Impossibile non parlarne, pochi fanno emergere alcuni risvolti davvero tristi della questione…

-> Contrappunti/ Google in ritardo?

Per esempio Google in questi giorni sta presentando un progetto, rivolto al mondo dei social network, che prende il nome di Open Social. Si tratta di una serie di API, rilasciate liberamente, attraverso le quali qualsiasi sviluppatore potrà inserire applicazioni e contenuti dentro molti differenti social network fra quelli esistenti.

Oggi invece, con il progetto delle API libere di Google, l’idea di OpenData, sostenuta da alcune piccole aziende innovative come Broadband Mechanics, NetVibes, Plaxo e poche altre, potrà avere forse maggior seguito. Ed è importante notare come dalle prime dichiarazioni al progetto Open Social abbiano subito dato collaborazione grandi siti come MySpace (anch’esso evidentemente preoccupato dell’ascesa irresistibile di Facebook), Ning e molti altri.

Partiamo da una serie di riferimenti, per capire…

Shelley Powers ne ha scritte diverse, che meritano attenzione:
-> Thoughts: Leopard and OpenSocial - Updated

The OpenSocial does not enable ‘the social graph’. This API is meant to be hosted in different social network applications, using a combination of HTML and JavaScript. **This is not a web services API, which is what you would need with the so-called ‘open social graph’. **

This is a way for 3rd party application developers to create an application and only have to worry about integrating it with a couple of different platform APIs, such as Facebook’s and OpenSocial. One social platform can develop widgets to another social platform, but that’s nothing more than a direct link between two applications–it’s not ‘open’, there is no universal pool of data goodness from which to suck, like bees and nectar.

Se passiamo poi al post successivo, vediamo altre cose succulente:
-> Terms

Perhaps the world will read the terms of use of the API, and realize this is not an open API; this is a free API, owned and controlled by one company only: Google. Hopefully, the world will remember another time when Google offered a free API and then pulled it. Maybe the world will also take a deeper look and realize that the functionality is dependent on Google hosted technology, which has its own terms of service (including adding ads at the discretion of Google), and that building an OpenSocial application ties Google into your application, and Google into every social networking site that buys into the Dream. Hopefully the world will remember. Unlikely, though, as such memories are typically filtered in the Great Noise.

Come sfruttare il sensazionalismo della parola Open in una chiave di lettura che vede nell’Open molto poco, in effetti.

Continua a leggere

Dopo le recenti discussioni intraprese sulla gestione della propria identita’ digitale ( fatto un passo avanti a partire da questo post ), e del proprio Social Graph, sto preparando e completando alcuni tasselli per i miei passi successivi… ( alcuni anche in corso d’opera da questo post )

Aggiornato il profilo FOAF con le persone che ho conosciuto direttamente nei miei giri per l’Italia di quest’anno, tra barcamp e aperitivi vari e il progetto Metafora, che mi entusiasma sempre piu’…

Oltre al fatto che ho completato il settaggio del profilo con le direttive emerse nel Linked Data tutorial, che consiglio di leggere davvero attentamente, e’ assolutamente imperdibile. ( un esempio su tutti, i link presenti rispetto ai miei interessi puntano tutti a risorse sotto il progetto Dbpedia )

Ok, direte voi, ma questa e’ una cosa tecnica: proviamo pero’ ad iniziare un viaggio di consapevolezza verso il mondo del FOAF e della sua malleabilita’. Da esempi e piccoli spunti di utilizzo…

Emerge subito una decisa divisione tra PRESENTAZIONE e CONTENUTO. Principio tanto ripetuto nel web design, quanto incompreso molte volte.
Una piccola prova con alcune diverse visualizzazioni da parte di browsers RDF generici, oppure orientati a vedere proprio il FOAF:

Il file contenente i dati e’ il medesimo, ma a seconda del servizio che si usa, o che vogliamo creare, quegli stessi dati possono essere renderizzati ed interrogati, aggregati e filtrati, come si vuole…
Ma il sistema e’ decentrato: sono gli altri servizi che raccolgono e aggiornano il singolo dato dal mio: distribuzione decentrata del MIO dato sui ALTRUI servizi… Scusate se e’ poco.

Dovrebbe valere cosi’ anche per molte altre cose… ( _energia in primis, dico io, ma stiamo divagando… _)

Aggiungiamo poi una questione tecnica di gestione della Content Negotation del file RDF [ alla meta’ di questo post un ottimo quadro della negoziazione dei contenuti ]: in parole povere quando noi con il browser chiediamo una risorsa, entrambe le parti ( il nostro browser e il web server che ospita tale risorsa ) si scambiano i formati che accettano e, secondo una scaletta di priorita’, lo scambio avviene con certi formati in tal modo condivisi.

Questo aspetto merita prove e post apposito, pero’… [ oltre al fatto che devo vedere meglio come renderla, ci sono idee discordanti al riguardo ]

Si puo’ provare l’effetto, sorpassando l’ostacolo della Content Negotation che dovro’ risolvere, installando il plugin del Tabulator di Sir Tim Berners Lee, che spalanca le possibilita’ di navigazione del browser…

The Tabulator Extension is an extension for Firefox that provides a human-readable interface for linked data. It is based on the Tabulator, a web-based interface for browsing RDF. Using Tabulator’s outline mode, query views, and back-end code, the Tabulator Extension integrates the browsing of linked data directly into the Firefox browser, making for a more natural and seamless experience when browsing linked data on the Web.

Dal Web di Documenti al Web di Dati.
Web of Data .)

Ne sono entusiasta, al pari di Danny, che non ha tutti i torti .)

After a few moments wondering what danbri had been smoking, I realised I was now browsing data. The Tabulator also allows editing of online data (through SPARQL update), which is intensely cool, though I didn’t have any joy with the demo Wiki.

Ho accennato all’inizio al discorso del Social Graph: tema di un altro post e di esempi ben piu’ forti e lampanti… [ qualcosa inerente anche a LinkedIn e all’importanza di FOAF ]

Qc idea casuale a braccio:il profilo FOAF contiene i servizi Web che utilizzo maggiormente, se inserisco poi come un rdf:SeeAlso anche i feed associati ad ogni servizio, posso facilmente aggregare poi via una query SPARQL le fonti che piu’ mi interessano e farne un mashup personale del flusso informativo… (work in progress )
Per poi iniziare a costruire qualcosa di interessante…

Una parte del LifeStream che si accennava qua e la’, insomma…
Terreno di prossimi esperimenti…

Being digital, diceva Granieri: impariamo a prenderci del tempo come esseri umani e lasciare gli automatismi alle macchine…

Semantic Web in progress

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Federico ha proposto un’intervista ad uno degli inventori del Web, quello meno famoso forse…
Dove ci sono condensate perle di saggezza e verita’, che in un modo o nell’altro cerco di portare avanti nel mio piccolo…
Ma che trovo quanto mai attuali e fondamentali, per capire come lottare per quello che E’ la Rete, per quello che E’ il Web e la POTENZIALITA’ di quello che potra’ essere, seguendone i principi fondanti.

Sull’annoso problema della net neutrality, Cailliau si dimostra pessimista: «è strano quello che la gente è pronta ad accettare. Pensiamo ai cellulari. Tutti i cellulari in commercio sono apparecchi chiusi, nei quali ora la casa produttrice, ora i provider telefonici impongono blocchi e limitazioni. Eppure le persone accettano questi limiti senza porsi troppe domande. Quello che mi spaventa è come le giovani generazioni, che dovrebbero comprendere meglio di noi queste tecnologie, non si preoccupino in alcun modo dei pericoli di questo accentramento di poteri.

Per questo, mi conforta vedere che certe battaglie si portano avanti, e bisogna sempre piu’ creare CONSAPEVOLEZZA, proprio come sta cercando di fare il grande Quintarelli:
-> Perché è necessario capire il web

Un accenno pragmatico

Per quanto riguarda l’attacco a Wikipedia, in parte condivisibile dal lato tecnico, aggiungo un elemento di questi giorni alla discussione, un passaggio che ritengo fondamentale nel far capire cosa significa iniziare a completare la grande VISION del Web, nelle sue forme evolutive…
-> Sleek zLinks Weaves Tightly Meshed Links on the Web

In the early days of the Web, links were used solely to visit specific Web pages or locations within those documents. Somewhat later, actions such as searching or purchasing items could be associated with a link. Most recently, with the emergence of the semantic Web, the very nature of the link has become ambiguous, potentially representing any of the link’s former uses or either direct or indirect references to data and resources.

Questi passaggi sono fondamentali per capire le direzioni e le potenzialita’ presenti nel Semantic Linking…

The emergence of linked data and the semantic Web (or at least the provision of data via the structured Web) are making the use of the link more complicated and ambiguous. Moreover, sometimes a link is an indirect reference to where data exists, and not the actual resource itself.

What Zitgist’s zLinks does is to make these uses explicit and to remove ambiguities. Further, if a link is not to an actual resource but only a reference to it, zLinks resolves to the link’s correct destination. And, still further, a zLinks link is the gateway to still additional links from its reference destination, making the service a powerful jumping off point in the true spirit of the interlinked Web.

Come, perche’, e soprattutto, cosa implica tutto questo, a breve…

Per ora lo sto testando sul blog di Fullout, ma la vera novita’ e’ nella capacita’ di annotare la singola pagina Web, in forma semantica e finalmente usabile…

With zLinks, we wanted to take a first step toward editing and publishing stuff on the Semantic Web. We wanted to let people annotate their embedded URLs with some thoughts, some remarks, etc.

Da Turbocharge your Links with zLinks

L’antefatto e’ presente qui, in questo post introduttivo, nel quale Frederick spiega cosa sta facendo…
-> Blogs, Wordpress, Zitgist and the Semantic Web

Da idee vecche che mi giravano in testa, a qualcuno che ha reso operativa qc sintesi comune…
Questo e’ innovare, nel senso della Rete…
E queste cose, questo connubio di potenzialita’ inespresse che trasformano il nostro modo di gestire e creare informazione, non sarebbero possibili SENZA la Net Neutrality, senza il fatto che e’ possibile innovare nel sistema SENZA dover chiedere il permesso, ma solo seguendone le regole e i principi…
Non dimentichiamo cosa abbiamo, e rendiamolo sempre piu’ chiaro, e limpido.

Altri dettagli in merito prossimamente…
E una spiegazione per i neofiti a questi concetti…
Assieme ad una spiegazione di massima, e i primi utilizzi reali, con le impressioni d’uso…

semantic web in progress

A very good work Fred .)

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento