[ crosspost su VoIT ]

C’e’ un interessante articolo di Punto Informatico di oggi a cui vorrei dedicare due parole:

-> Virus, Linux il prossimo bersaglio?

Pur essendo abbastanza corretto, non c’e’ abbastanza enfasi sul perche’ non ci siano virus per questi sistemi e si spiega poco che non e’ una semplice questione di opinioni diverse, o di partitismi…

Ma ci sono dei fatti dietro…

Sotto i sistemi simil-Unix quale e’ Linux, ma non solo, non possono esistere i virus che troviamo invece nelle macchine Windows: semplicemente l’utente in genere ( se non e’ root ) non ha abbastanza privilegi e quindi possibilita’ di toccare e smantellare alcunche’ di fondamentale per il sistema. Punto.

Qualsiasi cosa dicano le case antivirus.

Su questi sistemi invece possono esistere altre problematiche, dai rootkit a codice malevolo alle backdoor, ma sono questioni molto diverse e che difficilmente possono prendere piede a livello di massa come i virus windowsiani.

E ripeto che non e’ una questione di essere di parte: e’ un dato di fatto…

[ E il fatto che si diffondano distribuzioni come Ubuntu che tengono disabilitato l’utente root e che inizino a contenere le estensioni SE della NSA sono ottimi sintomi per sperare in meglio… ]

Come qualcuno ha detto nel forum relativo si sono visti gli Unix a livello enterprise con problemi di virus in tutti questi anni?

Quanti worms hanno colpito la piattaforma IIS/Windows Server rispetto al corrispettivo Apache/Unix o Linux?

Se qualcuno ha dati ben lieto di vederli…

Andate su netcraft per farvi un’idea sulla diffusione e sull’uso delle rispettive piattaforme e stiamo ai fatti al posto di pensare al marketing…

Ricordando sempre che niente e’ perfetto e ogni sistema ha pregi/difetti…

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Ormai e’ un dato di fatto: il nostro approccio al desktop va cambiato e per fortuna sta anche cambiando…

Se ci pensate in effetti sono ormai praticamente 20 anni ( un’era geologica in informatica ) che di fatto non abbiamo cambiato il nostro modo di INTERAGIRE con le macchine… ma adesso it’s time to change :)

A mio parere vi sono due grossi cambiamenti in atto:

  • la Rete - ormai grazie alle tariffe flat e all’ADSL ad 1Mb la Rete diventa una cosa trasparente per l’utente medio, e quindi si possono costruire delle applicazioni su di essa come se fosse una specie di “bus” di un comune pc.. ( pensiamo alle sempre piu’ diffuse web application, gmail, flickr e del.icio.us )
  • i files e la loro ricerca - diciamo la verita’ il fatto di poter creare cartelle nel nostro disco inizia a starci stretto.. soprattutto come unico modo per accedere ai nostri dati…

Pensiamo a dischi sempre piu’ grandi e quindi sempre maggiore informazione:
pensare di poterla tenere organizzata in semplici cartelle e’ pura follia…

La verita’ e’ che ormai ci vogliono modalita’ piu’ flessibili di gestione, con tools potenti che ci vengono a dare una mano: l’esplosione della tag-mania risponde proprio a queste esigenze… e una volta che sia integrata in una tecnologia di sistema come quella di SpotLight potremo passare veramente ad un modo diverso e piu’ flessibile di interazione con il sistema computer..

Allo stesso modo tools semplici ma in grado di supportare la non-linearita’ dei nostri pensieri e del nostro modo di prendere appunti, come Tomboy, ci saranno sempre piu’ utili… e usando come formato XML poi potremo sempre rielaborare in qualsiasi modo quesgli stessi contenuti: l’uso di XML come formato standard portera’ a nuovi modi di interazione con i dati tra programmi…

Riferimenti:

-> Mono, desktops and some other thougths.
-> The Future of Gnome
-> Seven Cool Mono Apps

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Non so se ve ne siete resi conto, ma si stanno sviluppando nuovi usi per il Web che fino a qualche anno fa erano impensabili: sto parlando dei WIKI ovviamente…

L’esempio piu’ eclatante e’ Wikipedia che credo sia una delle iniziative piu’ utili e piu’ grandi che abbia mai visto.. una enciclopedia infinita e allo stesso tempo libera nel vero senso della parola.. regolata da un insieme di regole e di comportamenti che guidano la comunita’ stessa…

La modalita’ Wiki ha aperto a nuovi usi dei siti Web: ha permesso di creare una vera e propria condivisione dei contenuti e soprattutto il poter editare un documento a piu’ mani usando il Web come tramite: una cosa interessantissima,no?

Pensiamo anche all’ambito lavorativo: quanto si punta adesso alla caratteristica di interoperabilita’ e editing simultaneo dei documenti: senza dover comprare chissa’ che programmi ecco che il Web seguendo standard consolidati ci offre una soluzione a basso costo per fare le stesse cose…

Si va diffondendo l’uso dei “Social documents“,

A Social Document encourages direct engagement with the content of the document.
It provides the means of discussion itself, enabling people’s commentary and placing it alongside the document on a section by section basis. Those reading the document can therefore read the content and the opinions of those reading before them.”
Pensiamo a Wikipedia: si puo’ editare l’articolo in questione, ma allo stesso tempo nella finestra delle discussioni si possono esternare i propri dubbi sul contenuto stesso e sulle scelte da fare..si commentano le scelte fatte da altri…

Un’interessante uso di queste dinamiche e’ nella Costituzione Europea, recentemente criticata da piu’ parti, ma soprattutto dai francesi…

-> Talkeuro

Questo sito si propone di:

This is an open version of the European Constitution that will form the basis of the lives of the 450 million plus people in Europe for the next few decades.
Here you can read the document, link to it, annotate it, see what others say about it and join in an effort to make our summary of it.
Hanno unito un blog ad un wiki per fare una cosa utilissima e permettere una seria discussione su un documento evidentemente molto importante…

Allo stesso tempo pero’ sfogliando gli articoli della Costituzione hanno inserito per ogni paragrafo un post nel blog dove poter inserire i commenti su quel determinato pezzo: in questo modo si puo’ anche usare la flessibilita’ del blog e dei suoi commenti con la potenza del wiki: molto interessante…

E questo e’ solo l’inizio…

Riferimenti:

-> http://socialdocuments.com/
-> TalkEuro

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento