Del podcasting ho gia’ parlato, ma ad esempio non ho detto un uso molto carino che mi e’ venuto in mente proprio ora:

Pensiamo al Parlamento e a quanti interventi sono registrati e sono tenuti quotidianamente:
la tecnologia e il Web in generale potrebbe e dovrebbe esserci d’aiuto per tenerci informati e controllori ( perche’ no ) di quello che accade nella politica italiana..

Quindi perche’ non rendere disponibili gli interventi principali tramite un feed RSS e files MP3 degli interventi stessi? [ podcasting ]
Chi volesse potrebbe ascoltarsi quello che vuole mentre guida o mentre e’ in treno o quando gli capita… non male,no?

Tornando a noi, volevo puntare l’attenzione su una cosa che ha fatto discutere parecchio in questi giorni: il supporto al podcasting di ITunes e di Apple e il come questo interagisce con RSS…

Sembra che a quanto pare quelli della Apple non abbiano compreso appieno il siginficato e il funzionamento di RSS, sperando che non l’abbiano fatto di proposito, vediamo perche’…

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Tiger: e’ uscito ormai da due settimane e sembra aver portato aria nuova a chi lo usa…

In realta’ non e’ perfetto e contiene delle scelte a dir poco bizzarre ( come la licenza per quicktime ) ma sembra da quello che si legge in giro veramente un miglioramento sostanziale del sistema… e neanche a dirlo anni luce davanti a Windows…

Ora senza entrare in guerre di religione io personalmente odio l’approccio marketing che Microsoft ormai ha preso: voglio dire, hai un sistema uscito nel 2001 e adesso perche’ non hai niente da offrire si vanno a spendere milioni di dollari per lanciare una campagna pubblicitaria mondiale per “rilanciare” Windows XP…

La cosa triste e’ che queste pubblicita’ non dicono assolutamente nulla…

Credo di avercela con tutto il marketing degli ultimi anni: ormai siamo arrivati a qualcosa di folle.. non si pubblicizza un prodotto per le caratteristiche che ha, ma si fa un lavaggio di cervello ai poveri consumatori.. facendo loro credere di non avere alternative…

Prendiamo Microsoft: in se’ non dovrebbe avere nulla di negativo… il problema e’ che ormai a livello tecnico chi ne capisce sa benissimo che non e’ il sistema migliore in circolazione, ma bisogna conviverci perche’ e’ la figura predominante..

Ma come sanno ormai anche i muri questa posizione se l’e’ presa in modo disonesto: le cause dell’antitrust ormai lo hanno stabilito: basta cercare di prendere un computer SENZA sistema operativo.. sarebbe un nostro diritto, mi pare…
forse negli ultimi anni per i desktop sara’ anche possibile talvolta, ma proviamo con un portatile…

Praticamente impossibile…

E le alternative ci sarebbero: il dramma e’ che anni fa quando la Be cerco’ di vendere sistemi x86 con il BeOS la compagnia distributrice si rifiuto’ di farlo ( per pressioni di MS ).. la Be ando’ in fallimento e fece causa alla MS per pratiche scorrette ( abuso di monopolio )…

Ma sono davvero stanco di avere in mano un prodotto che fa acqua da tutte le parti e fingere che vada tutto bene: e dire si ok, non e’ il migliore ma cosa puoi fare, bisogna averlo e’ lo STANDARD..

Tuo nonno!!! Non voglio essere schiavo della tecnologia, mi sono stancato di dover fare manuntezione ad uno dei pochi sistemi che ancora non e’ in grado di farsela da solo!!!

Da Linux a MacOSX ( sempre uno UNIX in fondo ) passando per altri, tutti hanno reso trasparente la gestione dei files temporanei, la deframmentazione, l’installazione senza riavvii…
Tutte cose che con win devi fare a mano, devi prendere prodotti terzi ( e via soldi )…

E poi vorrei vedere se non ci fosse la pirateria quanti windows veramente avremmo… nel senso che se devi fare una spesa prima ci pensi e ti informi: ma qua intanto tutti pirati, e che ci vuole?
Senza parlare di virus, worm e quant’altro…

E allora via… si fanno pubblicita’ ingannevoli, senza INSEGNARE veramente quelle piccole cose che si dovrebbero sapere per non rovinare la vita agli altri ( dallo spam alle catene di san antonio, ai virus, a non usare outlook, non usare explorer.. )..

Sono stanco di dover ripetere sempre le stesse cose perche’ dall’alto e’ interesse lasciare questo stato di cose.. si dira’, perche’?
Perche’ adesso per assicurare la vera sicurezza ( non esiste nemmeno nella realta’, figuriamoci nel virtuale ) si vuole promuovere la mancanza di scelta, si toglie la liberta’ all’utente e la si affida alla casa produttrice ( la MS no? ).. non saremo piu’ padroni nemmeno di una cosa che abbiamo comprato..leggete
e leggete ancora

E’ una cosa vecchia, gia’ sentita, ma vera: le liberta’ che abbiamo adesso per le quali qualcun altro ha combattuto, dobbiamo continuare a combattere per mantenerle…
non sono certo li per restare: c’e’ sempre qualcuno che lavora per togliercele…

Adesso il fronte e’ la tecnologia, ma non solo: il problema e’ che la gente non se ne rende conto…
Un po’ come con i grandi dittatori della storia: il popolo sia con Mussolini che con Hitler non si rendeva conto di cosa stava accadendo…

Ma oggi abbiamo nella tecnologia il potere di informarci, e di farci sentire per giunta…
L’importante e’ mettersi d’accordo e avere una mente aperta, non dipendere dalle ideologie: quelle sono morte tanto tempo fa…

Nessun flame… solo qualche pensiero che scivola nelle immensita’ della Rete…

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L’informatica viene vista come una tecnologia imperfetta dai piu’…

visto che la associano ad un computer Win che si pianta proprio sul piu’ bello… che ti riempie di virus, worm e dialer…
ti fa arrivare bollette stratosferiche, ti complica la vita al posto di renderla piu’ semplice…

Il problema in realta’ e’ che non c’e’ informazione sulle cose che usiamo tutti i giorni: per piu’ di un motivo purtroppo…

Proviamo a seguire un articolo di Zeusnews molto interessante a mio parere:

[…]
Me lo chiedo perché mi capita spesso di aiutare parenti, amici e colleghi, gente normalmente più che dotata di buon senso, a disinfestare PC contenenti ogni sorta di spyware, virus, worm, trojan e altre delizie.
Quando spiego come si sono infettati, la risposta più ricorrente è “ma io non sapevo che potesse succedere”.
Il buon senso non può far nullla se non poggia sulla conoscenza.[…]
In altre parole, il messaggio, per quanto semplice, non raggiunge mai il vero destinatario. Non si può pretendere che tutti gli utenti di computer si leggano riviste o siti specialistici: la maggior parte della gente usa il computer per fare qualcosa, per esempio lavorare, non come oggetto fine a se stesso come fanno molti informatici, per cui non trova interessanti le fonti d’informazioni specialistiche.

Ed è qui, secondo me, il nocciolo del problema. Ci stiamo sgolando a parlare di virus a un pubblico che già li conosce, mentre chi non li conosce (ed è quindi più vulnerabile) non può sentirci.
Stampa e TV, i canali che davvero possono arrivare a diffondere capillarmente l’informazione informatica a chi ne ha più bisogno, non se ne occupano seriamente. Oppure la relegano anche loro in programmi specialistici.

[…]
..verso l’informatica rimane una sorta di pudore giornalistico. Si fa finta che non esista, che sia roba per smanettoni. Perché?

A mio avviso ci sono due ragioni fondamentali. Una è l’incompetenza informatica di molti giornalisti, che li induce a non occuparsi del problema per timore di dire stupidaggini (Panerai docet). Ma il compito del giornalista vero (al quale fra l’altro nessuno chiede di essere un tuttologo) è fare da tramite fra il lettore e l’esperto e presentare in termini onesti, semplici e comprensibili ciò che l’esperto spesso dispensa in pillole indigeste (e in questo senso gli informatici devono assumersi la propria abbondante dose di responsabilità).

il giornalista potrebbe contattare gli esperti d’informatica per farsi dare una spiegazione da distillare per il pubblico dei non addetti. Invece non lo fa: contatta di solito Microsoft, che difficilmente darà, per ovvie ragioni aziendali, un quadro completo della situazione e non proporrà soluzioni alternative che non usino i suoi prodotti.

Perché il giornalista si comporta così? Perché qui entra in gioco la seconda ragione.

Spiegare in parole semplici il funzionamento di un virus richiede la precisazione di una verità scomoda: i virus colpiscono soltanto Windows. E Microsoft è un potente inserzionista pubblicitario.

In realta’ sappiamo benissimo che non e’ vero: i virus possono essere potenzialmente su tutto…
ma gli altri sono progettati meglio…

Certo, è tecnicamente possibile creare virus o worm anche per altri sistemi operativi, ma in pratica non succede.
E’ molto più difficile, e non occorre tirare in ballo la scusa stantia che gli utenti Apple o Linux sono pochi: Apple, per esempio, ne ha circa 25 milioni.
Rimane il fatto che per fare informazione corretta, sarebbe necessario specificare sempre che “il virus XY colpisce i sistemi Windows ma non ha effetto su chi usa Mac o Linux”.
Ripetuta infinite volte, questa non diventa più semplice informazione: per Microsoft diventa pubblicità sgradita alla concorrenza. Per cui non si dice.
[…]
In sostanza, i pochi articoli informatici che escono sui giornali sono imbavagliati, volontariamente o involontariamente. Chi avrebbe l’occasione e il diritto-dovere di informare il pubblico non lo fa. Ecco perché i virus più banali continuano a prosperare.

Non c’è nessun giornalista, al di fuori delle testate specialistiche, che se la senta di dire le cose come stanno?
Dobbiamo aspettare come al solito l’ostracizzato Beppe Grillo per darci la sveglia e dire che se volete vivere senza l’ansia dei virus e degli aggiornamenti che vi scassano il computer, potete anche comperare Apple o installare Linux?

Mi trovo particolarmente d’accordo con l’autore e ne condivido appieno le valutazioni: il problema e’ che nell’era della comunicazione siamo a questo punto: non siamo informati veramente…

E la cosa piu’ scandalosa e’ che se io in questo settore me ne rendo conto perche’ me ne intendo, figuriamoci negli altri che non conosco…

L’obbiettivita’ non e’ facile, ma su alcune cose semplificherebbe notevolmente la vita…

Riferimenti:

-> Virus, perché i vecchi trucchi restano i più efficaci

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento