E’ passata una settimana dal VeneziaCamp ( _tralascio volutamente le polemiche ed i casini che sono emersi nell’evento, magari per un altro post _) , ma in questi giorni tra caldo e problemi vari, non avevo ancora fatto in tempo a mettere insieme un minimo di pensiero relativo al mio intervento sull’economia e gli Open Data. Grazie all’invito di Gino Tocchetti, alla fine pure a questo VeneziaCamp hanno dovuto sopportare le mie passioni tanto strane .)
L’occasione è stata quella della giornata del venerdì, dove Ecosistema2.0 ha organizzato un evento davvero notevole, come capacità di contaminazione tra idee ed esperienze differenti per unire il territorio al potenziale della logica della Rete, un’occasione ripresa positivamente anche da Zoes tra gli altri:
-> Ecosistemi aumentati: reti che attivano territori

Anche quest’anno, nell’ambito del VeneziaCamp2010, il network “Ecosistema 2.0”, e’ stato invitato a coordinare un evento di sensibilizzazione e diffusione dei modelli a rete aperta e sociale,
cosi’ come sono promossi e sostenuti da internet, e che abbiano incidenza nel territorio.

Il tema di quest’anno, coerentemente con la trasformazione del Veneziacamp in Festival dell’innovazione digitale, e’ “Ecosistemi aumentati: reti che attivano territori”, ( http://www.facebook.com/event.php?eid=107020039346666&index=1 ) ed e’ dedicato a tratteggiare lo stato dell’arte nello sviluppo di reti
aperte nei territori. Fa dunque seguito a quello della passata edizione del Veneziacamp, dedicato alla Cittadinanza Digitale, e che aveva il titolo “Civicita’: una citta’ glocale tra reale e virtuale” ( http://www.facebook.com/event.php?eid=156133468500 ).

In realtà è da un pò che sto approfondendo il tema delle economie attorno agli Open Data, un tema che sarà sempre più affrontato in queste pagine, ed infatti qualcosa era nato a casa di Gigi Cogo:
-> Economia degli open data

Visto che ne aveva parlato anche su Wired, mi ha stimolato, e vista la profondità della discussione, ho creato una categoria ad hoc in questo blog, se vorrete stare aggiornati su tale questione in particolare. Lo scamabio a casa sua merita comunque una lettura, che non ripeto in questa sede.

Partiamo quindi dalla presentazione portata al VeneziaCamp, che ho ampliato ed aggiornato rispetto a quella mostrata dove non filava troppo, o dove erano presenti troppi concetti impliciti:

**[Economia dei Dati Liberati - Open Data e Semantic Web nella PA](http://www.slideshare.net/dagoneye/economia-dei-dati-liberati-open-data-e-semantic-web-nella-pa "Economia dei Dati Liberati - Open Data e Semantic Web nella PA")**
View more [presentations](http://www.slideshare.net/) from [Matteo Brunati](http://www.slideshare.net/dagoneye).

Il tema è notevole e sempre attuale: anche Alfonso Fuggetta ne ha parlato con un bellissimo incipit, alla fine di un post nei medesimi giorni in cui si svolgeva l’evento di Venezia, che riprendo:

Date i dati
Chi espone dati e informazioni su Internet rende possibile il mashup e la creazione di servizi. Ovviamente ci sono i problemi di privacy e controllo nel caso di dati personali, ma quanto si può fare se invece di fare tanti silos verticali chiusi, ciascuno rendesse disponibili in modo intelligente e ragionevole dati e informazioni secondo formati standard?

Nella giornata del venerdì 2 luglio anche l’amico Ernesto Belisario ha parlato degli Open Data, e ne ha parlato in effetti pure il sabato al barcamp, per cui è impossibile fare una sintesi completa delle varie sfacettature della vicenda: è ormai assodato che fa parte dell’agenda setting di un certo tipo di eventi e che rappresenta una delle possibilità più concrete di nascita di nuovi business dirompenti per uscire dallo stallo istituzionale di questo Paese e rappresenta una valida occasione per fare innovazione in maniera pragmatica e non più solo parlata.
Sarà un autunno caldo su questi temi, soprattutto per la loro dirompenza relativa alla trasparenza e alla libertà di noi cittadini, sia nel creare consapevolezza nelle falle del sistema Paese, che nel essere davvero cittadini attivi nella costruzione del nostro futuro.
Non è un caso che anche l’amico Sergio Maistrello ne parli, in chiave giornalistica: in America in un certo senso nascono nuovi ruoli del giornalista su questi temi, riconosciuti sotto il cappello di Data Journalism

Torniamo all’intervento promosso da Ecosistema2.0: tante persone, tanti progetti ed iniziative diverse, con affinità e obiettivi comuni tutto sommato. Ma non è solo una questione di vicinanza dei fini e di persone con interessi comuni.
Il legame tra tutte queste iniziative è anche tecnico, oltre che sociale: alla fine la tecnologia è un fattore abilitante e la società deve capirne le potenzialità appieno per trarne un reale vantaggio a tutto tondo. Per introdurci meglio in questo mio flusso di pensiero mostrato nella presentazione, direi che questa ulteriore presentazione della Talis ci possa stare per introdurre il tema “If you love something, set it free“:

**[If you love something... set it free](http://www.slideshare.net/iandavis/code4lib2009-keynote-1073812 "If you love something... set it free")**
View more [presentations](http://www.slideshare.net/) from [Ian Davis](http://www.slideshare.net/iandavis).

Passiamo ora a chiarire un po’ di punti, per chi ha un attimo di tempo.

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UPDATE: è la Regione Piemonte che ha aperto agli open data, non solo il Comune di Torino, thanks Gigi - http://www.dati.piemonte.it/cms/

Incredibile come i tempi siano diventati maturi per certe cose. E come alcune cose che ho sempre seguito in tempi non sospetti ci diano una mano incredibile sui temi dell’ Open Data.
Continuo il filone iniziato da Gigi Cogo e da Ernesto, buttandomi un attimo sul tecnico. Tema ripreso anche da De Biase proprio oggi citando il post di Gigi, tra l’altro.

L’ Open Data a livelli amatoriali forse, è già alla portata di molti della PA, grazie a tool semplici che predispongono il mindset verso il Linked Open Data al suo massimo potenziale, senza necessità di grandi investimenti iniziali. E con competenze simili al classico Web Designer, che non debba conoscere i meandri di RDF e via dicendo.

Vediamo se riesco a farmi comprendere: in caso contrario ditemelo che vedrò di fare esempi chiari. Aguzziamo la vista e le orecchie: parlerò del framework SIMILE Exhibit e di alcuni suoi sviluppi recenti, il progetto DIDO, ovvero Data Interactive Document.

In breve il passaggio concettuale potrebbe essere: pubblico il dato in formato RAW e qualcuno me lo rende un po’ più utile, usando un formato intermedio, non così complesso come quello in RDF magari, ma assai vicino e già predisposto per la sua completa trasformazione verso il Linked Open Data Web .)
Pagine create con SIMILE Exhibit, che hanno un export automatico in diversi formati ( tramite il bottoncino che appare a forma di forbice per capirci )
.
-> Exhibit - Publishing Framework for Data-Rich Interactive Web Pages

Tempo fa, tanto tempo fa ne avevo parlato in ottica di mashup a lato client, e non li avevo mai fatti rientrare nella dimensione Open Data a livello esplicito, ma in effetti ci siamo dentro pienamente.
Anche troppo. Me ne sono reso conto ripensandoci un attimo, soprattutto in chiave delle recenti pubblicazioni Open Data effettuate dal Comune di Torino, Regione Piemonte [ grazie alla nota di Gigi ]segnalate da Nicola Mattina e da Gigi e da Ernesto.
-> Gli open data della Regione Piemonte: un esperimento
-> Qualcosa si muove
-> Open Links #3

Una delle poche guide del 2008 a questo framework infatti titolava in questo modo:
-> Real Web 2.0: Practical linked, open data with Exhibit - Discover a tool for managing data the right way, while reducing burdens on developers and users

A major hub of such development is SIMILE (Semantic Interoperability of Metadata and Information in unLike Environments), a research project developing tools to share diverse collections of data and digital media. SIMILE is a joint project of Massachusetts Institute of Technology (MIT) and the W3C, and it has produced some real gems. One of these is Exhibit, which allows you to produce Web pages with widgets the user can use to quickly comb through large collections of data. Exhibit makes this easy and requires little programming.

Era il 13 maggio 2008.

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Settimane intense queste in effetti: oggi, come mi cita l’amico Gigi Cogo, una giornata davvero importante per gli Open Data e per il Semantic Web ( _che il 13 maggio porti fortuna? speriamo! _), vista l’uscita di un numero di Nova24 dedicato in massima parte proprio a questi temi, come anticipavo ieri su FriendFeed:

Nova24 n. 223

Numero al quale ho contribuito per la parte dedicata a come il Semantic Web incontra il movimento Open Data, assieme a Titti Cimmino, ed assieme ad un gruppo di matti che cercano di dare il proprio contributo per raccontare questa nuova ricerca di senso, in questo Paese tanto lontano da certi temi.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento