[ crosspost su VoIT ]

Non ho il tempo di parlarne in modo approfondito, anche perche’ non ho ancora letto tutto; ma ci sono ASSOLUTAMENTE delle cose molto grosse che si stanno muovendo:

  • SPARQL: il linguaggio e protocollo di query e’ arrivato alla Candidate Recommendation:

    W3C is pleased to announce the advancement of the SPARQL specifications to Candidate Recommendations.
    ** With SPARQL (pronounced “sparkle”), developers and end users can write and consume search results across a wide range of information such as personal data, social networks and metadata about digital artifacts like music and images**. SPARQL Query Language for RDF specifies syntax for authoring, matching and testing. SPARQL Protocol for RDF describes remote data access and transmission of queries from clients to processors. The SPARQL Query Results XML Format is provided for search results. Visit the Semantic Web home page

  • nuovi usi e confronti sul ruolo di RDF, a partire dall’intervento di Tim B.L. sul Guardian, a quello di Shelley Powers, e ad uno molto bello dal titolo “Give me back my data“ : assolutamente da vedere !!!
    Per non parlare poi di un breve, ma ottimo spunto di Danny Ayers, Web 99
  • come applicazioni, e’ disponibile un interessante SPARQL Calendar Demo, che offre notevoli spunti sia per applicativi adatti agli utenti finali, sia a nuovi metodi di sviluppo riguardo al Semantic Web: devo assolutamente guardarlo!!!> This SPARQL Calendar Demo demonstrates the use of SPARQL queries over AJAX to integrate data from a myriad of native RDF and non-RDF sources.

    Currently, it finds calendar information from FOAF files, discovers shared interests between people, and suggests events that people with shared interests can attend together.

  • da questo sito un paio di idee sul** Why RDF?**> * What XML did for content, RDF does for structure – by providing a standard way to describe resources the entire website, including its metadata, relationships between pages, etc. becomes repurposable, human editable, application agnostic, etc.
    * **RDF unshackles you from the physical location of files and documents**. Because resources (which can be anything) are given universal names, statements about those resources (e.g. annotations, categorization, etc.) can be made anywhere not just in the local XML file or web page containing the resource.
    * **RDF can provide a level of indirection between the application and data, as its general graph structure can represent all kinds of data, such as relational (SQL) or hierarchical (directories, XML)**. Compared to XML data integration strategies, RDF's notion of unique resources and availability of languages for describing the logical relations between data structures (such as OWL) make it easy to build abstractions over arbitrary representations of data.
    
  • un ottimo intervento che fa riflettere sulla ciclicita’ di certe idee, e di certe tecnologie, sull’uso di AJAX quale mezzo per usare in modo adeguato anche la potenza elaborativa a lato client, Asking Permission First> I agree that we can do some interesting work with Ajax and grabbing data from the server and processing it on the clients. Perhaps we need to explore some newer uses of JavaScript and RDF in light of the new server-client interoperability.
    However, a developers first priority is to do no harm to those using their application. Their second priority is to ensure their pages are accessible by their target audience. **If we start making assumptions that the client’s machine is ours to do with what we will, we won’t need hackers to inject harm into our scripts–we’ll do a fine job of it, ourselves**
    
  • un lungo, ma intrigante intervento sul futuro, presente del Web dal suo inventore, da vedere e rivedere… :)

AGGIORNAMENTO: Ho ripescato il post che cercavo; riguardo al talk di Tim Berners Lee e’ presente anche una piccola serie di appunti, che vanno oltre le slide della presentazione…
-> Tim Berners-Lee and web hopes and fears

I passaggi sono tutti fondamentali, e tutti che chiariscono molto alcuni argomenti fondamentali, tipo:

The Semantic Web is actually the Data Web. “We should’ve called it this in the first place.”
You can publish things as easily in RDF as HTML using PHP. He talks about SPARQL and querying the data web: the aim is for serendipitous reuse, the people you didn’t expect to use it. “**Publish your data.**”

Questo e’ un consiglio che sto cercando di seguire…

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Scrivo due righe per associarmi alla tristezza di molti, di fronte alla ennesima dimostrazione di repubblica di banane, dove viviamo…

Attivissimo in particolare, ha espresso molto bene il mio punto di vista sulla questione berlusconi e googlebombing
-> Googlebombing politico, l’immaginazione ignoranza al potere

Niente panico, quindi.
I veri motivi di preoccupazione, semmai, sono che non sapete queste cose eppure pretendete di legiferare su Internet, e che quei pochi fra voi che capiscono la Rete vengono messi in un angolo. Così vi riunite come ciechi che dissertano sugli arcobaleni. Non stupisce che poi il sonno della ragione partorisca mostri liberticidi come la legge Urbani, coi suoi impossibili, kafkiani “bollini” SIAE da applicare ai siti.

I veri vandali di Internet non sono coloro che fanno googlebombing goliardico. Sono coloro che non sanno come funziona, ma pretendono di dettarne le regole, convinti di poter imbrigliare la Rete, come bambini che soffiano verso il cielo e s’illudono così di spostare le nuvole.

Internet e’ un mezzo che riesce a dar voce alla massa, se questa ne e’ consapevole e lo usa: e’ il Googlebombing e’ proprio un atto che fa parte della liberta’ d’espressione IMHO

Che la cosa faccia storcere il naso al potente di turno e’ cosa risaputa, ma che tutti i media se ne escano con certi articoli e’ l’espressione dell’indice di cultura scientifica e giornalistica che abbiamo in questo povero Paese.

AGGIORNAMENTO: ho appena scovato unprecedente interessante, ma possibile che non si impari mai? Per non parlare dei giornalisti…
-> Contrappunti/ Un fallimento miserabile

Da Alessandro Longo:

Il commissario Savarese ha solo detto ai giornalisti che avrebbe indagato (che è la risposta scontata, di prassi, quando un giornalista ti chiama e ti chiede che farai come Autorità), non ha confermato che si trattava di pirateria informatica. Gli ho parlato poco fa e mi ha confermato che crede che il Google bombing non è illegale.

Via Spazio Digitale

Per chiudere vorre citare un bellissimo post di Sergio Maistrello, che al di la’ della posizione politica espressa, [ naturalmente personale per ogni lettore ] indica a chiare lettere quello che penso anch’io: sono troppi anni che l’Italia intera deve votare il meno peggio, e che la classe dirigente rimane SEMPRE la stessa, vecchia e stolta a difendere i PROPRI interessi, che purtroppo non coincidono ne’ che con quelli del Paese ne’ con i nostri.

Trovo curioso che l’occasione in cui si dovrebbero esprimere i massimi ideali si sia trasformato in uno dei momenti più bassi della nostra storia democratica.
Non è emerso il meglio del manipolo di persone che ha scelto di darsi da fare; gli ultimi sei mesi sono stati giocati invece sui nostri peggiori istinti. Stiamo regredendo come popolo, abbiamo ceduto a lungo a chi ci mostrava la via più facile (e certo Silvio Berlusconi è una figura chiave in questo processo, benché non sia il solo responsabile).
Siamo assuefatti perché abbiamo assunto la remissività a piccole dosi giorno dopo giorno per anni. Non dal 2001 o né dal 1994, ma molto prima.

Ogni giorno accettiamo che il mondo vada impercettibilmente peggio con la complicità delle nostre scelte, osiamo sempre meno e ci accontentiamo sempre di più: sul momento non te ne rendi conto, ma se ti volti indietro ti accorgi che a forza di sfiorare i paletti li abbiamo spostati ben oltre ciò che solo un decennio fa avremmo ritenuto tollerabile.
Il risultato è che la popolazione italiana è immune all’indignazione, ha fatto gli anticorpi all’orgoglio.

AGGIORNAMENTO: visto che chiudere in tristezza non e’ mai bello, inserisco un bel link a qualcuno che si e’ fatto notare almeno per l’eta’ diversa che porta aria nuova nella nostra dirigenza: o almeno ci ha provato…
-> Il blogger che voleva farsi premier

Secondo Scalfarotto (ed è difficile dargli torto) il problema è che la contesa tra i due vecchi settantenni è l’immagine di un Paese vecchio, che costringe i cervelli alla fuga all’estero, che non premia le classi giovani e creative che fanno la fortuna delle nazioni che si sviluppano e crescono economicamente, culturalmente, in innovazione come la Spagna, governata dal quarantreenne Zapatero o la Gran Bretagna in cui Blair vinse che aveva quarant’anni e il leader attuale dei conservatori britannici ne ha trentanove e potrebbe diventare primo ministro al massimo tra due o tre anni.

Da noi invece i settantenni fanno fatica con le lingue e l'informatica, occupano tutte le posizioni di potere, non solo nella politica, e al massimo le tramandano ai figli: **i figli degli operai faranno gli operai e così i figli dei dentisti, dei giornalisti, dei calciatori, dei registi, dei politici, in una società di caste, con il minor tasso di mobilità sociale d'Europa**.

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Nei ritagli di tempo, che ormai non e’ molto, sto leggendo un libro molto, ma molto bello:
-> Le menzogne di Ulisse , di Piergiorgio Odifreddi

In pratica e’ la storia della logica, dagli inizi ai giorni nostri, romanzata e con uno stile molto leggero e intrigante.
In realta’ una sensazione che mi ha preso fin dalle prime pagine e’ di quanto in realta’ la filosofia sia sottovalutata, e di quanto invece
sia parte integrante della nostra storia.

“_La logica dunque , dovrebbe servire almeno a questo: a fare piazza pulita delle illusioni metafisiche, smascherandole per quello che sono. Cioè parole impure, da cui purificarsi mediante un’igiene linguistica_”.
Per fortuna però, e la stessa avventura narrata dal matematico lo prova, la logica non si riduce a ripulire la lingua attraverso un procedimento vagamente futuristico per il quale la guerra razionale e intellettuale alla metafisica significa “salvezza” e comprensione del mondo.
Non mero strumento al servizio di ideologie, dunque. Come studio del lógos, come analisi del pensiero e del linguaggio la logica prima di approdare alla matematica e all’informatica contemporanee si è misurata con la letteratura, la linguistica, la teologia, la filosofia.
E di questi incontri che hanno segnato la storia umana, dagli albori della civiltà ai giorni nostri, il libro fa interessante resoconto.

Oltre alle parti espressamente dedicate alla logica, si intuisce prorio questa verita’: che la Cultura con la C maiuscola sia un tutt’uno,
una cosa che pero’ il nostro metodo di studio non ci abitua certo a vedere, anzi…

E io direi purtroppo…

Sono arrivato circa a meta’, press’apoco…

Il fatto che il mondo semantico, la logica alla base della matematica e dei percorsi dell’informatica siano molto legati alle tematiche che
tocca il Semantic Web, non e’ certo un caso…

Ho letto svariate volte che RDF e l’uso delle ontologie non e’ altro che il ripresentarsi dei sillogismi tanto cari ad Aristotele

A pelle direi che non e’ proprio cosi’: almeno quando si stanno trattando oggetti e proprieta’ ben definite, e non concetti astratti.

Partire ad usare le tecnologie semantiche al mondo pratico e’ certo un primo passo da fare, senza andare ad impantanarsi sulle ambiguita’
linguistiche e concettuali…

Insomma, tutto e’ molto piu’ collegato di quanto uno non pensi…

work in progress…

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento