  • favorire le attivita’ quotidiane e quelle ripetitive, dandoci la possibilita’ di fare in minor tempo molte cose noiose, lasciandoci il tempo per dedicarci a quelle cose veramente importanti
  • facilitare il reperimento e la ricerca di informazioni, sia in Rete che nel pc stesso
  • essere nella sua evoluzione sempre piu’ semplice e trasparente nell’uso

Ora, io pretendo che alcune cose fondamentali nello sviluppo della tecnologia diventino scontate:
salvare i dati deve essere una cosa ormai scontata per il computer stesso, l’utente non dovrebbe nemmeno pensarci e nemmeno vedere la procedura di salvataggio ormai…

Tipo :
-> IntegrityIsJobOne

For any computer program that offers to record my knowledge,** integrity is job one**. No other feature matters if, after 20 minutes of editing, it crashes and throws away my work.

Si dovrebbe lasciare il computer stesso a governarsi, e non noi a dover sempre imparare come usarlo e come gestirlo: la tecnologia e’ un mezzo e non un fine.

Invece sappiamo molto, troppo bene che oggi non e’ certo cosi’.

E per tanti motivi.Troppi motivi.

Uno meno logico dell’altro.

Nei prox giorni un piccolo elenco di quello che penso.

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Piu’ che altro come comunicazione di servizio…

Tesi pronta [ a breve anche online ], ultimi giorni prima dell’alba…

E poi si riprende un po’ a scrivere…

Con un nuovo stile pero’:

meno chiacchere e lamentele e piu’ elementi costruttivi e cose pratiche da usare e far vedere.

L’idea e’ tornare ad un processo mentale del tipo: la tecnologia e’ apolitica, deve essere un mezzo e non un fine e mi deve semplificare la vita.

Su questa direzione. Altrimenti dal mio punto di vista e’ marketing, o altro; ma non progresso.

Le tecnologie ci sono, basta riuscire a renderle utili.

Giusto per inciso, come dice riffraff, anche in questo dominio il traffico dei lettori e aggregatori dei feeds ha superato il traffico via Web normale: un dato che deve far riflettere chi considera il Semantic Web utopia o pura dissertazione accademica.

A breve piccole novita’ per fare piccoli passi verso un Web di dati, compabile con le tecnologie semantiche, e al di fuori dell’hype attorno al Web2.0.

Un assaggio di quello che ho intezione di fare e’ far capire quanto sia utile RSS1 nei confronti di RSS2: giusto per inciso il secondo e’ XML puro, mentre il primo e’ RDF….

Ora: se si guarda alla struttura del Semantic Web XML e’ la base e RDF un gradino sopra la base, quindi in teoria e’ qualcosa di potenzialmente maggiore..No?

A presto :)

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento