Questo e’ un post che avevo iniziato parecchio tempo fa, rimasto come draft almeno un anno per capirci…
E non e’ nemmeno l’unico: ma adesso puo’ davvero tornare utile.

Ho preso l’N800 ( l’avevo gia’ accennato qc post fa ), adesso che ho potuto: lo sto provando da qc giorno in verita’, dopo averlo dovuto flashare, sia per avere anche Skype con l’ultima versione del software, sia perche’ avevo testato le sua capacita’ di elaborazione e l’avevo piantato per bene… [ ci avevo caricato questo file OPML, con il widget desktop del RSS attivo, son matto lo so ]

**Molto fa pensare in questi giorni l’uscita del nuovo Ipod Touch, e della diminuzione di prezzo dell’Iphone, nonche’ la presenza in questi mercati che stanno nascendo e crescendo del mondo Nokia ( con la famiglia n770 e n800 in particolare )…
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AGGIORNAMENTO: anche Alessandro Longo parla di punti interessanti a favore dell’N800, che condivido in pieno: stamani due chiacchere con l’amico Ivan via skype, davvero notevole e perfetto il microfono integrato, eh gia’ .)

_AGGIORNAMENTO2: una gran bella comparativa tra il Touch e l’N800, da non perdere…
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Molti pensieri attorno all’usabilita’ di interfacce piccole e sensibili al tocco, e alla portata di tutti…
Ci faro’ un post dedicato, al nuovo modo di interagire con il virtuale, che sto vivendo anche in prima persona adesso…

Qualche pensiero piu’ o meno organizzato in questo post, con passato e futuro uniti e riavvicinati, in un caos equilibrista .)
Giusto per iniziare a dipanare il mio flusso di coscienza, e rendervi partecipi di qc pensiero…

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Sto riguardando l’intervento di Quintarelli sulla Rete: assolutamente incredibile e di una lucidita’ impressionante…
Ha spiegato la Net Neutrality in un modo quasi “per assurdo”, davvero forte…

Su Robin Good trovate tutto l’intervento, che io avevo visto per tre quarti, ma il caldo mi aveva reso poco lucido…
-> Robin Good - Video WaveCamp - Seconda parte

Alcuni punti salienti:

  • spostamento e ampliamento del principio costruttivo della Rete end-to-end anche verso il mercato delle telecomunicazioni: e’ la convergenza. Qualcuno nei modelli di business vecchi ci deve perdere. Come fare a ricreare allora, un aumento del reddito?Chiudendo l’apertura di servizi di Internet, violando il suo principio fondante di NEUTRALITA’.
    Creando isole di servizi, un po’ come l’Internet Mobile attuale esistente in Italia: immaginiamolo sulla Rete fissa, al posto dell’attuale apertura, e avremo un quadro del possibile futuro che ci attende
    ( grande Stefano, questo esempio e’ chiarissimo davvero )
  • operatori in concorrenza rispetto a Telecom, nell’ottica della creazione della nuova Rete NGN, con fibra fino a casa: in pratica fanno ostruzionismo, perche’ renderebbe il loro investimento di questi ultimi anni praticamente inutile e da buttare
  • modelli di business totalmente in crisi, la rete fissa perde guadagni per l’esistenza della telefonia mobile e della convergenza su IP di tutto quanto, compresa la telefonia a voce tradizionale
  • Telecom non lottera’ di certo contro il digital divide per la copertura della banda larga, perche’ ha gia’ problemi ha rendere remunerativo l’investimento sulla NGN del futuro - qc dato aggiornato
  • c’e’ l’importanza sempre piu’ forte di creare un modo di pagare la Rete fissa sullo stile delle strade, in base all’utilizzo, creando un Open Network pagato da tutti ( con una specie di tassa per far reggere la Rete ): la competizione sull’infrastruttura degli anni 90 creata in Europa e’ stata folle e il mercato non puo’ essere la risposta in questo contesto, perche’ il guadagno sull’infrastruttura e’ troppo spostato avanti nel tempo: proposta quindi di Rete fissa sempre di proprieta’ dei privati, ma dove il piano strategico degli investimenti DEVE essere guidato dallo Stato
  • sembra che adesso, a livello europeo, ci siano le prime direzioni a creare competizione sui servizi, e non piu’ sull’infrastruttura
  • America e Europa totalmente diverse come realta’ di mercato sulla connettivita’ e nella convergenza

Visto il quadro delineato, e visto che molte cose sono chiarissime nel modo in cui le ha spiegate, concordo davvero con lui di parlarne, di fare qualcosa per mettere la questione costantemente all’ordine del giorno nei prox mesi, cercando di modificare l’agenda setting dei media tradizionali, e creando informazione chiara e puntuale su questi temi.

In effetti alcune cose le sto vivendo io per primo, visto che ho disdetto Telecom, preso una linea dati con NGI e attivate due utenze SIP ( Voip ), usando Squillo e Skypho al momento [ e quest’ultimo con numero geografico gratuito ]…
La storia di come e’ successo, un’altra volta, ma vi assicuro che va da dio .)

Usando tutto l’usabile per portare avanti la Net Neutrality.
Ora piu’ che mai.

Era sensato allora il mio interesse per questi temi, ( tutti i miei post con il tag netneutrality ) e adesso pian piano vedo sempre in modo piu’ chiaro e limpido anche il nostro contesto locale italiano.

Grazie Stefano.
Per le slide che hai mostrato nell’intervento, si potrebbero mettere online? Non le ho trovate in giro… Gracias .)

Grazie anche a Stefano Vitta, per essere riuscito ad organizzare un evento unico, in un contesto pazzesco, e aver aiutato a creare discussioni su temi cosi’ fondamentali [ _anche all’intervento di chiusura della serata di sabato, dove si era provato a tirar fuori la neutralita’, ma con un fuori programma che ha annullato la cosa .) _]
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Ora e’ molto piu’ chiara la potenzialita’, tutta italiana, di attivare e diffondere tecnologie e piattaforme che nel mondo sono, forse sono meno presenti, ma assai importanti come Hiperlan, Wi-fi, reti Mesh varie e via dicendo…**

Vedo quindi realta’ come FON, come la rete wireless in sperimentazione all’Universita’ di Urbino e via dicendo, davvero dei progetti fondamentali per combattere e restare a galla nel digital divide globale e italiano.

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Intelligentemente e in modo chiaro e semplice, Tiziano si chiede l’evoluzione delle Reti Sociali e dei servizi Web che partono da un Walled Garden unico e proprietario per poi iniziare a creare interoperabilita’, come sta facendo proprio uno dei piu’ grossi player oggi presente in questo contesto, Facebook:
-> Se tutti facessero come Facebook?

Aggiungiamo a questa discussione, quello che mi sembra di vedere dal punto di vista del Semantic Web e del passaggio da un Web di documenti, ad un Web di dati, totalmente aperto e interoperabile…

Stiamo convergendo, in effetti: gli utenti se ne stanno accorgendo, che con il moltiplicarsi di servizi utili e di nicchia, hanno duplicazioni di profili, di dati, di informazioni sulle proprie Reti di contatti e molto altro ancora…

Stanno capendo che in questo modo non puo’ andare, pero’.
L’interoperabilita’ e la reale apertura dei propri dati in tutti questi servizi inizia ad essere una necessita’ impellente e sentita da un sempre maggior numero di persone. Con annessa una facilita’ di gestione degli stessi, e una versione e visualizzazione aggregata, magari a mo’ di flusso. [ un po’ come il tentativo di flusso personale di Emily Chang, credo… ]

E il business model che sostiene tutto questo, in maniera simile se vogliamo alla vecchia idea di hits dei portali Web 1.0, dove era importante non far fuggire l’utente al di fuori del proprio network di servizi, si sta incrinando e si sta modificando. In modi interessanti e creativi, speriamo.

E non e’ assolutamente un caso che uno dei problemi piu’ sentiti, l’autenticazione e il livello di identita’, almeno al livello base, venga risolto da due studenti ampliando l’idea di URL, sulla quale si poggia il Web, e creando lo standard OpenID.

Dal punto di vista dei dati, come dicevo qc tempo fa, non e’ un caso che si stia combattendo una nuova guerra sui servizi che cercano di facilitare l’aggregazione dei dati semi-strutturati ed anche non strutturati. ( DabbleDB, ManyEyes di IBM e Freebase, Google Base per certi versi ).

Il Semantic Web, oltre ai due problemi che accennavo in qc post fa, invece, cerca proprio di creare una base standard che spieghi i dati, anche a livello di modello oltre che di sintassi ( RDF e XML rispettivamente ).

Quello che sta facendo pingthesemanticweb.com, in effetti e’ proprio di cercare di tenere traccia alla technorati, del livello RDF, quindi del Web of Data.

Che per sua natura e’ decentralizzato.

Un punto assolutamente fondamentale in tutto questo quadro sara’ COME e CON COSA riusciremo ad aggregare i dati che mettiamo in tutte queste reti sociali diverse, e nel modo piu’ semplice possibile.
Un tentativo interessante e’ Yahoo Pipes, ma altri ne verranno.

Tra l’altro, tornando ad un modo di riunire tutte queste reti sociali, Google sta lavorando alacremente per farlo, e quindi tenere saldamente il controllo anche sui walled garden: un altro caso? .)
-> SocialStream Project

In questo contesto c’e’ gia’ comunque un tentativo interessante di apertura delle Reti Sociali, che e’ PeopleAggregator…
-> PeopleAggregator

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento