L’ho gia’ detto in qualche post vecchio, ma la Rete ormai e’ la base di applicazioni sociali molto importanti…

I nostri dati da un lato sono sparsi veramente per la Rete stessa, usando servizi quali
del.icio.us, Flickr, aggregatori vari, Gmail… e alcuni li sto sperimentando adesso: Connotea

Connotea in particolare e’ utile per costruirsi i references dei papers o delle tesi che si stanno scrivendo…
una specie di bookmarking sociale ma dedicato alla letteratura scientifica: dove si puo’ anche commentare le risorse che si inseriscono…

Hanno quindi unito i servizi lanciati da del.icio.us ( tagging ), un target scientifico e servizi innovativi quali commentare gli URI inseriti con possibilita’ di esportare automaticamente la propria library in formato RIS ( che non conoscevo, e’ usato per le reference nei paper scientifici ).

Per inciso l’idea di poter commentare gli URI inseriti crea delle discussioni e dei pareri collegate in modo del tutto automatico e molto simile a quello che succede nei blog: una caratteristica che cambiera’ molto probabilmente alcune nostre abitudini…

Ho poi scovato un tool che riesce a convertire questo formato ( .RIS ) anche nel piu’ famoso BIB per il supporto delle bibliografie in Latex…

La cosa forte e’ che viene usato un formato XML come intermediario nelle conversioni: non a caso XML e’ denominato il coltellino svizzero“ del Web :)

Impressioni

Quello che sta accadendo a mio parere e’ un fatto sempre piu’ importante: l’interoperabilita’ dei dati e delle interfacce attraverso il Web sta cambiando l’idea stessa e l’uso che abbiamo del sistema operativo.
Non sara’ piu’ importante attraverso cosa ci colleghiamo per usufruire di servizi e programmi, nonche’ per accedere a parte almeno dei nostri dati.

E’ ovvio che questo non potra’ accadere per tutto, ma l’uso della Rete come base applicativa sta gia’ creando un “network effect“: ci sono cose e usi che nella interazione e nell’uso sociale non sono ne’ previsti ne’ calcolabili in partenza…

Sono convinto che per molte cose e abitudini avremo delle belle sorprese…

E che il browser avra’ sempre maggiore importanza in futuro..

Riferimenti:

-> Bibutils
-> Connotea
-> del.icio.us
-> Flickr

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Quando l’ho cercato non avevo trovato nulla di interessante, e oggi che non lo cercavo:

bam: trovato!!

Visto che si fa tanto parlare nel libro bestseller “Codice da Vinci“ ecco un modo per vederlo con i propri occhi comodamente da casa…

Ci vuole una connessione veloce oppure molta pazienza, e Quicktime VR installato…

Basta il pacchetto QuickTime installato con le opzioni di default in ogni caso…

Il link a questo capolavoro e’ questo:

-> “L’ultima cena”

PS - Sara’ un caso, ma se oggi andate su Google, il logo guardate a chi e’ dedicato…

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La libera conoscenza delle idee crea il progresso, e le tecnologie che abbiamo a disposizioni in teoria faciliterebbero tale flusso libero…

Il problema e’ che bisogna pur vivere… ma quando e’ troppo, e’ troppo…

Pretendere che di fronte ad una qualsiasi opera personale, oltre al lavoro per farla occorra una specie di brevetto per poi lucrarci sopra e’ insopportabile: e’ l’idea di fare soldi facilmente…

Fai qualcosa di appena appena originale e poi sei a posto per tutta la vita: si e le conseguenze?

Per fortuna non tutti la pensano cosi’ e hanno di fronte altri ideali, altrimenti a quest’ora non avremmo certo la possibilita’ di comunicare…

Proviamo a pensare se l’idea o i protocolli di Internet fossero stati brevettati, o ancora l’invenzione del Web da parte di Tim Berners-Lee, o ancora il layout a tre colonne o i menu a scomparsa, o …

Se avete altri esempi ben lieto di includerli…

Il problema nasce da questa notizia tratta da Punto Informatico:

-> Come proteggere il design di un sito?

Siamo alla follia: l’autore ( nemmeno di parte, il sito di riferimento e’ questo: patnet.it ) cerca di far capire i riferimenti legislativi per tutelare sotto opera d’ingegno anche un design di un sito… in pratica una specie di brevetto da applicare al sito stesso…

Ora non so se e’ chiaro il modo con cui Internet funziona, e i motivi che ne hanno decretato il successo e la relativa facilita’ di scrittura contenuti: facciamo qualche punto…

  • la libera circolazione di tecniche e trucchi per pubblicare su Web sono la chiave dello sviluppo stesso dei siti: si imparano nuove tecniche e le si adattano alle proprie esigenze in piena liberta’.. e si va dal design al codice javascript condiviso
  • l’usabilita’ e le tecniche di navigazione dei siti sono uno standard ( o meglio dovrebbero esserlo ) e lo sono diventati solo grazie alla libera diffusione e sperimentazione delle tecniche di navigazione
  • il Web stesso si basa sul concetto di LINK: proviamo a pensare se alcuni siti imponessero una tariffa da pagare per avere la possibilita’ che siano linkati da terzi… perche’ magari sono siti importanti… e venga cosi’ sfruttata la loro immagine
  • l’uso di certe immagini, l’uso cromatico di certe combinazioni di colori… sotto brevetto a costi di licenza folli: chiuderebbero tutti i siti privati e personali o senza aziende o pubblicita’ alle spalle: la semplicita’ stessa del Web verrebbe meno
  • le idee originali sul web design non possono certo esserlo, per definizione ormai si costruisce sempre sul lavoro di qualcun altro… affermare il contrario e’ ipocrita, tranne per qualche mago del CSS ( e cmq le tecniche ci sono..ma alcune sono poco diffuse )
  • pensiamo se i grandi esperti iniziassero a brevettare le loro tecniche innovative: gli unici siti che starebbero al passo coi tempi sono quelli che hanno soldi alle spalle… una eventualita’ molto brutta

Il problema e’ che si vuole vivere facendo sempre meno e intrerpretando le leggi e le normative senza l’uso del buon senso…

Di brevetti ne capisco poco, a fondo pagina troverete parecchio materiale dove le cose sono spiegate molto bene:
il problema a mio avviso e’ che nel campo informatico i brevetti non sono applicabili come nel mondo industriale…e nell’era industriale: oggi sono anacronistici e vanno aggiornati, non certo aboliti.

Nel nostro mercato oggi brevettare significa difendere le multinazionali, far crollare l’innovazione e lo spirito di ricerca nonche’ la ricerca stessa…

sarebbe un gravissimo passo indietro per l’umanita’…

Cosa combina invece l’America?

Be’ e’ presa talmente male che adesso stanno per mettere** sotto copyright** anche alcune posizioni dello Yoga!!! maggiori info su ZeusNews

Non riesco nemmeno a commentare certe vicende: sono deluso…

a volte sarebbe meglio tornare indietro nel tempo, non credete?

Riferimenti:

-> Come proteggere il design di un sito

-> Lessig, jihad contro monopoli e brevetti?
-> No ai Brevetti Software - da attivazione.org
-> Saggi di Richard Stallman ( anche sui brevetti )

-> Yogux, Microyoga e il copyright creativo

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento