Per qualche tempo ci sara’ del lavoro in corso in questo blog, soprattutto per quanto riguarda la sua parte “semantica”…

Cambiamenti sottili, ma non visibili al primo sguardo…

Dopo tanto parlare, e dopo averci riflettuto parecchio ho scelto la mia via per gestire i tags locali usando RDF… e in realta’ l’approccio in questione e’ l’unione di diverse vie: il bello dello sperimentare e’ proprio questo,no?

Rispetto al modulo delle tassonomie RSS e a come identificare i tags alla fine sono giunto alla conclusione di creare una mia folksonomy ( o tassonomia personale ) partendo dalla situazione attuale…
Dai tags gia’ presenti creare tags con ID univoci, elemento base per poi lavorare con RDF.

La loro struttura adesso e’ questa:

http://dagoneye.it/knows/taxonomy#TAG

Ho preso spunto dalla taxonomy creata da Norman Walsh, anche se per ora ho creato solo i nodi soggetto:
penso di creare una pagina apposta che lavori in RDF che mi aiuti a gestire la tassonomia, con i sinonimi e il resto… usando OWL magari..
Queste sono le intenzioni nel medio periodo almeno…

Per i curiosi basta che vi scarichiate il feed RDF del blog per vedere le modifiche…

-> Feed RDF

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La questione si fa complessa: e un motivo ci sara’,no?

In pratica a mio avviso adesso i tags sono il sintomo e la risposta della comunita’ degli utenti a bisogni ormai considerati necessari per filtrare la folle mole di informazioni che ci viene costantemente addosso
Da un lato ci sono gli esperti del Semantic Web e delle branchie dei Knowledge Systems e delle ontologie che continuano a perseverare nelle formalita’ e dall’altro la comunita’ che con le conoscenze che ha crea qualcosa di intrinsecamente imperfetto, ma che e’ usabile… a differenza dei tools creati dai primi…

Il compromesso dell’imperfezione e’ comunque accettato per i benefici ricevuti con i nuovi tools, ma non si guarda oltre il proprio naso.. questo e’ il vero limite…

La vera sfida oggi e’ quindi cercare di trovare un compromesso a questi due approcci, e allo stesso tempo mantenere in ogni caso una compatibilita’ molto forte con il fronte accademico, se vogliamo, per non precludere le potenzialita’ future.

La cosa piu’ vicina a tutto questo credo siano i famosi Microformats in XML per inciso: l’importante pero’ e’ tenere presente questo assunto, che non sembra molto chiaro ai piu’, putroppo.

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Allora qua bisogna stare attenti:

che cavolo succede?

Sapete che 2 giorni fa MS ha scandalizzato tutti per la questione del brevetto sulla serializzazione degli oggetti in XML e adesso una notizia completamente opposta a prima vista.. MS che rende aperti i suoi formati?

AGGIORNAMENTO: forse e’ stata trovata della prior-art per invalidare tale brevetto… Via Patentxpress.com

Possible prior art for Microsoft XML patent found (ZDNet UK via Yahoo! UK & Ireland News)

The row over Microsoft’s XML patent has taken another twist with the discovery of an open source application on Sourceforge for converting C++ programming objects into XML files that pre-dates the patent

Comunque questo cambio di rotta e’ una cosa che non ha molto senso per il mercato che Office ha condotto fino ad oggi e adesso spiego perche’: a meno che questa politica adesso non sia cambiata.. in come non si sa ancora…

Il fatto di avere dei formati chiusi e non documentati rende i nostri dati non appartenenti a noi ma all’unico programma che LEGGE quei dati…

Questo chiaramente ci obbliga ad usare per forza quella suite, indipendentemente dai suoi pregi o difetti…

E’ il problema che ha anche OpenOffice adesso: il passaggio non e’ semplice perche’ non e’ detto che legga alla perfezione i formati MS, visto che sono chiusi…
Se fossero aperti al contrario torneremmo noi a essere PADRONI dei nostri dati e a decidere cosa usare per leggerli o modificarli…senza un MONOPOLIO di fatto..

E tra parentesi avendo la certezza di poterli leggere nel futuro.. cosa non da poco..

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento