Una notizia veramente fantastica, mentre impazza per la Rete il video sulla guerra dei social network:
-> Integrating laconi.ca to SMOB

**SMOB […] can now be used to post on identi.ca ! Moreover, I added the ability to post not only on identi.ca but on any laconi.ca based microblogging platform. **

In ripresa del mio ultimo post sul tema, immaginiamo lo scenario…

Imaginiamo di avere un Twitter nel nostro dominio, che abbia un modo di visualizzare chi mi segue e chi sto seguendo in una forma facilmente esportabile, con un formato standard.
Che quindi sia facilmente gestibile la rete sociale che si viene a creare attorno a me.

Immaginiamo che tutti noi possiamo creare un Twitter tematico, un Twitter su qualsiasi contesto vogliamo, tanto il codice sorgente è open source e facilmente installabile nel nostro dominio.

Quindi, un twitter personale, e siti di microblogging tematici, dove le API dei siti sono standard, e non più da re-imparare ogni volta.

Fino a qui, non serve immaginare: tutto quello che ho appena detto lo si ha con identi.ca e il software open source Laconi.ca.

Ma la storia continua.

Immaginiamo di poter avere un client, un’interfaccia via Web nel nostro dominio, sempre open source, che mi permetta di pubblicare con un solo gesto, di colpo, in tutte le applicazioni di micro-blogging compatibili, il mio breve messaggio di status.

Il mio twit, per capirci.

Immaginiamo che, oltre ad essere replicato e pubblicato in tutti questi servizi di microblogging, il mio breve messaggio sia salvato nel mio dominio, e sia in formato standard e già compatibile con il Web del futuro, il Semantic Web.

Quindi questo twit viene inserito correttamente nei servizi sociali che sto usando, da Twitter, a Identi.ca e a tutte quelle reti di microblogging alle quali sono iscritto, e nel medesimo istante, centralizzato e sotto il mio controllo.

Immaginiamo di poter gestire il tutto semplicemente.

**Non serve immaginare: tutto questo è già realtà.
**

Il client universale e semantico per il microblogging è SMOB - Semantic Microblogging: incredibile, no? .)

I social network non ci devono obbligare a ricreare la nostra rete sociale, anche tematica, ogni volta, limitando la nostra libertà operativa nel far tornare fuori, nella Rete, il valore che stiamo creando al loro interno.

Per il microblogging abbiamo fatto passi da gigante, direi.

Stasera aggiorno il mio SMOB, Doing.stuff, e vediamo, configurando un canale su identi.ca e il lato server di smob

Riferimenti

-> Integrating laconi.ca to SMOB
-> Identi.ca: microblogging open source in stile Twitter: e SMOB? E il Semantic Web? Niente paura…
-> Inizio ad usare Twitter, adesso che esiste un Twitter decentralizzato semantico!! SMOB at work .)
-> La guerra dei social network in un video animato
-> Doing.stuff - twitter decentralizzato semantico, via SMOB
-> Identi.ca: un Twitter open source

Commenta e condividi

In estrema sintesi: Twine dal 24 luglio ha aperto la sua parte interna, ed ora è tutto indicizzabile, anche dai motori semantici come Sindice.

Today we quietly made all the public content in Twine visible to the public and search engines. We’re not doing a big announcement about this. We plan to do that in the fall when we launch some important new features.

But the good news is that now that our content is visible, you can read my twine in your browser even if you are not yet a member, and you can subscribe to my twine by RSS

Ma non solo.
Tutto quello che viene raccolto via Twine, è disponibile anche in forma Linked Data.
-> -> Twine Opens Up Linked Data Style!

My test was simple, I opened up his Twine page using Firefox (with the new OpenLink Data Explorer extension in place), and then simply executed the following browser menu sequence:

1. View
2. Linked Data Sources

And voila! The Twine page morphs into a Linked Data Space where each entity presented is endowed with dereferencable URIs; enabling me to traverse and/or Mesh his data with other Linked Data Spaces such as mine, for instance.

This is what Linked Data is all about! The fun has only just begun :-)

Cosa accade in pratica?

**Ogni pagina dei Twine e’ navigabile, oltre che normalmente come Persone che navigano nel browser, anche da agenti software o da plugin come quello accennato sopra, che abilitano i browser odierni a far emergere il percorso effettuato dalle macchine.

Siginifica liberare i dati dal vincolo della loro presentazione, ed abilitare forme nuove di interazione con quello che viene messo online, in Rete.**

Adesso è proprio tempo di usare Twine in forma più evoluta.
Ne avevo parlato tempo fa, e devo dire che mi sono ricreduto.
C’è molto di più di quello che può sembrare a prima vista.

Lo scoglio che noto di più è nella quantità di informazione che devo inserire per salvare qualcosa: usando il tumblr come blocco appunti di citazioni utili dalla Rete, mi risulta più lungo farlo in Twine.
Perchè devo strutturare maggiormente l’informazione.

Vedrò di capirne meglio le qualità.
Intanto come fonte primaria su temi assai di nicchia, posso dire che è fantastico!!

E’ la rete sociale che si è venuta a creare all’interno, che è di nicchia, e quindi risponde a bisogni informativi particolari, ma fondamentali come filtro per il sovraccarico informativo, che ne rappresenta il vero plus attuale.

Ho diversi inviti a disposizione, per chi volesse iniziare ad usare tale piattaforma.

Chi lo sta usando, cosa ne pensa?
Ah, questo è il mio profilo, per capirci .)

-> Dagoneye on Twine

Chi ne parla in italiano

-> Twine: dal WWW al GGG?
-> Twine, un raccoglitore intelligente di bookmarks
-> Web: tagging, tagging semantico, folksonomie, folkstologie
-> Web Semantico: ecco le avanguardie
-> Twine

Riferimenti

-> Subscribe to my Public Twine!
-> Twine Opens Up Linked Data Style!
-> SemTech 2008: Nova Spivack (Radar Networks) - “Experience from the Cutting Edge of the Semantic Market”
-> Twine - semantic web / knowledge management - first impressions
-> Twine e la Talis Platform in prova: Semantic Web at work…

Commenta e condividi

Si parla di futuro di Internet, del Web, e del ruolo del Semantic Web, ma in un linguaggio adatto e comprensibile anche alla casalinga di Voghera!!

Lo potete ascoltare qui:
-> What is the future of the internet?

Ripreso anche da Nodalities, e’ importante notare un paio di cose:

I heard a classic description of the Semantic Web, in language which made it easy to follow.
It made reference to the idea of linking data, and described the difference between a link between documents and a link between data. It even gave examples of how these linked data could be used by people in daily tasks. In short, it was a brilliant, brief and not-too-technical description of where the web is probably headed, and how it’s semantic future could affect normal people. It had the added kudos of having been an interview with Sir Tim Berners-Lee, who was credited at the beginning of the short talk, with being the inventor of the World Wide Web.

La cosa straordianaria era il mezzo usato e il momento della giornata: come se fossero le 9 di mattina su Radio 24 e sentissimo un’intervista al creatore del Web, che in forma semplice da capire, chiacchera e spiega il futuro del Web.

Magari. In Italia siamo un pelino indietro, purtroppo.

Ma la dimensione e’ proprio questa.
Dalla tarda serata di lunedi’ [ ops, dalla tarda mattinata di mercoledi’, errore mio .) ], nella mailing list del gruppo del Linked Data e’ partita proprio una discussione in merito al semarketing, se vogliamo.

Cioe’ a come poter spiegare la potenzialita’ della piattaforma tecnologica del Semantic Web e del Linked Data in forme e metafore comprensibili a tutti. Semplicita’ non riduzionista, of course.

E’ una cosa che ho discusso anche recententemente con Simone Onofri, in merito alla potenza di visione anche del gruppo SIMILE, che proprio ieri ho trovato citato in un post breve ma assolutamente imperdibile:
-> Simile: Real World Challenges Drive Research Forward

SIMILE (Semantic Interoperability of Metadata and Information in unLike Environments), a collaborative project between MIT Libraries, David Karger, professor of Computer Science and Electrical Engineering at CSAIL, and Eric Miller, CEO of Zepheira and formerly with the World Wide Web Consortium (W3C) is breaking down limitations in software application interactions, making search functions more inclusive, and personalizing people’s interactions with their computers.

Questo e’ stato lo scopo dichiarato del gruppo.

SIMILE is pointing toward the future of what we will be able to do and it can only happen at a place like MIT, in terms of the relationship with faculty and their research. There is such an openness to collaboration, and we have finally hit our groove and things are starting to come to fruition

Pensiamo e cerchiamo di inquadrare questa visione quando stiamo usando SIMILE Exhibit e SIMILE Timeplot.

Significa rompere molte regole.
E non dico la parola rompere a caso.
Sono tutte innovazioni distruttive.
Dirompenti.
Scomode e comode per molti di noi, a seconda di come la si possa vedere.

E’ una forma di potere maggiore alle masse, ai singoli, e alla loro capacita’ di collegare le cose.
In forme collettive, in forme che possono far male, possono far emergere ed esplicitare collegamenti nascosti.
Sui quali vale la pena innovare, e magari che facilitino il risolvere di problemi, prima insormontabili.

Chi lo sa.

Cito da Stefano Mazzocchi, uno dei membri del gruppo SIMILE:

While Timeline is more focused on visualizing individual events and periods at different time scales (and does an outstanding and very innovative job at it!), Timeplot is focused specifically on uncovering causality dependency between events and trends.

E’ un potere che vorrei condividere sempre piu’, cercando di focalizzarlo su** scopi semplici da capire assieme** a chi legge queste righe.

Il potere di controllare i dati, di farli emergere senza dipendere da tecnologie o piattaforme chiuse, totalmente in mano a noi come collettivita’ e aperte a priori a mashup futuri e impensati.

Non e’ poco.
E i dati non sono mai stati in mano alla collettivita’, mai nella storia.
Sempre un’elite, sempre mai ri-distribuiti.
Questa e’ la vera lotta culturale che si trova come ostacolo nell’approcciare il Semantic Web.
E quindi il Web nella sua vera essenza di spazio condiviso e collaborativo di informazione.

Se pensiamo alla scienza della complessita’, come mi insegna anche il caro Gianandrea, queste son cose che possono gestire sempre piu’ l’emergenza come sistema e non come incapacita’ di monitorare le variabili sconosciute.

In tema di Sci(bzaar)net e di divulgazione scientifica, un’aggiunta doverosa. .)

Commenta e condividi

Foto dell'autore

Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento