Riprendo le parole di Stefano Epifani, richiamando giustamente l’attenzione su qualcosa di davvero fondamentale.
-> Non capisco: sarà la paura?

Non sarà che il terrorismo a mezzo carta bollata funziona davvero?

Non ho molte parole per descrivere queste cose, se non pensando alla liberta’ di espressione, mentre la mente vaga verso le direzioni che prende la giustizia in Italia, in questo modo.
Ecco l’articolo 21 dalla nostra Costituzione, facciamo un ripasso:

**Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.**

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo di ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

FarsiMedia e’ importante, ne avevo gia’ parlato diverso tempo fa…

-> Farsi media: alcuni links…

E’ anche vero che e’ giusto richiamare la nostra attenzione e raccogliere l’appello di Stefano: non sono tanto le persone in gioco il problema, ma il fatto in se’ e quello che puo’ rappresentare. Verso un maggior senso di responsabilita’ dei blogger, probabilmente, caro Luca.

Secondo me, le persone che pubblicano online e lasciano che quello che scrivono sia letto da chiunque non dovrebbero essere condiserati necessariamente editori ma non dovrebbero considerarsi totalmente irresponsabili per quello che scrivono.** Secondo me, l’idea che una persona scriva online mettendoci la sua faccia è parte integrante della credibilità dei blog: e se lo fa è assurdo che chi lo fa non se ne assuma la responsabilità**. Aggiungo (anche se questo è meno certo dal punto di vista giuridico) che dovrebbe sentirsi responsabile anche di ciò che si scrive nei commenti ai suoi post. Perché i commenti sono parte del blog ed è il blogger l’unico a poter eliminare quelli che contengono elementi di illegalità.

Penso che l’influenza dei blog crescerà anche in relazione al senso di responsabilità che i blogger coltiveranno nei confronti di quello che avviene sui loro blog. E che non occorra la legge sull’editoria per sostenere questa ipotesi.

Qua si e’ toccato un tasto dolens di come funziona il sistema Italia.

E una probabile debolezza nel sistema New Media, dove l’unica soluzione che vedo e’,di nuovo, la Conoscenza e l’Emergenza di tali fatti, e di tali precedenti. Questa e’ la forza della Collettivita’. Per questo serve parlarne, proprio come fa giustamente notare Stefano.

Anche perche’ con questi stessi strumenti si fa sempre piu’ business, sempre piu’ Mercato: nella conversazione e’ fondamentale l’equilibrio e la reciproca consapevolezza nella forza dello strumento, da entrambe le parti.

Alcuni temi sono particolarmente delicati, questo e’ vero: pero’ i confini tra diritti e liberta’ sono molto labili…

Solidarieta’ per chi e’ finito sotto queste tristi vicende…

Chissa’ che la blogosfera italiana non batta un colpo…

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Premetto che questo sara’ un post denso…
Che il cucchiaino che si mette a mescolare questo intruglio, potrebbe rischiare di spezzarsi .)

Partiamo dall’Attention Data, passando per l’Emergenza, per il LifeStream, verso lo standard che realizza tutto questo, l’APML, e il suo ruolo nel Semantic Web, e nel Web of Intentions ( versione Web del Database of Intentions )…

Spunti iniziali

-> PageRank, classifiche ed attenzione

In questo ottimo post dell’amico Fabio, emergono alcuni lati interessanti.
Primo. Si sta cercando di poter valorizzare il lato emergente di quello che si fa con l’informazione ( il valore dell’attenzione su quello che vediamo e filtriamo, opera come successivo filtro emergente sui dati stessi ).
Secondo. Si stanno creando standard ad hoc per permettere la successiva implementazione software di tutto questo. Ma forse con tecnologie sbagliate.

Ma e’ importante segnalare che il nostro uso delle informazioni, inizia ad avere un peso, e una tracciabilita’ da parte delle informazioni stesse: hanno “ricordo” di come le utilizziamo, e quindi ne aumentiamo il contesto in base al nostro personale uso.

Creando quindi un substrato di conoscenza pregressa, che fino ad oggi, rimaneva solo nel nostro inconscio.
E men che meno nelle macchine che usiamo tutti i giorni.

Qualcosa di collegato al caos relativo ai links e all’Emergenza di nuovi sistemi di feedback, proprio qualche post fa ( ma era un po’ incasinato, i know… ).

Riprendo a tal proposito, un ottimo sunto dell’APML, proprio dal post di Fabio:
-> Attention Economy: Bloglines e NewsGator adottano l’APML

E ricollegandomi poi ad una discussione in queste lande, dove era iniziato ad emergere qualcosa di tutto questo, di qualche tempo fa…
-> Centralizzazione contro decentralizzazione: step 1

E continuata in parte anche qui:
-> Federico Generated Content

Con strascichi anche qui:
-> Una bella frase di De Biase…

Ed infine, con temi inerenti il Social Graph e il LifeStream, in questo post di Massimo Russo:
-> Il grafo sociale aperto: la “next big thing” del web

Tutto molto collegato, forse troppo.
Ma e’ come una moneta che gira velocemente su se’ stessa, che sta mostrando diverse facce delle medesime esigenze, ora con un verso visibile, ora con un altro.
Una moneta che rappresenta la sfida nella gestione dell’overloading informativo.
Niente di piu’ e niente di meno.

Una moneta fatta di particelle sempre piu’ iperconnesse, dove capire la relazione e il legame tra le une e le altre, diventa fondamentale per non subire le evoluzioni stesse di questa moneta impazzita.
Non e’ un caso che il Semantic Web incentri la propria attenzione nel strutturare maggiormente il LEGAME, il LINK tra le RISORSE. .)

E’ tutto tranne che semplice, ma una gestione evoluta dell’Attenzion Data, a mio avviso, creera’ lo stesso sconvolgimento che ha avuto l’arrivo della piattaforma blog con il meccanismo di feedback del trackback…

Proviamo a dare un contributo alla discussione, anche per chiarirmi un po’ di idee che mi stanno girando in testa da un po’…

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Questa vicenda dimostra quanto l’Italia possa far casini e inibire l’innovazione in modi quasi comici e fare di tutto per non rendere il proprio Paese competitivo nell’era della Conoscenza…
Bisogna rimboccarsi le maniche e recuperare su molti fronti la cosa…

Piccola disgressione personale

Davvero incredibile: in breve a gennaio mi hanno chiuso Alice ADSL a 4 Mbit, solo perche’ ho cambiato contratto, da aziendale a residenziale. Punto.
Ha priorita’ il tipo del contratto sull’esistenza del cliente come persona fisica. Presente sempre nel medesimo domicilio.
Tra l’altro, e’ stata interessante la velocita’ con cui hanno chiuso la linea: praticamente 24 ore da quanto hanno effettuato il cambio del contratto.

Sorrido, se penso a quanto avevo penato per aprirla, a suo tempo.

Ho cosi’ scelto di attivarmi una linea solo dati, [ e per favore, sfatiamo certi miti che non si possa fare, grazie ] e di chiudere quanto prima la linea Telecom.

Ma a seguito di rimpalli tra il 191 e il 187, la linea e’ rimasta attiva per diversi mesi, anche dopo la raccomandata di richiesta cessazione del contratto.
Ora sto finalmente chiudendo la pratica con il 187, si spera con esito positivo…
A quanto pare sono finito in mezzo ad un limbo burocratico, ma sembra che il reclamo stia procedendo a buon punto.

Il servizio del call-center, per fortuna, per ora sembra ottimo, rispetto alle vicissitudini avute.

Se partiamo da qualche news di tempo fa, tipo:
-> Arriva il bitstream si, ma arriva anche il canone per le linee solo dati
-> La nuova Adsl all’ingrosso piange :

[..] a una prima lettura colpiscono gli alti costi per fare alternative ad Alice Home Tv (ben superiori al costo della stessa Alice Home Tv) e la quantità di sovrapprezzi imposti alle Adsl nude. Non solo un canone maggiorato di ben 9,71 euro al mese, ma ache costi di recesso, attivazione, subentro…assenti sulle Adsl all’ingrosso attivate in presenza di linea voce.

Si puo’ quindi chiudere il cerchio con questa news interessante di Punto Informatico, di questi giorni:
-> ADSL nude, e ora sono sorci verdi

In un Paese che ha gia’ grossissimi problemi di cultura digitale, banda larga, Net Neutrality e molto altro…
Questa e’ proprio la ciliegina sulla torta.

Senza parlare della follia pura della retroattivita’, da lasciare senza parole.

“Giusta o sbagliata che sia la richiesta di un canone aggiuntivo - insiste AIIP - non ci pare equo ed opportuno che tale richiesta venga effettuata retroattivamente, per di più per un periodo di oltre un anno. L’Associazione Italiana Internet Provider chiede pertanto che Telecom Italia riconsideri immediatamente il suo progetto di fatturazione retroattiva. Il grave disorientamento che ne deriverebbe all’utente sarebbe insanabile, se passasse il principio dei prezzi indeterminati. Ciò causerebbe una grave distorsione del rapporto che ogni operatore ha con la clientela finale, su cui questo aumento andrebbe sicuramente ad incidere e ciò senza valutare affatto la valenza anticompetitiva di tale condotta”.

Rileggiamo un attimo queste righe, prima di proseguire oltre: bisogna comprenderle per bene…
Ci sono molte cose in gioco.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento