E’ passato qualche giorno, ma la notizia merita una riflessione profonda.
E’ stato approvato il formato ODF 1.2, ( Open Document Format ) e quindi tutti i formati aperti e liberi legati alla suite Open Office.

OASIS members:

We are pleased to announce that Open Document Format for Office Applications (OpenDocument) Version 1.2 has been approved as an OASIS Standard[1]. The call to vote can be found at [2].

Congratulations to the members of the Open Document Format for Office Applications (OpenDocument) Technical Committee and the community of implementers, developers and users who have brought the work successfully to culmination.

A formal announcement from OASIS will be forthcoming.

Vorrei far notare che con il formato 1.2 si supportano nativamente RDF/XML e RDFa quali sintassi per i metadati documentali
La cosa nasce da un processo lungo, lunghissimo. Questa presentazione, ad esempio, è di 4 anni fa:

**[An RDF Metadata Model for OpenDocument Format 1.2](http://www.slideshare.net/jza/an-rdf-metadata-model-for-opendocument-format-12 "An RDF Metadata Model for OpenDocument Format 1.2")**
View more [presentations](http://www.slideshare.net/) from [Alexandro Colorado](http://www.slideshare.net/jza)

In italiano ne hanno parlato Punto Informatico, e quasi nessun blog ( se non contiamo anche programmazione.it ), tranne forse siamogeek.com, che ha detto giustamente:

Un’ulteriore innovazione del nuovo formato è il supporto dei metadati nel formato RDF (Resource Description Framework). ODF 1.2 utilizza RDF non solamente per referenziare risorse sul web, ma anche oggetti di altri tipi, come appuntamenti in un’agenda o un contatto della rubrica.

Peccato perchè la cosa è importante, ed avrebbe bisogno di una maggiore discussione collettiva. Ne inizio una, partendo dalla news di punto informatico, e da come finisce.

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Come qualcuno ha detto, noi italiani abbiamo fatto ponte il 2 giugno, ed invece il mondo del search sta riscrivendo il futuro della ricerca, partendo da basi interessanti.
I tre colossi dei motori, Google, Bing e Yahoo, hanno lanciato il progetto Schema.org:
-> Schema.org

Peccato che in Italia pochi abbiano visto la reale sinergia di quello che sta accadendo, e la maggior parte dei post sul tema siano semplici rilanci stampa del comunicato principale. ( Tranne per Guido Vetere che bacchetta gli autori di schema.org perchè forse così è stata definita un minimo di ontologia o schema globale, che tanto si diceva di non voler fare eh eh )
Da apprezzare Mauro Lupi, che sprona ad approfondire la questione, anche dal lato SEO, ed Il Post, che pone la questione all’attenzione di un pubblico più vasto del circolo tecnico. E che cita il fatto che, l’ultima volta che abbiamo avuto un accordo cross motori di ricerca, è stata la volta della creazione delle sitemap.xml, nel 2006. Una maniera condivisa di segnalare ai motori tutti i percorsi URL presenti nei nostri siti, che tanto ci facilitano oggi.
Un elemento non scontato. quindi quello dell’accordo tra motori.

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Segnali

in Semantic Web

Faccio un veloce riepilogo di alcuni spunti, senza approfondimenti come mio solito: credo che l’impatto generale delle news qui riassunte sia in grado di comunicare abbastanza senza troppi giri di parole.
Parto da questo post, direi incisivo:

-> Big Week for the Semantic Web
Ne riprendo una parte:

I wish I had more time to write a real blog on this, and I know most of these have already been announced in various longer blogs by others - but in case you’ve missed it, the past week or so has seen** some real indicators of Semantic Web growth**. Obviously it is good that Microsoft is hosting a Palo Alto Semantic Web meetup (Call for presenter epic paws meetup) and the Semantic Search announcement by Google can’t hurt (cf. “its all semantics says google“ ), but here’s some other “we’re getting real” announcements that have come out recently:

  1. announcement of Obama use of Sem Web
  2. announcement of “Semantic Web for Dummies”
  3. announcement of Oreilly “programming the semantic web”

Obama, Microsoft, O’Reilly ( l’editore che ha lanciato tra l’altro la sigla del Web2.0 sfruttandone appieno l’hype ).
Ci aggiungo che Dreamweaver ha già messo a disposizione un plugin per l’editing nativo di RDFa da qualche settimana, come ha già segnalato anche Pasquale, e ci siamo, si puo’ contare pure Adobe, che già usa RDF via l’XMP, l’ Extensible Metadata Platform.

Aggiungo che pochi se ne sono accorti, ma il caro Semantic Mediawiki, che non ho ancora avuto modo di provare a fondo, è stato oggetto di due cosuccie interessanti negli ultimi mesi:

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Foto dell'autore

Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento