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I brevetti software rappresentano un intralcio all’innovazione e una minaccia ingiusta agli sviluppatori e agli utenti del software.
Il 6 luglio, il Parlamento Europeo fortunatamente respinse una proposta per una direttiva sui brevetti software, pero’ la lotta va avanti.

Oggi abbiamo un’opportunita’ di primo livello per far sì che leader politici, mezzi d’informazione e cittadini di tutto il mondo possano comprendere l’importanza della nostra causa.
Vi preghiamo percio’ di darci il vostro voto e di aiutarci ad ottenere altri voti, affinche’ il fondatore della campagna “NoSoftwarePatents” sia eletto come Europeo dell’Anno.

La lotta va avanti e possiamo dare un contributo per il lavoro di molti che ci hanno aiutato a rimanere informati su un tema tanto scottante…

E poi volete mettere l’ironia se si riuscisse a vincere?

Sarebbe un importante passo di democrazia diretta, un esempio di far sentire la nostra voce dal basso senza intermediari…

Diffondete la voce il piu’ possibile e votate: questione di 5 minuti…


Banner per il voto contro i brevetti

AGGIORNAMENTO: un bel commento e una sintesi sulla questione nel sito di Attivazione.org:

-> Un hacker come europeo dell’ anno?

Riferimenti:
-> Vota contro i brevetti software

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Questa notizia merita almeno una segnalazione…

A school in Arizona, US, has thrown out its paper-based text books and is relying solely on laptops and digital material to teach its pupils.

E per quanto riguarda i soldi…

Providing all the pupils with Apple iBooks did not dent the school’s budget as much as might be expected. But part of that is down to the school having been newly built.

The money that was budgeted to buy text books, which was about $500 a student, was spent instead on the laptops.

“Our laptops cost is about $800 per pupil. Our net cost is probably $100 to $200 more than if we had used text books,” he says.

By giving all the students a laptop computer, the school has done away with computer laboratories too.

Sicuramente un’iniziativa da tenere d’occhio, anche se su alcuni punti discutibile…

Ma sicuramente interessante come esperimento…

“Some classes are relying primarily on a service, where you need a password to get to it.
Some classes’ teachers are using electronic text books as a resource - not as a primary tool but as a resource and then a lot of our classes are relying very heavily on simply free material that is available on the internet.”

One of the big advantages to this approach, he says, is that teachers have a lot more opportunity to choose material that is particularly relevant to that subject.

In effetti dare come compiti che so, aggiungere materiale a Wikipedia oppure trovare spunti di discussione dalle discussioni stesse su Wikipedia non sarebbe male,no?

E avere un tutor come nella foto non sarebbe altrettanto male.. :)

Riferimenti:

-> Diary of a laptop school pupil
-> US school swaps books for bytes

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Una notizia molto interessante dal Register:

-> Peru’s parliament approves pro-open source bill

Legislators in Peru have approved a hotly contested bill sanctioning use of open source software by government and levelling the playing field for start-ups against Microsoft.

The Peruvian Congress has passed a bill that prohibits any public institution from buying systems that tie users into any particular type of software or that limits “information autonomy”.
Public institutions are also barred from having a pre-determined preference for either proprietary software or open-source software.

In realtà quindi si intima allo Stato di non avere pregiudizi sul software e a di non obbligare i cittadini ad usare un certo tipo di software, sia esso open o closed source.

E’ implicito quindi l’uso di standard aperti verso il cittadino, una decisione simile a quella che ha preso anche lo stesso Massachusetts qualche giorno fa… [ lo avevo accennato qui ]

Decisione molto lunga e sofferta, con colpi di scena in questi tre anni…

C’è un’etica dietro molto forte e una capacità di vedere lontano forse ancora maggiore…

E noi ci riteniamo avanti rispetto al Perù? Mah…

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento