Periodo davvero full, tante cose da scrivere, e tante cose in corso d’opera tutte attorno al tema Open Data, ma tempo che non esiste. .)
E pure un trasloco fatto, con ancora una connessione a Internet mancante che non facilita certo la gestione ottimale della propria presenza in Rete… e vabbè.

La prossima settimana torna SMAU, che al di là delle polemiche sul fatto che non è più quella di una volta, io trovo sia un’ottima occasione di formazione e di confronto per l’ambiente imprenditoriale classico, sempre più lontano da molte delle dinamiche della Rete.
Sperando che sia presente in una fiera di questo tipo, e sia disposto ad ascoltare e a mettersi in gioco.
Male che vada ci si rivede con vecchi e nuovi amici, per capire cosa fare in futuro assieme .)
Da segnalare l’importante passo in avanti fatto dal nostro social network veneto, che diventa Partner di SMAU:

Ultimamente sono sempre più dentro al tema degli Open Data, che nel contesto italiano, sappiamo bene cosa significhi. Trasparenza governativa, innovazione tecnologica nell’usare il Web non più solo come mezzo, o come canale, ma come luogo e come abilitatore del Web of Data. In parole povere?
Un immenso database, pubblico, a disposizione delle macchine e dei programmi e dei nostri più disparati devices. Siano essi smartphones, tablet, iphone e ipad, lettori e-book e…

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Lo avevo accennato qualche settimana fa, e venerdì scorso ho tenuto il workshop “Data Web Marketing” a SMAU alle 16.30, come da previsione, il giorno dello sciopero dei trasporti: un cattivo presagio, che però non ha limitato la presenza fisica delle persone, anzi. Una partecipazione ben oltre le mie aspettative. Che non si è limitata all’ora dell’intervento, ma si è protratta fino alle 18, con una decina di persone rimaste oltre l’ora e mezza. Di venerdì sera. Notevole.
Ma questa considerazione si può fare per tutti i workshop IWA in effetti: SMAU 2009 si può riassumere così, tanta voglia di formazione e di confronto. Se ne parlava anche di interventi diversi, oltre a quelli di IWA, anche con Massimo Melica, tra gli altri.

Matteo Brunati durante il talk Data Web Marketing - Concessione di Mentis srl

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Sono stato a SMAU Padova, soprattutto per vedere cosa veniva detto da IWA e i relativi workshop ( grandi come sempre e sempre più attivi, me compreso per aiutare il passaggio di informazioni e di contenuti dalla Rete al mondo offline ), e perchè non ero mai stato ancora ad una tappa dello SMAU itinerante. Avevo letto dello SMAU Unpacking e ne avevo espresso la dubbia utilità, è vero, nel post precedente. Pero’, come sempre, la realtà è assai più variegata di quello che si pensa.
Inizio con una rettifica: il sito smau.it sta iniziando a memorizzare sè stesso, grazie all’uso dei sottodomini delle varie location, bisognerà vedere se si mantengano anche le varie edizioni annuali. In pratica smau.it cambia dinamicamente a seconda dell’evolversi del tempo, e le varie tappe cadono sui sottodomini tipo padova.smau.it e via dicendo…

SMAU è in ogni caso una fiera in crisi, e questo è noto: ma forse sta rinascendo su basi solide, l’unica modalità che possa coesistere con un mondo ICT che si informa sempre più con la Rete, e con i social media. Alcuni punti da focalizzare:

  • la Rete e le sue dinamiche stanno arrivando al mondo professionale, attraverso i canali istituzionali ed i canali attraverso cui tale mondo business è abituato a dare autorevolezza, tipo le fiere ed eventi locali patrocinati da Confindustria o similari. SMAU rientra perfettamente in questa dimensione autorevole di collante di mondi e di ecosistemi. Se certe cose sono arrivate anche a SMAU, allora è possibile essere fiduciosi.
  • lo sfarzo e quel marketing di pura fuffa ed immagine con niente dietro sta sparendo, complice anche la crisi. Occorre pesare ogni tipo di costo superfluo: nessuna modella, nessun effetto pirotecnico in fiera, ma solo workshop e piccoli stand dove creare relazioni. Cosa serve di più?
  • la Rete come piattaforma sociale a bassissimo costo e che perdura nel tempo sta facendo breccia nelle menti degli imprenditori: complice la crisi, stanno comprendendo che è un luogo e non più solo un canale dove tutto permane a costo zero. Dal depliant al portale, ed oggi alla idea di community. Ben oltre una questione puramente tecnologica, grazie anche alle commodity tecnologiche sulle piattaforme a disposizione da usare ( sia i motori open source di social networking, sia i servizi tipicamente web2.0 che abbattono i costi di implementazione ).

Il fatto che due organismi accademici e professionali, quali la School of Management del Politecnico di Milano, ed IWA Italy, stiano diventando punti di riferimento dell’evento per formare il mondo business sulle dinamiche della Rete e su contenuti in quanto tali, è un segno dei tempi. Il mondo del Web2.0 che nel 2007 e nel 2008 ha iniziato a creare quei legami deboli in giro per l’Italia grazie al fenomeno dei barcamp, adesso sta diventando sempre più il protagonista nel passaggio della cultura della Rete verso il mondo business tradizionale, sfruttando gli eventi più classicamente istituzionali come SMAU, od eventi locali che portano i vantaggi di questo mondo anche nelle piccole realtà, come quello che sta accadendo in Veneto con la sigla Ecosistema2.0. E questo si comprende anche dalle parole di Pierantonio Macola, AD di Smau, intervistato proprio da IWA:

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento